A seguito dell’ultimo articolo pubblicato sul sito a proposito di energy drink abbiamo ricevuto una lettera da Assobibe, che chiarisce alcuni punti.
Spett. redazione in riferimento all’articolo pubblicato su Il Fatto Alimentare in data 7 novembre scorso, dal titolo “Energy drink: secondo l’Oms la vendita e la pubblicità delle lattine andrebbero regolamentate”, si ritiene opportuno precisare i seguenti aspetti:
1. Lo studio in questione non rappresenta una posizione dell’Organizzazione Mondiale della Salute. Gli stessi autori hanno chiarito che le opinioni espresse “non rappresentano necessariamente decisioni ed indicazioni dell’OMS”. Lo studio non ha peraltro considerato altri rilevanti documenti scientifici disponibili.
2. Vendita e pubblicità sono già regolamentate in UE. L’impiego massimo di caffeina è stato fissato dalle Autorità che hanno disposto indicazioni aggiuntive in etichetta quali “tenore elevato di caffeina” e – dal prossimo dicembre – “Non raccomandato per i bambini, e durante la gravidanza e l’allattamento”.
3. Le imprese che operano in Italia, associate ad Assobibe, hanno inoltre implementato da anni anche un’autoregolamentazione per le attività di promozione e vendita di queste bevande analcoliche funzionali. Per dettagli si rinvia al sito www.infoenergydrink.it. Tra le limitazioni si evidenzia:
• evitare di promuovere gli energy drink in abbinamento con l’alcol;
• evitare di promuovere benefici neutralizzanti rispetto agli effetti dell’alcol;
• evitare la commercializzazione nelle scuole primarie e secondarie, nonché dintorni delle scuole e nei canali diretti ai bambini sotto i 12 anni;
• evitare iniziative promozionali in prossimità delle scuole primarie e secondarie;
• non promuovere, descrivere, giustificare o avallare il consumo eccessivo della bevanda;
• promuovere il suggerimento “consumare moderatamente”, o una dichiarazione similare, oltre a “Non raccomandato per bambini, gestanti e persone sensibili alla caffeina”.
4. Una lattina di energy drink da 250 ml contiene una quantità simile a quella di una tazzina di caffè.
Rimaniamo a disposizione per informazioni, chiarimenti ed eventuali contributi sul tema e, con l’occasione, porgiamo i più cordiali saluti.
David Dabiankov (direttore Assobibe)
Il codice di autoregolamentazione di Assobibe è un’iniziativa interessante ma andrebbe anche rispettato. Basta ricordare le numerose pubblicità scorrette e ingannevoli di Red Bull censurate da Agcm e Iap in Italia, oltre a quelle ricevute all’estero, per capire che la situazione non è proprio ottimale. Essendo poi Red Bull leader di mercato la questione diventa delicata perché, proprio per la posizione che occupa, dovrebbe dare il buon esempio.
Il Fatto Alimentare ha scritto oltre una decina di articoli sulle furberie di Red Bull, rilevando da parte dell’azienda una certa abitudine a non rispettare le regole, oltre che la volontà di proporre i messaggi chiaramente destinati a i bambini. Inviterei Assobibe a vigilare sul rispetto delle regole che si è data e a riflettere sul comportamento di alcuni soci.
RLP
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