La Spagna ha notificato alla Commissione europea la bozza di un decreto che impone l’obbligo di etichettatura in braille, il sistema di scrittura e lettura tattile utilizzato principalmente da persone cieche o ipovedenti, su alimenti, cosmetici, prodotti per l’igiene personale e sostanze pericolose. L’obbligo si applica alle aziende produttrici e importatrici e ai distributori, che potranno commercializzare soltanto prodotti a norma.
Il decreto prevede che le etichette in braille dovranno indicare la denominazione e l’eventuale nome commerciale del prodotto, l’elenco degli ingredienti con l’indicazione degli allergeni, le informazioni nutrizionali, il peso o il volume, il numero di lotto, la data di scadenza o il termine minimo di conservazione, istruzioni sull’uso, la conservazione e lo smaltimento, informazioni sull’azienda e l’assistenza clienti.
In alternativa all’etichettatura in braille, le aziende possono utilizzare un QR code che rimandi al contenuto dell’etichetta (in formato audio, magari), dotato di un segno tattile per segnalarne la posizione sulla confezione. Lo stesso sistema era alla base dell’etichetta narrante, sviluppata in Italia nel 2020 dal CREA, in collaborazione con l’Unione italiana ciechi ed ipovedenti di Cosenza e la start up Sisspre.
Secondo la procedura TRIS, ora i Paesi membri e le istituzioni europee hanno tempo fino al 23 settembre per presentare osservazioni oppure obiezioni al decreto spagnolo. In caso di approvazione, le aziende avranno due anni di tempo per adeguarsi e mettere in commercio prodotti con le etichette a norma.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare


