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Da sinistra, tre sacchetti con melanzane, peperoni verdi e rossi, broccoliTutti i medici dovrebbero conoscere i benefici di una dieta a prevalenza vegetale nei confronti di queste sei condizioni”. Con questo titolo perentorio il Physicians Committee for Responsible Medicine statunitense, un’associazione no profit fondata nel 1985 per promuovere la medicina preventiva e uno stile di vita vegano, ha presentato una grande revisione pubblicata sull’American Journal of Lifestyle Medicine il cui scopo è chiarire quali siano le malattie e le condizioni per le quali, in base ai principali studi degli ultimi anni, è stato dimostrato al di là di ogni dubbio il vantaggio di un’alimentazione a base vegetale.

Lo scopo principale è informare i medici, molti dei quali – sottolineano gli autori – non ricevono alcuna formazione specifica nonostante i molti anni di studio. In un recente sondaggio tra oltre 600 cardiologi è emerso che oltre il 90% non aveva frequentato corsi specifici né aveva fatto altri studi sull’importanza della dieta nelle malattie cardiovascolari. Le poche ore di formazione che si fanno, nota il Committee, sono quasi sempre concentrate sulla biochimica e sugli stati carenziali, ed è ora che tutto questo finisca.  La speranza è che il messaggio arrivi a tutti, non solo ai medici. Ecco quali sono le sei condizioni per cui gli studi più recenti hanno evidenziato l’esistenza di benefici di una dieta a base vegetale.

Sei studenti di medicina o specializzandi con divise blu, quaderni e stetoscopi camminano in un corridoio con finestroni
Durante gli studi, i medici non ricevono una formazione specifica in ambito nutrizionale

1) Perdita del peso in eccesso e mantenimento, prevenzione dell’obesità: uno studio condotto su oltre 70mila persone ha dimostrato che chi ha una dieta vegana pesa in media 4 chilogrammi in meno rispetto a chi non segue quel tipo di alimentazione, e presenta anche una riduzione del rischio di morte.

2) Malattie cardiovascolari: gli alimenti di origine animale sono spesso ricchi di colesterolo e grassi saturi, che aumentano i rischi cardiovascolari. Una recente metanalisi ha dimostrato che chi segue una dieta vegetariana ha una riduzione media delle Ldl di 13 mg/dl, mentre un’altra ha fatto emergere una diminuzione del rischio di morte per patologie cardiovascolari del 24% per i vegetariani rispetto agli onnivori.

3) Tumori: avere uno stile di vita sano, che comprenda, oltre all’attività fisica, una dieta con molta verdura, frutta e cereali integrali, può ridurre il rischio di tumore al seno del 50-70%, così come accade a chi include nell’alimentazione la soia e un’elevata quantità di fibre. Troppi latticini, invece, aumentano il rischio di tumore della prostata. Per quanto riguarda il cancro del colon retto, le fibre sono protettive, mentre un consumo quotidiano di carni rosse e lavorate aumenta il rischio.

Ciotola di zuppa con ceci e verdure su una tovaglietta a righe bianche, verdi e azzurre, con un pezzo di pane a sinistra e a destra e un cucchiaio
Una dieta a base vegetale apporta benefici per la prevenzione di sei condizioni

4) Diabete: gli studi condotti sulle infermiere e sul personale sanitario dai ricercatori di Harvard, che hanno analizzato i dati di centinaia di migliaia di persone, hanno portato a concludere che una dieta con molti alimenti vegetali e fibre abbassa il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 di più del 30%.

5) Alzheimer: secondo uno studio recente, chi segue la dieta MIND (Mediterranean-DASH Diet Intervention for Neurodegenerative Delay), pensata per proteggere il cervello e basata su alimenti vegetali con ampia presenza di verdure a foglia verde, fagioli e altri legumi, frutti di bosco, frutta secca a guscio, cereali integrali, ha una diminuzione del rischio che arriva al 60%.

6) Covid-19: uno studio condotto dai ricercatori di Harvard attraverso interviste telefoniche ha mostrato che chi ha una dieta a base vegetale ha anche un rischio di ammalarsi di Covid-19 con un decorso severo inferiore del 41% rispetto a chi ne ha una basata su prodotti animali.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock

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gianni
gianni
12 Giugno 2022 20:35

Leggendo questo articolo mi è venuto in mente il finale di un commento del signor Giorgio D.A. sulla origine delle informazioni che dovrebbe facilitare la scelta tra apparenti contraddizioni.
Il gruppo PCRM negli USA è autorevole ma ha fama di estremismo vegano e animalista, quindi raccoglierà facilmente accuse appunto di intransigenza di parte ( qualcuno in patria li ha assimilati al fanatismo agli antichi “zeloti”…….).
Ma perchè nonostante questo aspetto non dovrebbero essere considerati credibili se nelle referenze che sostengono le loro affermazioni ci sono eccellenti firme di Università e ricercatori di tutto il mondo?
A me pare, in definitiva, che la scienza di per se non dia ancora risposte nette e definitive ( molto probabilmente impossibili ) ma solo alcune parziali evidenze che possono essere contraddittorie appunto perchè parziali e legate a contesti locali e al grado di comprensione profonda dei fenomeni.
Quello che ci viene indicato e sbandierato come “aderenza alle conoscenze scientifiche” oggi è soltanto la versione politica di alcuni aspetti parziali delle conoscenze……….e perciò esposta ai conflitti di qualsiasi genere e assai difficilmente è veritiera ma più facilmente aderente ai desiderata dei vincitori dei conflitti.

Roberto La Pira
Reply to  gianni
14 Giugno 2022 11:26

La sua ultima frase mi sembra troppo assolutista. La ricerca indipendente esiste e non è così soggetta a conflitti di qualsiasi genere