Una lettrice ci scrive per segnalare un comportamento dubbio da lei osservato in un punto vendita: il cambiamento della data di confezionamento sulle etichette di prodotti preincartati. Risponde Roberto Pinton, esperto in diritto alimentare.
È legale cambiare la data di confezionamento su prodotti preincartati? In un discount, con macelleria annessa, mi è capitato di assistere ad un cambio di data di confezionamento su confezioni di trippa/musetto. Il cambio di data, sui prodotti preincartati, è avvenuto in mia presenza. Ho fatto presente il mio dubbio (sono una laureanda in medicina veterinaria) all’addetto vendite. La data prima presente sulla confezione era: 01/06/2023, poi è stata cambiata in 03/06/2023.
La risposta di Roberto Pinton alla nostra lettrice
La data di preimballaggio (compreso il preincarto nel luogo di vendita) non è compresa tra le indicazioni obbligatorie richieste dal reg. UE n.1169/2011 (e nulla dice della sicurezza dell’alimento), è un di più che può essere inserito in etichetta su base del tutto volontaria.
La modifica della data di preimballaggio originariamente indicata, pur non sollevando un rischio per la salute dei consumatore (sempre che non si modifichi anche la data di scadenza), è ingannevole e pertanto costituisce una pratica sleale d’informazione. Anche le indicazioni volontarie devono essere veritiere, precise, chiare e non suscettibili di indurre in errore il consumatore sulle caratteristiche dell’alimento.
Questo come criterio di base. Ma non vorrei gettare una croce addosso al punto vendita senza conoscere il caso: potrebbe trattarsi di un errore banale (per esempio: l’operatore incaricato della stampigliatura dell’etichetta ha erroneamente digitato come data di confezionamento 01/06/23 anziché la corretta 03/06/23) che si è provveduto a correggere proprio per fornire al consumatore l’informazione corretta. In questo caso, ovviamente ferme restando le altre indicazioni (in primis la data di scadenza) non ritengo censurabile il comportamento straordinario riferito dalla lettrice.
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Questa pratica sleale è stata messa in opera davanti ai miei occhi in un ipermercato di Roma dove mi recavo per la spesa insieme a mia madre . Un addetto alla macelleria ha cambiato le etichette di formaggi freschi senza curarsi di essere osservato dagli stessi clienti. Così come, anni fa, un addetto alla macelleria dello stesso punto vendita, ahimè, ha provveduto a porre su un carrello tutte le carni prossime a scadenza per spostarsi sul retro e iniziarle a macinare per farne della carne macinata. Tutto alla luce del sole.
Nonostante la mia faccia sbigottita e la mia richiesta di spiegazioni, l’addetto ha continuato nel suo lavoro senza darmi risposta
“porre su un carrello tutte le carni prossime a scadenza per spostarsi sul retro e iniziarle a macinare per farne della carne macinata”
Di per sé la cosa non mi sembra problematica: se la data di scadenza fosse stata corretta anche dopo la macinatura, non vedo nessun problema (e a priori non so nemmeno se dal punto di vista legale la data di scadenza della carne macinata debba essere la stessa della carne prima della macinatura; a volte la legge riserva sorprese).
Mettiamo che il supermercato in questione venda più velocemente la carne macinata: in questo caso, macinare la carne vicina alla scadenza permette di venderla senza nessuna irregolarità.
Dove sarebbe il problema?
il problema è che la carne macinata vista la sua alta deperibilita’ dovrebbe essere lavorata da tagli di carne freschi appena prodotti.
Comunque si sa che nei supermercati si procede in questo modo. In genere le fettine alla scadenza vengono panate.
E’ una pratica diffusa. L’ho vista fare in un punto vendita di una catena molto famosa del nord Italia dove ho lavorato per qualche tempo. Il problema è che ai vari responsabili di reparto è affidato il conto economico di competenza (macelleria, pescheria….): la pressione che ricevono dagli ispettori è fortissima e quindi per fatturare…..a fine giornata prima di chiudere il reparto rifanno sempre la confezione e tolgono i prodotti che a loro pare non sono più vendibili. Se uno vuole essere sicuro della data, bisogna prendere i prodotti preincartati confezionati da una azienda esterna, su quelli non viene modificata l’etichetta
Sì, solo che – ahimè – i prodotti preincartati da un’azienda esterna sono sempre meno rispetto a quelli del reparto. Il problema poi si amplifica quando si tratta del pesce.
Invece io ho trovato altro: nel punto vendita di una grande marca di super volevo acquistare una confezione di pasta al pesto con fagiolini e patate. Un pezzo di fagiolino ed un pezzo di patata avevano una certa forma molto strana: l’etichetta diceva confezionato il giorno x. Due giorni dopo sono ritornato in quel super per comprarmi del cibo pronto, avendo poco tempo, ed ho trovato la stessa confezione, riconoscibile dal pezzo di fagiolino e dalla patata con lo scontrino che diceva confezionato il giorno x+2. E’ mai possibile?