Energy drink e alcol: per gli adolescenti sono come cocaina. Nuovi studi confermano i pericoli associati al consumo combinato delle due bevande
Energy drink e alcol: per gli adolescenti sono come cocaina. Nuovi studi confermano i pericoli associati al consumo combinato delle due bevande
Agnese Codignola 16 Novembre 2016Per il cervello degli adolescenti sono come la cocaina. Negli animali, l’associazione di energy drink e bevande alcoliche produce effetti simili a quelli derivanti dall’assunzione di stimolanti come la cocaina, e per questo andrebbe assolutamente evitata. Sono questi i preoccupanti risultati pubblicati su PLoS One di uno studio della Purdue University, che dimostra come la miscela di alcol e bevande energetiche ha effetti sinergici negativi e duraturi sul cervello, al punto che alcune conseguenze gravi si ritrovano molto chiaramente nell’età adulta. Lo studio è stato condotto su un modello animale affidabile, convalidato da tempo e utilizzato in molti studi sulle sostanze d’abuso (topi di età paragonabile all’adolescenza, sottoposti a dosi di sostanze simili a quelle assunte dai ragazzi).
Negli animali l’assunzione di alte dosi di caffeina e alcol si traduce in un aumento dell’attività motoria, del tutto simile all’effetto ottenuto somministrando cocaina, e decisamente superiore a quello che si vede quando le due sostanze vengono somministrate singolarmente. Inoltre, nel cervello si nota l’aumento di una sostanza chiamata delta FosB, sempre elevata nei consumatori abituali di droga e associata a modifiche anatomiche di alcune aree cerebrali.
Le modifiche strutturali del cervello, spiegherebbero perché i topi adulti che hanno bevuto energy drink e alcol da giovani hanno comportamenti diversi rispetto al gruppo di controllo. Si nota infatti una tolleranza alla cocaina, cioè una minore sensibilità agli effetti. E questa non è una buona notizia: per avere l’effetto desiderato sono necessari dosaggi della sostanza più elevati e lo stimolo ad assumere lo stupefacente è più potente. Come controprova agli stessi animali è stata somministrata saccarina, una sostanza capace di agire sui centri della ricompensa come la cocaina. Anche in quel caso gli animali abituati fin da giovani ad assumere alcol e caffeina hanno avuto bisogno di dosaggi maggiori.
A ulteriore conferma della pericolosa combinazione, in uno studio uscito sempre in questi giorni su Alcohol, gli stessi autori hanno dimostrato che da soli gli energy drink non hanno effetti di questo tipo. Invece, sarebbe l’insieme di sostanze a elevato contenuto di caffeina e alcol a determinare cambiamenti strutturali nel cervello. Queste modifiche, che avvengono soprattutto nei centri nervosi coinvolti nella ricompensa, si traducono poi in propensione ad assumere altre sostanze.
Dopo le osservazioni sui giovani, giungono dunque i dati di laboratorio a confermare che energy drink e alcol non andrebbero mai mescolati. I rischi infatti non sono solo immediati, come per chi si mette alla guida o ha disturbi cardiaci non diagnosticati, ma anche e soprattutto a lungo termine.
E i guai non sono finiti per gli energy drink. Il British Medical Journal ha raccontato il caso di un operaio cinquantenne della Florida ricoverato per un improvviso aggravamento di un’epatite C cronica che aveva da anni. I medici hanno scoperto che l’uomo assumeva da tre settimane 4-5 energy drink al giorno per tollerare la fatica e hanno attribuito a uno dei componenti di queste bevande, la niacina, l’effetto tossico sul fegato. E in effetti la crisi è rientrata quando l’uomo ha cessato di assumere l’energy drink.
La dose giornaliera consigliata di niacina, o vitamina B3, utile e innocua alle giuste concentrazioni, è di 17 milligrammi per gli uomini e di 13 per le donne. Gli effetti tossici di norma sono visibili oltre i 500 mg e una lattina di energy drink in media ne contiene 40 mg. Quindi, anche assumendo 5 lattine al giorno, si dovrebbe restare ben al di sotto della soglia di rischio. Tuttavia le persone con malattie del fegato hanno un metabolismo più complesso e non riescono a smaltire come gli altri alcune sostanze. Secondo gli autori bisognerebbe quindi aggiungere un avviso specifico per le persone con funzionalità epatica ridotta. Tra epatiti virali, alcoliche e associate all’obesità, le persone con deficit epatici sono milioni nel mondo e potrebbero correre rischi anche seri. Inoltre i ricercatori fanno notare che non sono mai stati valutati nel dettaglio tutti gli ingredienti, cosa ora indispensabile, vista la grandissima diffusione di questi drink.
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Giornalista scientifica