Una lettrice ci segnala un suo dubbio sull’etichettatura di un macinato di carne Esselunga. Di seguito la risposta della catena di supermercati.
“L’altro giorno all’Esselunga ho comprato della carne macinata della marca del supermercato “Naturama”, pensando ci fosse solo carne di suino all’interno. A casa ho unito la carne ad altri ingredienti e ho cominciato a impastare a mano, in breve tempo sulla parte interna del polso ho cominciato a sentire un forte prurito ed è comparsa una zona rosa acceso, come per una reazione allergica.
Allora ho letto bene l’elenco degli ingredienti e ho scoperto che in realtà si trattava di un preparato a base di carne di suino per il 94%, e che conteneva anche altri ingredienti, tra cui uno al quale sono allergica. Non mi sembra per niente corretto com’è stato nominato questo prodotto sul fronte della confezione. Sarebbe bastato scrivere “macinato a base di carne di suino”.
Di seguito la risposta della catena di supermercati.
In merito alla Sua segnalazione, la referenza Trita di Suino Naturama è una preparazione di carne, come correttamente indicato in etichetta sul fronte della confezione. Le preparazioni di carne sono definite nel Reg. CE 853/04 come carni fresche, incluse le carni ridotte in frammenti che hanno subito un’aggiunta di prodotti alimentari, condimenti o additivi.
Per quanto riguarda la presenza di allergeni, la normativa prevede una lista precisa di allergeni la cui presenza deve essere indicata in etichetta e il prodotto da Lei citato non contiene nessuno di tali allergeni.”
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Suggerisco alla signora innanzitutto di leggere sempre le etichette, non ci vuole molto.
Suggerisco anche di evitare di comprare macinato al supermercato, tantomeno quelli a cui vengono aggiunti additivi per mantenere un bel colore…a 9 euro al kg poi le hanno rifilato un bell’affare.
Concordo… si vuole risparmiare e va bene..ma non pretendere il top e l’etichetta è ben Chiara. Mi sembra una polemica sterile..
Io invece sono costernato dagli interventi di molti lettori, sembra di leggere i commenti dei rancorosi ormai predominanti sui quotidiani…
A 9 euro al KG dal mio macellaio, sicuramente ci trovo sempre la fettina di capocollo. Quindi non venitemi a dire che la carne TRITA costava poco per ciò ti riprovi il 6 % di prodotti estranei alla carne!
A quel prezzo anche io vedendo l’esposizione di sigilli e timbri sulla confezione in frontespizio avrei comprato anche io ad occhi chiusi (salvo una mia ritrosia per la triata specie al super).
Se perfino il legale trova plausibile non capisco perché dei lettori (di parte?) dia della sprovveduta alla signora che acquista in un supermercato top non in un disconut…
MaxTO, io dicevo l’opposto, a 9 euro se sai come e dove comprare, ti fai un macinato di super qualità in casa.
Ma nei negozi i prezzi non vogliono dire molto, facendo leva appunto sulla tantissima gente che compra di fretta e senza leggere le etichette, vendono anche roba di qualità non certo ottima a prezzi che non sono certo bassi.
Trovo assurdo che la signora si sia arrabbiata. Ha letto “100% suino italiano”, attribuendo quella percentuale a cosa fosse contenuto nella confezione, che poi riportava perfettamente gli ingredienti sul retro. E questa testata che non lo spiega, fa il gioco della signora, come se Esselunga avesse risposto ‘fatti tuoi, siamo in regola’. Eh no cari: “100% suino italiano” è giusto, se il maiale è italiano, non c’è scritto “c’è solo carne suina dentro”. Per paradosso, poteva anche esserci i 5% di carne suina, 100% italiano. Qui il problema è l’ignoranza, l’analfabetismo funzionale (e la sottile malafede/incompetenza di chi ha scritto l’articolo)
@Jerk, La testata ha dato spazio alla risposta dell’azienda. Più di così… Per fortuna che c’è Lei che ha capito tutto!
Io sono allibito da come la gente sia pronta a creare polemica per errori commessi da se stessi, come ha risposto la catena di supermercati gli ingredienti sono ben scritti sull’etichetta e il tutto è a norma di legge, compresa la definizione dell’alimento, mi dispiace dirlo ma questa persona farebbe bene a leggere l’etichetta di qualsiasi cosa compri e se non lo fa la colpa è sua e non dell’azienda che vende il prodotto.
L’ultimo concorso con premi avevo prenotato una bicicletta, con contributo di 199 euro,che non è mai arrivata, ho chiesto il rimborso ,dopo varie telefonate al numero verde e sollecitando il punto vendita ,ho avuto il rimborso con carta prepagata da spendere presso il loro punto vendita! Stasera mi reco per prendere altri premi ma ne sono sprovvisti! Cosa li fate a fare i concorsi a premi?
Per non parlare dei prodotti segnalati nei loro volantini con sconti fino al 50%, che il sabato mattina non trovi in assortimento. È successo non una volta..e la loro giustificazione è il solito camion che non ha consegnato. Vi sembra possibile che il prodotto non si trova nello scaffale da ben due settimane? Il prodotto è made in Italy da dove arriva il camion dalla Cina?
Quale sarebbe l’alimento che provoca allergia alla cliente?
Dall’etichetta, infatti, non risulta presenza di allergeni classici…
C’è una (piccola) quota di persone intolleranti o allergiche all’acido citrico, così come alla barbabietola.
La reazione può essere l’arrossamento (quando non dipenda dal contatto col succo di barbabietola concentrato) o l’orticaria riferita dalla lettrice.
La normativa UE richiede sia data particolare evidenza agli allergeni più diffusi e con effetti più significativi, non a tutti i possibili allergeni (per esempio, non prevede particolare evidenziazione di fragole o kiwi), altrimenti si dovrebbe evidenziare praticamente tutti gli ingredienti.
Motivo per cui chi soffre di allergie “orfane” deve verificare con cura l’elenco ingredienti.
A volte si sbaglia… Non si dovrebbe acquistare un prodotto con il 94%di carne Peccato che sia etichettato in fronte confezione come carne cruda trita e tanti loghi e info che ispirano qualità.
Non capisco il senso della segnalazione… Bastava leggere l’etichetta e non solo ciò che era scritto con caratteri più grandi…..
Ultimamente ho comperato della carne di vitello (fettine) allevamento in Olanda, durissime. Come mai?
Come le ha cucinate?
Considero Esselunga la migliore fra le catene di supermercati presenti in Italia: in termini di qualità , rapporto qualità prezzo, trasparenza informativa. Preciso che non ho interessi personali con Esselunga. Conosco Esselunga da anni e , a parte qualche errore di qualche dipendente della gastronomia, che si è permesso di spazzare con una normale scopa durate la vendita, ho sempre trovato un’organizzazione in sintonia con la qualità dei prodotti. Mi son permesso questo intervento perché ritengo corretto lamentarsi, tanto quanto far risaltare la qualitaà di un servizio.
Mi piacerebbe trovare Esselunga anche nel centro-sud dell’Italia.
Trito di carne sicuramente è corretto quanto risponde Esselunga ma precisare che “preparazione” è scritto sul fronte dell’etichetta e ben leggibile mi sembra scorretto. Diciamo che il nome commerciale utilizzato e’ ingannevole, come fanno tutti per nascondere il più possibile il fatto che nn ci troviamo di fronte ad un pezzo di carne macinato ma ad un pezzo di carne macinato con l’aggiunta di un 6% di altro che non è carne. Saluti Paolo Luperini
Il commento della signora é fuori luogo e inopportuno, da adito a pensare ad altre finalitá. Sono troppi anni che la Esselunga é sul mercato per cadere in errori cosí grossolani.
L’acquirente deve leggere l’etichetta. Il commerciante deve esporle in modo chiaro e leggibile
L’etichetta è ben chiara. La signora non l’avrà nemmeno letta. No comment
Qualcuno sa perché Esselunga non vende carne di cavallo?
Perché, come altri, lo considera animale da affezione, come un cane o un gatto.
La storia e’ semplice. Scrivendo “SUINO 100% italiano” si puo’ essere indotti a pensare sia “100% SUINO italiano” anziche’ quello che e’, cioe’: 94% SUINO italiano + altre cose. Sta tutto qui. Complimenti a ESSELUNGA per essere riuscita nell’intento, pur rispettando tutte le normative. La fiducia e’ difficile da guadagnare e facile da perdere.
Il fatto che ognuno oramai interpreti a proprio piacimento tutto, non fa di Esselunga il colpevole della situazione.
A maggior ragione perché è un “macinato” e non un prodotto intero, fa della lettrice la classica acquirente che non legge le etichette.
È chiaramente indicato che la carne di suino usata è al 100% ITALIANO, non che sia il 100% di contenuto.
Il problema è che non ti aspetti di acquistare carne trita con qualcos’altro aggiunto, certo l’Esselunga è in regola con le leggi ma il consumatore è po’ raggirato, non si può certo dire di no.
Io ho il pallino di leggere le etichette perchè lavoro nel settore ma il consumatore standard, penso a mia mamma, sicuramente no.
Ma c’è proprio bisogno di fare queste aggiunte?
sì, silvia. Non è per gioco. Se vuoi che ‘duri’ in frigorifero per alcuni giorni, ci vuole una sostanza che inibisca la proliferazione di batteri. Se a casa la cucini poco cotta, dopo alcuni giorni (che puzza pure) e stai male, giustamente fai causa al supermercato, se non ti ha scritto e messo dentro un conservante.
Sennò ti fai tritare la carne al banco e vai tranquilla che non c’è altro dentro. Il problema però è che non vi informate.
Leggo i vari commenti e devo aggiungere che l’acido ascorbico non è di per se dannoso, ma è pur sempre un composto chimico, tale ingrediente che esiste naturalmente in alcune piante, è presente in conservanti naturali che io commercializzo e che sono sempre stati respinti immotivatamente da Esselunga.
Naturama, l’utopica citta del futuro dove i supermercati offriranno prodotti sani e genuini, dove al 100% potrai fidarti delle scritte sui prodotti, senza aggiunte poco chiare, e provenienze per ogni voce dichiarata, la citta dove i super saranno super attenti ai plausibili fraintendimenti dei propri clienti perché interessati e mossi secondariamente dal guadagno di denaro ma principalmente dal rispetto del prossimo ..
Esselunga come sempre da il suo meglio più nella comunicazione che nei prodotti.. very..smart mi verrebbe da dire, su uno sfondo giallo abbagliante
Hai ragione da vendere, non me lo aspettavo né dal supermercato né dal tipo di “label” come dicono loro. Sono due giorni che guardo le etichette del macinato buono (pari prezzo), e non ha queste sostanze…
Invece, avete torto in 2 (o più)!
Il fatto che sia TUTTO, ma proprio TUTTO indicato in etichetta, che errore avrebbero commesso Esselunga ed il produttore??
Se vi scrivono tutto, i colpevoli siete voi che prendete e gettate nel carrello a caso
In effetti c’è contraddizione tra l’etichetta del face (quella davanti) a la retroetichetta.
L’etichetta del face presenta il prodotto in modo rassicurante; mentre quella del retro, pur attenendosi a tutte le norme Reg. CE 853/04 dice che in effetti quella carne, comunicata nell’altra etichetta come carne Naturama contiene coloranti e conservanti.
Comunque c’è anche una piccola furberia visto che per fare sembrare bella “rossa” la carne che contiene una certa quantità di grasso, si impiega il concentrato di barbabietola.
Concludendo, sembra che Esselunga ci tenga molto al benessere in allevamento (etichetta del face) , e forse, un po’ meno al consumatore (retroetichetta).
Tra l’altro si potrebbe dire che non è un prodotto fresco ma conservato, con conservanti e atmosfera modificata che ne prolungano la scadenza.
Mi piacerebbe si aprisse un sondaggio sull’uso del termine “carne macinata”, estremamente errato dal punto di visto tecnologico, non essendo la carne “macinata” ma piuttosto “tritata”, come correttamente indicato in etichetta. La mia sensazione è che l’uso del termine “carne macinata” sia di origine meridionale. Purtuttavia, testi legislativi come il Regolamento CE 1441/2007 sui criteri microbiologici riporta il termine “carne macinata”, a mio avviso tradotto in malo modo dalla versione inglese del regolamento dove è riportato “minced meat”. Curiosità, se provate a tradurre con Google “minced meat” il risultato è “carne macinata”, il risultato della traduzione di “minced flour” è “farina tritata”, grandioso!!!
Io farei leggere tutti i commenti di questa pagina a tutti coloro che sono indifferenti o favorevoli alle etichette ingannevoli, ma ormai ammesse a livello europeo (c’è ancora la speranza che il legislatore italiano non si adegui passivamente, ma la campagna mediatica delle multinazionali è pressante) dei nuovi prodotti a base vegetale che scimmiottano quelli a base di carne (i vari beyondburger o naturburger eccetera).
Le obiezioni che avanzano infatti sono che “basta leggere l’etichetta”, “la gente non è mica scema”, “al super hai solo da leggere gli ingredienti”, “chi vuoi che si confonda”, “se dietro c’è scritto che non c’è carne allora va bene”, “la spesa non la fai mica di fretta” eccetera… ossia l’esatto contrario di quanto hanno correttamente rilevato praticamente tutti i commentatori qui sopra.
Isola felice di consumatori attenti e consapevoli quella di questa pagina, o isola altrettanto felice di consumatori fiduciosi nell’umana natura in quell’altra?