Usa: è allarme per l’epatite A causata da fragole surgelate. Allertate le strutture di ristorazione. Epidemia simile a quella italiana del 2013 con 1780 casi
Usa: è allarme per l’epatite A causata da fragole surgelate. Allertate le strutture di ristorazione. Epidemia simile a quella italiana del 2013 con 1780 casi
Beniamino Bonardi 9 Novembre 2016Negli Stati Uniti si estende alle scuole, ai ristoranti e alle strutture di ristorazione collettiva di tutto il paese l’allerta per il focolaio di epatite A provocato da fragole surgelate importate dall’Egitto e prodotte dall’International Company for Agricultural Production and Processing (ICAPP). L’epidemia iniziata nel mese di maggio 2016 ha colpito circa 134 persone in nove Stati, con 52 ricoveri in ospedale. Il 30 ottobre l’ICAPP ha richiamato tutte le fragole surgelate esportate negli Usa dal 1° gennaio 2016, dopo che quattro campioni sono stati trovati positivi all’epatite A.
Inizialmente, l’allerta era limitato ai negozi della catena Tropical Smoothie Café in un’area geografica circoscritta, con al centro la Virginia, dato che le prime persone colpite avevano quasi tutte riferito di aver bevuto succhi di frutta con fragole presso questi negozi, che dopo le segnalazioni in agosto avevano provveduto a cambiare fornitore. Ora l’allerta è stato esteso a tutti i servizi di ristorazione collettiva degli Stati Uniti. Sebbene la Food and Drug Administration (FDA) abbia pubblicato i nomi dei cinque distributori che hanno importato dall’Egitto le fragole surgelate di ICAPP, l’Agenzia e i distributori non hanno divulgato i nomi delle catene e dei locali che hanno acquistato le fragole oggetto di richiamo.
Come riferisce Food Safety News, le informazioni sono state fornite solo dai Dipartimenti della Salute della California e del Michigan, le cui liste comprendono, rispettivamente tremila e cento acquirenti interessati al richiamo delle fragole surgelate.
I sintomi dell’epatite A si manifestano da 15 a 50 giorni dopo il consumo di un cibo o una bevanda contaminati. Tra il 2013 e il 2015, in varie parti del mondo ci sono stati allerta per la vendita al dettaglio di frutti di bosco surgelati contaminati dal virus dell’epatite A. In Italia i casi sono stati circa 1.780 e il Fatto Alimentare è stato uno dei pochi siti a seguire e a raccontare l’intera vicenda .
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Ricordo bene le informazioni dell’epidemia di Epatite A da frutti di bosco divulgate da Il Fatto e ricordo anche che siamo rimasti in sospeso con un quesito allora posto da La Pira al Ministero della Sanità, che aveva sottovalutato la diffusione dell’epidemia.
Il quesito posto riguardava l’origine delle contaminazioni, in considerazione del fatto che la surgelazione conserva il virus se già presente, ma non lo può certo creare e la domanda sorge spontanea:
Gli stessi frutti freschi contenenti il virus in origine e non surgelati, che strada e mercato hanno preso?
Siamo ancora in attesa di risposte dalle autorità sanitarie, mentre le sorgenti virali si riattivano e si replicano se non si fa chiarezza e controlli preventivi all’origine dei focolai.