Cassetta di verdure biologiche assortite

Il modo più efficace per prevenire invalidità e disabilità e per migliorare le condizioni generali delle persone con diabete che si trovano in difficoltà economiche è fornire direttamente il cibo di qualità di cui hanno bisogno, gratuitamente o con sconti molto significativi, con strumenti semplici come carte dedicate o con invii diretti. Questa la conclusione cui è giunto uno studio chiamato Food is Medicine, coordinato da Dariush Mozaffarian della Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University di Boston e pubblicato sul Journal of the American Heart Association, nel quale, partendo da dati reali, sono state effettuate numerose proiezioni. E l’esito è stato sorprendente, perché la distribuzione diretta di frutta e verdura sarebbe, se praticata a livello nazionale, una misura altamente conveniente, perché eviterebbe centinaia di migliaia di casi di eventi cardiovascolari acuti.

In particolare, se un programma del genere fosse applicato a tutti i diabetici tra i 40 e i 79 anni in difficoltà economiche, si potrebbero evitare 296mila eventi cardiovascolari come infarti e ictus e si guadagnerebbero 260mila anni di vita in buona salute (un parametro spesso usato in questo tipo di studi), a un costo più che accettabile, ossia 18.100 dollari all’anno per persona, contro i 200mila che – si stima – si devono spendere per lo stesso scopo se si ricorre agli antidiabetici della famiglia degli agonisti di GLP-1 (come semaglutide e liraglutide). Dal punto di vista economico, ciò farebbe risparmiare alla comunità qualcosa come 39,6 miliardi di dollari di spese mediche evitate e 4,8 miliardi di dollari per giornate di lavoro non andate perse, per un totale di 44,4 miliardi di dollari risparmiati, a fronte di una spesa stimata di 44,3 miliardi di dollari, su scala nazionale. E questi numeri rendono la distribuzione di frutta e verdura fresche ai diabetici una misura paragonabile allo screening per i valori di colesterolo o di pressione, o a quelli per la prevenzione oncologica, che presentano rapporti tra spesa e risparmi ottenuti simili. In più, si tratterebbe di una misura altamente democratica, perché potrebbe arrivare a tutti coloro che ne hanno bisogno, senza discriminazioni in base al gruppo etnico, all’età, al genere, al livello di educazione, al fatto di avere o meno un’assicurazione sanitaria e alla condizione fisica, e coinvolgendo nella distribuzione delle carte i medici di famiglia, le farmacie così come, in quella del cibo, i supermercati, i mercati locali e i negozi di prossimità.

Un uomo e una donna anziani in cucina con frutta sul bancone
Fornire frutta e verdura fresca a persone con diabete dai 40 ai 79 anni in difficoltà economiche riduce i rischi per il cuore

Senza entrare nei dettagli, Mozaffarian e i suoi colleghi sono giunti alle loro conclusioni lavorando sui dati di 20 studi che hanno verificato piccole iniziative di questo tipo, sempre sperimentate su scala locale, e hanno visto che un aumento di 0,8 porzioni giornaliere di frutta e verdra fresche (stima ragionevole dell’effetto della misura), accompagnata anche da misure educative, corrisponderebbe a una diminuzione dei valori di indice di massa corporea e di emoglobina glicata (il parametro che si misura per verificare a che punto è il diabete) statisticamente significati, e capaci di modificare gli indici di rischio di 6,5 milioni di persone indigenti e con il diabete, in un arco di tempo di 25 anni. Anche ipotizzando un periodo di tempo più breve, di 5-10 anni, l’intervento resterebbe conveniente, anche se ovviamente con numeri inferiori.

Secondo Mozaffarian, ci sono i numeri per iniziare a sperimentare distribuzioni estese, finanziate inizialmente anche da soggetti privati come le assicurazioni, per verificare se le stime da lui elaborate sono fedeli alla realtà e, in caso sia così, per iniziare a pensare a programmi nazionali di questo tipo, che considerino appunto il cibo corretto alla stregua di un’autentica medicina.

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Maria Letizia Petroni
Maria Letizia Petroni
12 Agosto 2023 21:55

Nella simulazione, i costi per sostenere la fornitura di frutta e verdura ($504/persona/anno in media) sarebbero coperti totalmente od in larga parte dal risparmio sui costi sanitari e sociali. Sono dati molto interessanti, sui quali riflettere anche in termini di potenziamento di strumenti di sostegno al reddito come la Carta Spesa operante in Italia.