Nei supermercati Esselunga, come in tutte le catene della grande distribuzione, le proposte alimentari con il marchio della catena sono sempre più numerose e differenziate. Nell’assortimento troviamo linee di prodotti “premium”, salutistici, biologici, Dop ma anche un assortimento di prodotti molto economici. Esselunga ha rilanciato negli ultimi mesi la linea “economica” cambiando il nome al marchio (da Fidel a Smart) e assegnando alle confezioni il colore giallo intenso molto visibile sugli scaffali.
Nella linea Smart troviamo centinaia di referenze: dal latte alla pasta, dall’olio di oliva ai wurstel, dal formaggio grana al gorgonzola, dai biscotti alle merendine, tanto che si potrebbe fare una spesa intera. Per capire meglio quali sono le caratteristiche qualitative e nutrizionali dei prodotti Smart abbiamo confrontato alcuni alimenti tipici della prima colazione, con quelli analoghi venduti con il marchio Esselunga. La prima cosa che balza all’occhio sono le confezioni Smart tendenzialmente più grandi rispetto alla linea Esselunga “standard”. Diversi sono pure i produttori e anche gli ingredienti.
Un litro di latte fresco intero Smart costa 0,85 €, mentre per quello a marchio Esselunga si spendono 1,19 €: con la linea “economica” si risparmia il 30% e si tratta in entrambi i casi di latte italiano. Quello a marchio Esselunga però è latte di alta qualità, caratterizzato da elementi nutritivi e organolettici superiori (subisce un trattamento termico più breve e si può ottenere solo da stalle che offrono garanzie di freschezza e standard di sicurezza particolarmente elevati).
Chi preferisce il latte parzialmente scremato a lunga conservazione – tipologia che va per la maggiore – lo trova nella linea Smart al prezzo di 0,65 €/l mentre quello a marchio Esselunga costa 0,85, il 40% in più. Il primo è latte di Paesi Ue lavorato in Francia, il secondo è latte italiano confezionato in Italia.
Chi preferisce una bevanda vegetale può scegliere il latte di soia Smart, senza zuccheri aggiunti: un litro costa 0,99 € contro 1,75 € per quello a marchio Esselunga, che però è prodotto con soia biologica. La quota di semi di soia utilizzata è pari al 6% nella versione Smart (prodotta da Bio Slym nello stabilimento di Soncino, in provincia di Cremona) e al 9% nell’altra (prodotta in Austria da Mona Naturprodukte GmbH).
Il caffè Smart, miscela di arabica e robusta prodotto da Gimoka (Andalo Valtellino, Sondrio) costa 3,56 €/kg. Spendiamo invece 8,98 €/kg per quello Esselunga Classico, prodotto da Kimbo sempre ottenuto da una miscela di caffè arabica e robusta: il 150% in più! Molto probabilmente la differenza fra i due prodotti si avverte assaggiando il caffè. La parola “miscela” è un termine molto vago, che non specifica le percentuali, inoltre anche lo stesso tipo di caffè può essere di qualità più o meno elevata.
Il preparato per bevanda al cacao della linea Smart costa 2,60 €/kg, mentre per quello a marchio Esselunga spendiamo il triplo. La differenza è dovuta in parte al fatto che il secondo è certificato Bio, ma anche alle proporzioni fra ingredienti: nel prodotto Smart il cacao si ferma al 13% mentre nell’altro arriva al 26%.
Lo yogurt bianco intero Smart in confezione da 500 g costa 0,69 € (1,38 €/kg), mentre l’analogo Esselunga bianco, intero, dolce, costa circa il doppio (2,58 €/kg). Anche in questo caso, come abbiamo visto per il latte fresco e per la bevanda a base di soia, non si tratta di prodotti identici. Lo yogurt Smart è prodotto (da Mlékárna Kunín ) in Repubblica Ceca con latte dei paesi UE, mentre lo yogurt dolce è prodotto con latte dell’Alto Adige (da Latte montagna, azienda che produce il marchio Mila). La scelta del vasetto giallo permette un risparmio de 46%.
I frollini con le gocce di cioccolato della linea Smart (prodotti da Balconi, Verona) costano 2,36 €/kg, quelli a marchio Esselunga (sfornati da Mavery, Bergamo) 3,94, il 40% in più. La percentuale di cioccolato è simile, i più economici però sono preparati con olio di palma, gli altri con olio di semi di mais e burro. Per risparmiare, i produttori utilizzano il più economico olio di palma. Un’analoga differenza si nota confrontando la crema spalmabile alle nocciole della linea Smart con quella a marchio Esselunga. La versione gialla nella confezione da 750 grammi, costa 2,60 €/kg, mentre il vasetto da 750 g marchiato Esselunga costa il 50% circa in più (3,99 €/kg). Entrambe le creme sono preparate dallo stabilimento cuneese di Nutkao, quella nel vasetto “giallo”, però è preparata con olio di palma e la percentuale di nocciole si ferma al 7% mentre l’altra non contiene olio di palma e le nocciole arrivano al 13%. Nella crema Smart la quantità di latte è inferiore rispetto al “siero di latte in polvere” usato per “ricostruire” il latte, inoltre il gusto è corretto con generici “aromi”, mentre nell’altra si usa “l’aroma naturale di vaniglia”.
Se preferiamo spalmare le fette biscottate con la confettura di albicocche della linea Smart, in confezione da 700 g, spendiamo 2,13 €/kg, mentre la confettura extra di albicocche a marchio Esselunga, in confezione da 350 g costa 5,12: più del doppio! Le differenze però non mancano. La più economica ha come primo ingrediente sciroppo di glucosio-fruttosio, sostanza molto utilizzata nell’industria in alternativa o in aggiunta al normale zucchero da tavola. La confettura nei vasetti gialli è prodotta in Belgio, e la frutta si ferma al 35%, mentre quella a marchio Esselunga è prodotta da Rigoni di Asiago e la frutta arriva al 55%. Entrambi i prodotti non hanno un grande valore nutrizionale, perché forniscono essenzialmente zuccheri, però le differenze sono innegabili.
È più difficile cogliere le diversità quando confrontiamo il succo d’arancia Smart e quello a marchio Esselunga. Un litro del primo costa 0,79 €, mentre per il secondo si arriva a 1,24. In entrambi i casi si legge “100% succo di arancia da concentrato”. Forse se fosse obbligatorio indicare l’origine della materia prima potremmo cogliere delle differenze, ma per frutta, verdura e carni lavorate non è ancora così.
Tirando le somme, abbiamo visto che facendo una spesa Smart si risparmia in media il 40%, a volte anche di più. Non si può parlare di qualità equivalente. In molti casi i prodotti più economici contengono una maggiore quantità di zucchero e meno ingredienti nobili. A volte può essere conveniente scegliere i prodotti più economici, anche se per fare scelte ponderate bisogna leggere e decodificare le etichette.
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[sostieni]
Giornalista pubblicista, laureata in Scienze biologiche e in Scienze naturali. Dopo la laurea, ha collaborato per alcuni anni con l’Università di Bologna e con il CNR, per ricerche nell’ambito dell’ecologia marina. Dal 1990 al 2017 si è occupata della stesura di testi parascolastici di argomento chimico-biologico per Alpha Test. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera. Dal 2016 collabora con Il Fatto Alimentare. Da sempre interessata ai temi legati ad ambiente e sostenibilità, da alcuni anni si occupa in particolare di alimentazione: dalle etichette alle filiere produttive, agli aspetti nutrizionali.
I sacchettoni di patatine fritte a marchio Fidel resistono in svariati Esselunga… per qualche strano motivo che, mi sa, va oltre alle scorte di magazzino perché i prodotti Fidel sono già spariti da troppo tempo e le scadenze non sono eterne.
Probabilmente le ditte produttrici hanno in casa ancora tonnellate di imballi Fidel e devono smaltirli prima di passare alla nuova grafica.
In merito al caffè, faccio presente che il 90%ed oltre dei prodotti presenti in commercio sono “miscele”, senza specificare il contenuto di robusta e arabica.
Questo non per intento fraudolento, per mantenere costante nel tempo il sapore è spesso necessario modificare varietà e provenienza del Caffè.
Come creare consumatori di serie A e di serie B. I prodotti del discount sono, a parità di prezzo, mille volte meglio di questi prodotti smart.
Esselunga secondo me sbaglia a non rimanere fedele alla qualità dei suoi prodotti! che peccato!
Questi prodotti sono assimilabili agli alimenti proposti negli hard discount. Bisognerebbe capire perché la catena ha deciso di investire su questa linea in modo così massiccio. Ormai le referenze alimentari sono diverse decine e il numero aumenta ogni settimana
Non hanno abbassato la qualità, hanno semplicemente rinnovato il marchio primo prezzo Fidel, che vendevano da anni. E che corrisponde né più né meno alla qualità ‘discount’. Niente di nuovo sotto al sole.
I prodotti dei discount sono spesso, non sempre, alla soglia minima di legalità, faccia caso anche ai richiami pubblicati su questo sito.
I richiami e i ritiri interessano in modo trasversale tutte le aziende e tutti i settori. Non ci sono elementi per supportare la sua tesi
Sig. La Pira, provi a contare quanti richiami di prodotti Eurospin e quanti di prodotti Esselunga pubblica sul suo sito.
Al di là di questo il prezzo non è un optional quando un prodotto costa troppo poco c’è un motivo, magari nessuno va all’ospedale ma io non lo darei da mangiare ai miei figli.
Signor Massimo, Eurospin ha migliaia di prodotti a marchio proprio. Esselunga vende Marche, e ha alcune decine di prodotti a marchio proprio. Non sappiamo quante analisi faccia. Se non si fanno analisi non si fanno richiami.
Annalisa, Esselunga ha meno referenze a marchio proprio di Eurospin, ma non certo decine.
Le analisi normalmente vengono fatte dalle autorità competenti, NAS e AST quando c’è un problema, altrimenti il distributore fa fare sporadicamente ai suoi fornitori qualche analisi, ma siccome sono costose, sono inversamente proporzionali al costo del prodotto.
Mi spiace se a Pioltello troveranno l’accostamento blasfemo, ma la grafica delle etichette dei prodotti smart Esselunga a me ricorda quella dei prodotti di primo prezzo che Coop lancio a inizio crisi e propose fino a qualche anno fa, con la stessa dominante di giallo solido (nei prodotti Coop c’era una stilizzazione di un salvadanaio in cui entrava una moneta da un euro).
Come nel caso del competitor, più che essenziale e antiretorica, l’etichetta è bruttina (quella di Esselunga è un po’ meglio, grazie alla stilizzazione della categoria merceologica, per quanto cheap).
Ho la sensazione che la scarnezza della confezione, più che al risparmio (a fare un’etichetta bella si spende come a farne una brutta, il maggior costo di una stampa in quadricromia rispetto alla bicromia si misura in frazioni di centesimo) tenda alla difesa con le unghie e coi denti della segmentazione.
Con tutta probabilità, il luminoso giallo acido Smart, oltre a rendere immediatamente individuabili a scaffale i prodotti della linea, avrà l’effetto secondario di disincentivare chi è in condizione di reddito e ha un minimo di senso estetico dal riempirci la dispensa (sai che colpo d’occhio al mattino, caffè giallo, latte giallo, biscotti gialli…).
Come nel caso della precedente (e abbandonata) linea Coop, trovo il design della linea Esselunga un po’ classista e vagamente crudele; sembra voler dire all’acquirente: sappiamo sia tu che noi che sei un poveraccio, di certo non ti facciamo portare in tavola un prodotto confezionato in modo accattivante, come tutti gli altri, quelli che abbiamo pensato per te devono portano le stimmate della tua condizione non solo nella composizione, ma con tutta evidenza fin dall’etichetta.
credo che in Esselunga abbiano scelto con ponderazione colore e formati.
Non ha tutti i torti, sembrani fatti apposta x non essere venduti, tuttavia, c’è una teoria sul package che dice che la bruttezza ispira economicità, questo anche è soprattutto per l’arredamento dei punti vendita
Salve
a me piacerebbe trovare nei vari reparti un angolo di prodotti italiani fatti con materie prime italiane. Senza dover perdere tempo nel decifrare le varie etichette. Non è un diritto del comparatore?
Ma lei è proprio sicura che i “prodotti italiani fatti con materie prime italiane” siano effettivamente migliori? Per esempio, non le dicono nulla gli scandali tipo prosciutto crudo Parma e San Daniele? Ha mai confrontato un burro italiano con uno che viene dall’estero, magari tedesco o irlandese? Si può poi acquistare prodotti italiani per ideologia (positiva, si intende, per difendere il lavoro italiano, ad esempio), ma forse sarebbe meglio indagare prodotto per prodotto e poi fare la scelta, non in base a un ragionamento, che talvolta è solo un pregiudizio.
PESSIMA IDEA risparmiare sul cibo.
Anche perché, al di là degli aspetti salutistici, l’ISTAT ricorda che la spesa degli italiani per l’alimentare variano dal 15 al 20% della spesa totale.
In quel rimanente 80-85% ci sono AMPI SPAZI per risparmiare concretamente e saggiamente
Brava gente chi risparmia sul cibo e poi piange e si dispera all’Humanitas.
Per il black friday i soldi non mancheranno certamente per comperare tecnologia, vestiti ecc ecc
Sono d accordo con te, Paola. Vedo gente che quotidianamente compra il suo pacchetto di sigarette, compra il gratta e vinci, si rifà le unghie dall estetista, non manca il tatuaggio all ultimo grido, ma poi vuole risparmiare sul cibo perché non ha denaro. Conosco…conosco…
Non uso i prodotti alimentari della linea Smart,ma altri prodotti li trovo buoni e li uso normalmente:carta igienica,rotolini,salviette umide fazzoletti,….