Dopo la tarma della farina, arriva anche la locusta. Il Comitato di esperti sulla nutrizione, i novel food e gli allergeni alimentari (Nda) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare si è espresso favorevolmente sulla sicurezza di questo insetto, in formulazioni congelate ed essiccate. Il parere scientifico era stato richiesto dalla Commissione europea, che ora dovrà decidere se autorizzare al commercio le locuste, come ha fatto a maggio con le larve delle tarme della farina (Tenebrio molitor).
L’Efsa ha valutato la sicurezza alimentare degli adulti degli insetti della specie di insetti Locusta migratoria, in diverse formulazioni: surgelati ed essiccati senza zampe e senza ali, oppure macinati interi. Le locuste, si legge nel documento, non presentano particolari problemi di sicurezza: sono alimenti composti principalmente da proteine, grassi e fibre e la concentrazione di contaminanti in essi contenuta dipende direttamente dai livelli presenti nei mangimi utilizzati nel loro allevamento.
Gli esperti dell’Efsa hanno quindi concluso che, considerando la composizione di questi alimenti e le condizioni d’uso proposte, il consumo di locusta non è considerato né svantaggioso da un punto di vista nutrizionale, né pericoloso per la popolazione generale. Tuttavia è possibile, secondo l’Autorità, che nelle persone con allergie a crostacei, acari e/o molluschi possano verificarsi reazioni allergiche. Lo stesso problema era stato sollevato anche per la tarma della farina.
Locuste e tarme sono i primi due insetti a ricevere parere positivo per l’autorizzazione come novel food. Con questo termine, secondo la normativa europea in materia, si definiscono tutti gli alimenti che non siano stati consumati “in maniera rilevante” prima del maggio 1997, che vengono autorizzati dalla Commissione europea caso per caso, come stabilito dal regolamento (UE) 2015/2283. Ma nella lista dei nuovi alimenti non ci sono solo gli insetti: nel corso degli anni sono stati approvati cibi che ormai sono diventati familiari per molti consumatori come l’alga spirulina o i semi di chia. Sono sottoposti al regolamento anche cibi provenienti da Paesi lontani, come il baobab, le sostanze ricavate da fonti già note ma non utilizzate prima in forma isolata – per esempio il licopene estratto dal pomodoro – e gli alimenti prodotti con nuove tecnologie che potrebbero interferire con le caratteristiche nutrizionali.
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