Dopo aver dichiarato lo scorso marzo il glifosato “probabilmente cancerogeno per l’uomo”, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’Organizzazione mondiale della sanità ha classificato un altro erbicida, il 2,4-D, come “potenzialmente cancerogeno per l’uomo”. La pericolosità di questo secondo erbicida si pone a un livello inferiore rispetto al glifosato (nella descrizione troviamo l’avverbio “potenzialmente”, anziché “probabilmente”). La decisione dello Iarc è stata presa sulla base di prove che hanno ritenuto la sostanza “inadeguata” per l’uomo e “limitata” per gli animali. Secondo lo Iarc, ci sono forti evidenze che il 2,4-D induca stress ossidativo nelle cellule, un meccanismo che può agire anche sugli esseri umani, oltre a moderate evidenze sul fatto che causi immunosoppressione. Tuttavia gli studi epidemiologici non hanno riscontrato forti o consistenti incrementi del rischio di sviluppare forme di cancro in relazione all’esposizione.
Il 2,4-D è in commercio dal 1945 ed è ampiamente utilizzato contro le erbe infestanti in agricoltura, in silvicoltura e in ambienti urbani e residenziali. L’esposizione al 2,4-D può riguardare chi lavora alla sua produzione e applicazione, ma anche la popolazione in generale, che può essere esposta attraverso il cibo, l’acqua e la polvere, oppure durante le applicazioni in ambito residenziale.
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