Il 20 giugno, in occasione del Forum di alto livello sul miglioramento del funzionamento della filiera alimentare, la Commissione europea ha riunito alcune organizzazioni dell’industria agroalimentare, le ong specializzate e le autorità per la protezione dei consumatori degli Stati membri, per discutere del doppio standard di qualità dei prodotti alimentari.
La questione era stata sollevata lo scorso marzo da Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca, durante un Consiglio dei ministri dell’Agricoltura dell’Unione europea. Il problema, avevano denunciato i ministri dei tre Stati, è che alcuni prodotti con lo stesso nome e la stessa confezione hanno differenti livelli di qualità, gusto e ingredienti, a seconda dei Paesi, pur avendo sovente il medesimo nome del produttore sull’etichetta. I rappresentanti dei tre Stati del Centro Europa avevano illustrato i risultati di alcuni test, chiedendo alla Commissione Ue di portare avanti azioni appropriate, compresa un’eventuale iniziativa legislativa.
Le preoccupazioni e le richieste dei tre paesi, erano state appoggiate da altri Stati che, pur osservando come questi prodotti siano sicuri ed etichettati in conformità alle regole europee, sottolineavano i rischi di una pratica potenzialmente fuorviante nei confronti dei consumatori. La commissaria europea ai Consumatori, Vera Jourova, si era impegnata a seguire la situazione e aveva chiesto agli Stati dell’Ue di raccogliere prove e inviarle alle autorità nazionale e alla Commissione, affinché potesse valutare l’entità del problema e decidere una risposta. La Commissione Ue ha fatto sapere che le prove ricevute da 21 Stati membri “non consentono, per il momento, di rilevare anomalie di mercato, l’esistenza di una differenziazione strutturale dei prodotti verso una qualità inferiore o un contenuto nutrizionale minore sui mercati europei, in particolare dei paesi dell’Europa orientale, che hanno sollevato questo potenziale problema”.
I partecipanti hanno concordato che la questione continuerà ad essere discussa dalle parti interessate nell’ambito del Forum e della rete di cooperazione delle autorità per la protezione dei consumatori. Il Centro comune di ricerca della Commissione europea si è impegnato a riflettere su una metodologia comune, la cui istituzione consentirebbe di migliorare l’analisi dei prossimi studi comparativi condotti dalle autorità nazionali.
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Purtroppo è vero che c’è il doppio standard tra paesi dell’Europa Occidentale e quella Orientale
Un esempio: biscotti al burro Leibniz della Bahlsen venduti in Germania,Italia e altri paesi europei occidentali contengono 12 % burro e sono senza olio di palma.
Stessi biscotti venduti in Polonia contengono soltanto 5 % del burro e al terzo posto tra gli ingredienti trovamio il famigerato olio di palma subito dopo farina e zucchero.
La stessa marca, stesso prezzo, due liste ingredienti differenti