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Il regime alimentare deve essere anche sostenibile, oltre che sano

Una dieta sostenibile è possibile? A Milano si è svolto un convegno delle rete Città sane, in cui è stata rimarcata la necessità di considerare anche questo aspetto nei regimi alimentari, anche se il governo statunitense ha annunciato che non inserirà nelle nuove linee guida considerazioni sulla sostenibilità, limitando le indicazioni ai valori nutrizionali. Di diverso parere è Gianna Ferretti, docente della Scuola di specializzazione in Scienze dell’alimentazione dell’Università Politecnica delle Marche, che sostiene la necessità di confrontarsi anche con i temi ambientali.

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Accanto all’educazione alimentare ci deve essere spazio per quella ambientale

Nella letteratura scientifica, il termine “sostenibile” è stato affiancato all’alimentazione sin dal 1986, quando alcuni ricercatori scrissero sul Journal Nutrition Education che le linee guida avrebbero dovuto tenerne conto. Nel 2010, il concetto si è imposto definitivamente con il simposio della Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione, Biodiversità e diete sostenibili: uniti contro la fame. Negli ultimi anni, numerose riviste scientifiche hanno dedicato numeri speciali e supplementi a questi aspetti, affrontando anche la connessione tra diete salutari, come quella mediterranea, e ls possibilità di portarle avanti senza troppe ripercussioni sull’ambiente

Parlare di dieta sostenibile, ha spiegato Ferretti, significa allargare lo sguardo dagli aspetti nutrizionali alle filiere produttive, alla sicurezza alimentare, all’impronta idrica e alla biodiversità agricola, con risvolti applicativi nelle nostre città (alcuni Comuni aderenti alla rete Città Sane stanno sperimentando buone pratiche di agricoltura urbana). In sostanza, all’educazione e all’informazione alimentare va affiancata quella ambientale.

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La colazione è il pasto più trascurato ed è un errore

Questi concetti sono stati inseriti nel Milan Urban Food Policy Pact, che il 16 ottobre, in occasione della celebrazione della Giornata mondiale dell’Alimentazione 2015, il Sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha consegnato al Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Il documento è stato firmato da 113 grandi città del mondo, in rappresentanza di oltre 400 milioni di cittadini e rappresenta il primo patto tra Sindaci del Nord e Sud del mondo per politiche alimentari urbane sostenibili. Il primo impegno contenuto nel Patto è quello di “lavorare per sviluppare sistemi alimentari sostenibili, inclusivi, resilienti, sicuri e diversificati, per garantire cibo sano e accessibile a tutti in un quadro d’azione basato sui diritti. Lo scopo è ridurre gli scarti alimentari e preservare la biodiversità cercando di mitigare e di adattarsi agli effetti collegati ai cambiamenti climatici”.

 

Un esempio significativo e antico di evitazione lo spreco presentato nel convegno, riguarda lo yogurt, nato come forma di conservazione del latte, con evidenti proprietà salutari evidenziate, sin dal 1907, dal futuro premio Nobel Elie Metchnikoff. Ciò nonostante, come ha sottolineato Michele Sculati, medico specialista in scienza dell’alimentazione, nelle nostre città si consuma con parsimonia perdendo così molti vantaggi. In Italia,  il 40% circa dei bambini non fa una colazione adeguata al mattino, in termini di apporto proteico, e la situazione non risulta migliore per gli adulti. A differenza delle colazioni anglosassoni, continentali o asiatiche, le abitudini italiane portano a preferire cibi dolci rispetto ai salati e quindi vengono difficilmente introdotti alimenti con un apprezzabile contenuto proteico, che aiutano a tenere sotto controllo la fame durante la giornata e a controllare il peso corporeo. Lo yogurt presenta vari aspetti salutari, ha sottolineato Sculati, e i processi di fermentazione fanno sì che un suo consumo regolare possa migliorare la tolleranza al lattosio, come sostiene anche l’Autorità europea per l’alimentazione (Efsa). Una “Città sana” potrebbe quindi favorirne il consumo inserendolo tra i prodotti offerti dai distributori automatici nei luoghi pubblici, dove non si trova.

 

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marco
marco
11 Novembre 2015 22:17

Sarebbe interessante sapere quante città americane (in termini di nr. di invididui/popolazione/”peso politico”) hanno sottoscritto il “Milan … pact” … Chiedere poi a questi signori di cercare di diffondere quanto più possibile questa sensibilità nel loro paese !!!!

Sarebbe inoltre utile sensibilizzare tutti noi l’intero pianeta circa questa “mancanza di attenzione” alle problematiche relative alla sostenibilità che QUESTA NAZIONE (gli U.S.A) mette in atto. Non possono esimersi dal confrontarsi in quanto riguardano l’intera umanità!

E’ incredibile “la forza schiacciante” che continuano a perseguire nel nome del (vedi TTP+TPP & etc) loro “profitto/predominanza” …
Anche quando si sentono parlare certi rappresentanti degli stati uniti (presidente compreso) che pur essendo “democratici” trasudano intenzioni/interessi economici da difendere in ogni loro parola e smorfia facciale!!

non sono contro il paese/popolo, ma contro certe lobby che lo controllano totalmente