I manifesti di Esselunga che invitano a fare la spesa lasciando intendere che si può ottenere un bonus di 10 euro per il pieno di benzina sono scorretti. “La promessa di sconto – secondo la decisione presa il 23 settembre dal Comitato di controllo del Giurì dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria – è incompleta e può indurre in errore”.
Il manifesto apparso a Milano, promette 10 euro di sconto nei distributori Q8, ma precisa con caratteri tipografici difficili da leggere, che la promozione scade l’11 novembre 2014, che è riservata solo ai clienti titolari di carta Fidaty” e che, per avere la riduzione di prezzo, bisogna fare un rifornimento minimo di 40 euro. C’è di più, secondo il Comitato di controllo il testo non specifica che lo sconto si ottiene a rate, visto che Esselunga elargisce uno buono da 2 euro ogni 25 di spesa. “La comunicazione – si legge nella decisione – contrasta con il principio di “autosufficienza informativa” del messaggio, volto ad evitare il cosiddetto “primo aggancio” del consumatore”.
La sentenza riguarda solo i manifesti. Questo vuol dire che secondo le regole del Giurì, i banner sui siti possono restare anche se i problemi evidenziati sono analoghi (vedi foto in alto). Si tratta di una contraddizione che abbiamo già riscontrato in altre decisioni del Comitato di controllo e di una strana interpretazione delle regole sulla correttezza pubblicitaria. Perché se il manifesto viene censurato il messaggio su internet può continuare? In questo modo si vanifica l’efficacia del provvedimento e anche la sentenza perde di autorevolezza.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Ma lasciate stare questa azienda che è una delle poche in Italia a fare fatturato,pagare le tasse e creare migliaia di posti di lavoro.
Il fare fatturato, pagare le tasse e creare migliaia posti di lavoro NON PUÒ CONDONARE LA SCORRETTEZZA NEI CONFRONTI DEL CONSUMATORE!!!
Completamente in disaccordo con la sentenza.
Questa è una delle operazioni commerciali più FAVOREVOLI per il consumatore,pagare per 2 mesi il carburante al 75% ( 30€ ogni 40 ) trovo che sia qualcosa di UNICO,non a caso nessun competitor è in grado di proporre qualcosa di simile.
Perchè lo sconto è vero e reale e parlare di bufala è una grandissima stortura,la bufala è quando prometti e non mantieni,tutto il contrario di quanto fà Esselunga.
Dev’essere che dà molto fastidio alla concorrenza non in grado di competere con l’eccellenza di Esselunga la ragione più profonda per cui ci si attacca ai cavilli.
Intanto le carte non si rovesciano: il buono da 10€ c’è eccome e io continuo ad accumulare e a risparmiare!
LA CHIAREZZA PRIMA DELLA CONVENIENZA!!!
Sulla pubblicità non dico nulla, purtroppo sino a xche sarà permesso il solito asterisco che rimanda a piccole scritte, che chiariscono punti vincolanti, non si andrà da nessuna parte.
È interessante segnalare come sono cambiate le modalità del buono sconto anno dopo anno riducendo sempre di più il vantaggio per il consumatore.
– Nel 2012 si aveva diritto ad un buono di 8 € a fronte di una spesa minima di 50 €.
– Nel 2013 si riceveva un bollino ogni 20 € di spesa (5 bollini = 10 € di sconto Q8), cosa che facilitava anche chi faceva una spesa di basso importo. La differenza è notevole perché se l’anno prima con 100 € di spesa 2 da 50 €)si ottenevano 16 € di sconto, nel 2013 l’ammontare del buono scendeva a 10 €.
– Nel 2014 lo sconto si ottiene a rate, visto che Esselunga elargisce uno buono da 2 euro ogni 25 di spesa, con l’aggiunta che ci sono alcuni articoli, ben evidenziati sugli scaffali, che contribuiscono in maniuera variabile all’accumulo della somma destinata allo sconto.
Esselunga pensava forse di attirare la clientela non fidelizzata, ingolosita dalla cifra stampata in calce allo scontrino. Leggere infatti sullo scontrino “Buoni carburante accumulati € 8,00″ diventa uno stimolo per conquistare quei 2 € mancanti per avere il buono ed allora ecco che devi andare a fare una spesa di almeno 25 € che, va da sè, saranno magari 30 o più…
Temo che questa volta quelli del marketing abbiano sbagliati i calcoli…. È vero che “a caval donato non si guarda in bocca”, tuttavia ritengo sia una promozione che ha perso lo slancio, e infatti non c’è la ressa di nuovi clienti vista gli scorsi anni e neanche alla Q8 si vedono file di auto, al limite della rissa.
La promozione e’ buonissima, fai la spesa e ti ritrovi 10 euro gratis di benzina. Come si fa a contestare una simile promozione???
La promozione e’ ottima, contestarla mi sembra assurdo e inutile.
La promozione può essere ottima, ma è formulata in modo scorretto ed è stata censurata.
Io francamente preferirei che non ci fosse la promozione e quei soldi li scalassero direttamente dal costo per il consumatore dei prodotti perchè quegli euro li anticipiamo tutti noi con il ricarico maggiorato sui prodotti.
Concordo. Simili iniziative sono da censurare, gli sconti andrebbero fatti seduta stante e non a posteriori, anche se devo ammettere che questa in argomento è lodevole. Mi sorge il dubbio: ma del consumatore e chi frega veramente ?
Il messaggio pubblicitario è ingannevole, non c’è dubbio. Quel che è peggio è che queste come altre promozioni non sono a spese dei supermercati ma dei fornitori, che affogano anche per questo motivo. Tenetene conto quando le apprezzate.. Lo scorso anno per la promozione sul carburante Esselunga mandò al fornitore di pasticceria per il quale lavoravo una comunicazione, nella quale si spiegava che avrebbe dovuto coprire parte della cifra di questi buoni, calcolata in percentuale sulle vendite. Coop e altri non sono migliori, quando un prodotto è venduto scontato il supermercato ha chiesto (imposto) al fornitore di “fare una promozione” cioè vendere al supermercato a un prezzo ribassato, per esempio, del 10%. Considerato che i prezzi di acquisto ai fornitori coprono a malapena le spese, è naturale che questi accusino il colpo.
Anch’io approfitto dei supermercati e delle promozioni, perché non mi posso permettere di fare altrimenti, ma è un sistema deleterio per l’economia.