“Lo spot di Esselunga non mi è piaciuto: è troppo lungo, ha un’impostazione vecchia e veicola una morale conservatrice.” “Io invece l’ho trovato commovente.” Sono queste le voci raccolte in redazione dopo la diffusione del cortometraggio pubblicitario ‘La Pesca’ lanciato la sera del 25 settembre da Esselunga, che ha creato un certo dibattito in rete e anche sui quotidiani.
Lo spot Esselunga e le criticità igieniche
Tutti i pareri sono legittimi, ma vorrei focalizzare l’attenzione su due aspetti che ci hanno stupito. Lo spot, realizzato dall’agenzia Small, è stato girato all’interno del supermercato Esselunga di Via Solari a Milano ma, a dispetto delle politiche di igiene e gestione seguite in modo rigoroso della catena milanese, le immagini mostrano una ‘modalità anomala’ di fare la spesa. Nel filmato la bambina prende una pesca a mani nude, e questo non è certo un comportamento ‘esemplare’, essendo buona abitudine utilizzare i guanti messi a disposizione dei consumatori.
L’altra scena improbabile è quella della bambina che arriva in cassa e mette la pesca sul nastro trasportatore. Il frutto è senza sacchetto e senza etichetta, per cui la cassiera non ha alcuna possibilità di registrare l’acquisto. In pochi secondi si demoliscono due regole adottate in tutti i supermercati Esselunga. Certo, si dirà, è una licenza artistica del regista francese Rudi Rosenberg che ha voluto raccontare una storia, non certo focalizzata sul semplice acquisto di un frutto. È vero, ma lo spot è firmato da una delle più importanti catene di supermercati italiani, dove le regole sono molto rigide e vengono fatte rispettare con poca flessibilità a tutto il personale e anche ai clienti.
Il valore sociale della pubblicità
Non dimentichiamoci che gli spot sono un modo importantissimo per veicolare i modelli di comportamento. I responsabili della comunicazione di Esselunga forse hanno dimenticato questo aspetto, presi dal desiderio di presentare la storia malinconica di una famiglia di genitori separati, secondo alcuni strizzando l’occhio ai valori del governo in carica. Se questo era l’intento, Esselunga è riuscita a centrare l’obiettivo. Se però voleva promuovere in qualche modo anche la sua insegna, diciamo con molta franchezza che ha fatto qualche errore grossolano di comunicazione. Altre aziende quando mettono al centro della pubblicità e degli spot la famiglia lo fanno meglio e senza sbavature.
© Riproduzione riservata Foto: Esselunga
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Lo spot l ho trovato attuale
Non la famiglia mulino bianco dove sono tutti perfetti
A mio parere, ho notato per tutto lo spot quanto fosse perfetto il frutto. Dovrebbero, considerati gli sviluppi antispreco alimentare e di sostenibilità veicolare un messaggio che anche un frutto non perfetto , anche con qualche ammaccatura è comunque buono e valido. Saluti
La bambina sceglie sicuramente il frutto più bello, lo vuole regalare a suo papà. Nei regali anche il lato estetico è importante: alla sua età la bambina non ne sa sicuramente abbastanza di spreco alimentare e sostenibilità. Comunque, nel quotidiano si devono compiere tutte le azioni più etiche e coerenti che possiamo mettere in atto, ma per un regalo, una volta nella vita, in genere cerchiamo anche noi adulti di scegliere quello che ci sembra il meglio, per una persona alla quale teniamo.
Il mio giudizio (avendo peraltro lavorato nel settore televisivo in diversi spot pubblicitari) è questo!! “FINALMENTE UN REGISTA CHE RACCONTA “SILENZiOSAMENTE “UNA STORIA…!!!!MI HA COMMOSSO, E A QUANTO LEGGO DAI COMMENTI SU QUESTO ARTICOLO……. NON SOLO ME…!!”
Lo abbiamo scritto anche noi che a molte persone è piaciuto lo spot. Ciò non toglie che essendo firmato da Esselunga, il regista poteva anche pensare a rispettare certe regole che vengono adottate in modo rigido nei supermercati della catena
“La storia della pesca” rievoca e fa riemergere valori morali di un tempo ormai passato,ma che la maggior parte della gente italiana non ha certamente sepolto .Le scene dello spot sono” silenziose,mai cariche di enfasi , il regista ha dato valore ai gesti ,agli sguardi ,alle emozioni . Forse l ”obbiettivo principale del regista ,era proprio quello di valorizzare e focalizzarsi solo sulla storia ,o forse dei” guanti igienici e per di più di plastica avrebbero tolto poesia ( in un tempo passato infatti le pesche si prendevano con le mani e non esistevano i guanti ) o forse ancora si tratta semplicemente di licenza artistica ( e a un regista o un artista quasi tutto e’ concesso ) …Io guardando lo spot ho avuto la netta sensazione di riassaporare quei tempi ,quando tutto era più genuino( e non parlo solo del frutto della pesca ) ,ma anche e soprattutto dei valori che una famiglia incarnava ..
Lo spot poteva essere girato diversamente ?? Forse ….non lo so….ma ciò non toglie che il regista abbia colpito dritto al centro del cuore dei telespettatori italiani ….e i si sa bene che x gli italiani i sentimenti non si toccano…!!!
Vogliamo mettere anche che una mamma si perde la piccola in un Supermecato e in macchina non allaccia la cintura sia alla piccola che a lei.
Se guarda bene lo spot, proprio verso la fine ,sign.Bruno , la cintura di sicurezza e’ allacciata intorno al corpicino di Emma…!! Per ciò che riguarda la mamma che perde la piccola in un supermercato le do perfettamente ragione…Mai perdere di vista i propri bambini quando sono piccoli …Puo essere l’errore rimpianto una vita Ricordo che mia madre non mi perdeva mai di vista e quando camminavamo mi prendeva sempre x mano…
Nelle immagini finali si vede la bambina con la cintura che va via con il papà
Si lo vedo bene anche io che Emma va via con il papa’…. !Forse x avere le giuste risposte bisognerebbe intervistare direttamente il regista,..Non crede??? Faremo un appello alla gentilissima Toffanin affinché ci pensi lei…..!!! Dico solo una cosa ..magari tutti gli spot avessero una “bella storia da raccontare” ….
Sign.Bruno la cintura di sicurezza è già allacciata intorno al corpicino di Emma anche quando sta in macchina con la mamma..E anche la mamma ce l’ ha allacciata mentre ritornano a casa…
Decisamente antigienico. E la pubblicità non si può piu’ sopportare, in qualunque salsa venga servita.
Ma basta focalizzarsi su queste cavolate, in Italia abbiamo problemi ben più gravi…
Oltre tutti gli intenti commerciali il messaggio aiuta a riflettere realisticamente sull’animo dei figli dei separati
Il vero spot è stato lo spropositato brusio riguardo a questa pubblicità. Persino la guerra in Ucraina in questi giorni è stata messa in secondo piano rispetto a questo. Segno dei tempi in cui pur di riempire i palinsesti e parlare di qualcosa si fa polemica su tutto. Polemica che molti pubblicitari cercano e spesso raggiungono il loro scopo per i motivi detti prima. Io vado regolarmente all’Esselunga ma non mi viene certo voglia di tornarci perché ho visto questa storia familiare che, se permettete, trovo decisamente banale in questa epoca di regolari disgregazioni familiari.
Non trovo utile la sostituzione dello stereotipo della famiglia felice con un altro stereotipo, quello della famiglia separata, dove la malinconia e la nostalgia sono i sentimenti prevalenti. Certamente è attuale … molto meno 1)la mancanza dell’uso dei guanti (abbiamo superato, da poco, una delle più importanti pandemie della storia dell’umanità) e 2)l’appoggiare il frutto sul nastro trasportatore.
E, a dirla tutta, ha ragione Bruno (v. commento) quando rileva il mancato uso delle cinture di sicurezza; cosa che accade sempre più frequentemente anche per i bambini.
Una licenza artistica “di compromesso” avrebbe potuto tenere in considerazione tutti questi aspetti rappresentandoli così:
-uso dei guanti
-appoggiare la pesca sul suo sacchetto aperto appoggiato sul nastro trasportatore, facendo ben vedere il frutto ma pure il suo sacchetto
-usare le cinture di sicurezza
In questo modo lo spot avrebbe rispecchiato il comportamento della maggioranza di noi, e questa catena avrebbe confermato di essere leader della GDO.
Per ultimo, non concordo su quanto scritto relativamente al fatto che Esselunga fa rispettare la regola dell’uso dei guanti da parte dei clienti, in quanto rilevo con una certa frequenza l’uso di mani libere.
Ma piantatela! Andate a spulciare tutti gli spot di pubblicità alimentare, ci troverete senz’altro qualcosa che non va!
È quello che facciamo regolarmente.
Aiuta a comprendere la cultura che ci circonda.
Ho avuto la fortuna di avere una professoressa d’italiano che ci ha insegnato a leggerla, e gliene sono grato.
Ecco spiegato xché non si usano i guanti, il regista è francese e in Francia nei supermercati non si usano i guanti tutto a mani nude e tutti toccano tutto. La pesca senza etichetta? In Francia si fa tutto alla cassa, pesano le cassiere e se non pesano hanno un eleco con i prodotti da far pagare
Interessante interpretazione ma si presuppone che Esselunga abbia guardato cn attenzione prima di girare lo spot lo storytelling e abbia avuto modo di notare che nei suoi supermercati le regole sono diverse
@Rei: guardi, non solo in Francia: io fuori dall’Italia non ho mai visto i guanti per prendere frutta e verdura, e anche i sacchetti sono poco usati, è molto comune vedere frutta e verdura piazzate direttamente sul nastro, e poi la persona alla cassa pesa la merce (spesso su ogni frutto c’è un’etichetta adesiva che riporta il codice del prodotto in modo che la persona alla cassa possa registrare il prezzo corretto per quel prodotto)
Signori, vi siete già giustificati da soli citando il governo in carica, Esselunga se non sbaglio è il concorrente di Coop Alleanza PD. Trovo lo spot ben studiato e commovente, se poi vogliamo trovare il pelo nell’uovo, risaliamo la china fin quando la pesca viene staccata dall’albero, da chi e con o senza guanti, sarebbe bello pensare avesse almeno le mani pulite.
Se fai uno spot di cui tutti parlano è inevitabile osservare anche particolari che a noi non sembrano trascurabili
Gli operatori sono autorizzati a toccare il cibo con le mani, fanno dei controlli sanitari e, in genere, sono formati per evitare comportamenti contaminanti.
Se lo dice lei, io invece mi immagino cose ben diverse, faranno controlli sanitari, ma le mani non le avranno certamente sterili, altro che il nastro dell’Esselunga e le mani della piccola innocente.
Formazione e controlli sanitari: sono gli strumenti che permettono un margine di sicurezza che noi clienti non possiamo vantare. Ci sono cattedre universitarie dedicate a questa disciplina.
È uno spot non una informazione per istruzioni d’uso, polemica inutile e sterile
Esatto @claudio, è uno spot e non un tutorial.
Allora cosa si dovrebbe dire di quegli spot dove dopo una passata di detergente spuntano immediatamente dei fiori o di coccolino che è un pupazzo di stoffa ed invece parla?!?
Lo spot va visto e sentito come viene visualizzato senza masturbazioni mentali su sacchetti, guanti, etichette e ossequio al governo. Esselunga ha raggiunto il suo scopo, farsi conoscere e apprezzare per la sua serietà.
Certo Esselunga ha raggiunto lo scopo, non rispettando nello spot le sue regole igieniche e logistiche! Scusi se è poco
Ci scusi se la scienza e la tecnica sono fattori mentali che la nostra civiltà tiene in considerazione.
Mi sembra assurdo focalizzarsi su alcuni aspetti che – mentre sono molto importanti per ogni acquirente – diventano di fatto secondari nello spot. I tempi a disposizione per la comunicazione sono regolamentati quindi è assurdo soffermarsi sui dettagli che occuperebbero spazio. L’importante è trasmettere nei tempi stabiliti quello che il committente (Esselunga) voleva far giungere al consumatore.
Condivido il vostro pensiero più che giusto e mi sembra strano che non sia stato portato all’attenzione da altri, ma soprattutto che Esselunga lo abbia permesso, sarà una licenza artistica ma è comunque una pubblicità ed in questo caso non rispetta le loro stesse regole
Sono legittimi tutti i commenti: molte volte i “creativi” liberano un po’ troppo la loro fantasia pur di catturare l’attenzione del consumatore. E mi sta bene ma quello che non accetto è far passare per normali comportamenti negativi e contrari ai più elementari valori morali: mi riferisco allo spot del Mulino Bianco, di qualche tempo fa, dove Banderas, accorgendosi del furto della/e merendina/e da parte del ragazzo in visita al mulino ne chiedeva il motivo e dopo aver ricevuto una risposta pressoché “inconsistente “si limitava ad un laconico “…. ah!… va bene!” …Ecco! Almeno la bambina, mettendo la pesca sul nastro trasportatore aveva intenzione di pagarla!
“il pelo nell’uovo”. Una pubblicità che va apprezzata e le leggere distonie sull’igiene vanno tollerate perché si sarebbe persa, altrimenti, la vena artistica del racconto. 10&lode
D’accordo sulla mancanza di igiene e, personalmente d’accordo, sulla morale conservatrice. A mio parere, per tutta la polemica creata, è lo spot che ha beneficiato di tanta gratuita pubblicità.
lacrimevoli istorie con bambini che ci bombarderanno x mesi ad ogni ora del gg e della notte, senza contare il modo assurdo di “acquistare” la frutta, puah