dalle calorie alle molecole
“Dalle calorie alle molecole”, il libro sul controllo del peso edito da Aboca

I libri su diete e alimentazione affollano gli scaffali delle librerie, raccontano di tutto e si contraddicono: per questo è importante affidarsi a un messaggio chiaro e competente, allontanandosi dal caos di regimi alimentari poco sani: “Dalle calorie alle molecole” è un libro scritto da Pier Luigi Rossi, medico specialista in Scienza dell’Alimentazione, edito da Aboca. Il volume si apre con una panoramica sul nostro corpo, introducendo i concetti di obesità, prodotto alimentare e genetica.

 

Dopo aver cercato di stabilire quale sia il nostro rapporto con il cibo, punto di partenza imprescindibile per perseguire al meglio l’obiettivo di una sana alimentazione, la panoramica sul corpo prosegue, entrando nello specifico di misure, peso e biotipo. Una parte tecnica spiega i meccanismi molecolari dell’aumento di peso e traccia un quadro degli esami medici necessari per iniziare ad affrontare il problema.

 

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Seguire alcuni semplici suggerimenti, conoscere il proprio corpo e il rapporto con il cibo sono le prime mosse per perdere peso

Grazie a queste attente e semplici spiegazioni, l’autore è poi in grado di addentrarsi nel mondo degli alimenti, di cui illustra le caratteristiche senza fermarsi al semplice e limitante calcolo delle calorie. Il senso di carboidrati, proteine, lipidi e fibre viene analizzato in profondità fino a creare degli schemi che ci permettono in modo consapevole di nutrirci nel modo giusto, senza privarci di nutrienti essenziali e senza soffrire la fame a causa di diete troppo drastiche. Abbiamo infatti bisogno di un’adeguata nutrizione per svolgere le attività quotidiane: fornire energia al nostro organismo, farci sentire attivi e concentrati, garantire salute e longevità, e assicurare anche il piacere alimentare.

 

In tutto il percorso sono disseminati consigli veloci e box di approfondimento. Ma quali sono i suggerimenti per non commettere errori? «Per perdere i chili di troppo in maniera salutare ed evitare, allo stesso tempo, condizioni che potrebbero far bloccare la perdita di peso – sottolinea il prof. Pier Luigi Rossi, ideatore dell’approccio molecolare – è opportuno seguire le seguenti regole:».

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Una alimentazione sana comprende carboidrati, proteine, lipidi e fibre

1. Mangiare con “ritmo”, ogni tre ore, e scegliere i cibi in modo da controllare i valori della glicemia, della lipemia e soprattutto dell’insulina, ormone responsabile dell’accumulo di peso, attraverso il rapporto inverso tra proteine e carboidrati (1 grammo di proteine e mezzo grammo di carboidrati glicemici).

2. Non far mancare mai in tavola abbondanti porzioni di vegetali (frutta e verdura) e pesce. Le molecole contenute in questi alimenti sono in grado di agire sul DNA degli adipociti, le cellule grasse, e farli svuotare dagli accumuli adiposi.

3. Evitare i regimi dimagranti che portano alla chetosi, condizione che si verifica quando l’organismo assume dosi ridottissime di carboidrati. La chetosi fa perdere acqua e muscolo e sottopone l’organismo a un processo infiammatorio davvero dannoso.

4. Garantire un’adeguata e continua dose di glucosio al cervello e a tutte le cellule per la formazione di acidi nucleici (DNA e RNA), molecole importantissime perché esercitano un controllo primario su tutti i processi vitali. Ecco perché i carboidrati, anche se in dose controllata, non devono mai mancare.

5. Mantenere uno stato alcalinizzante e antiossidante per tutte le cellule.

6. Evitare di avere il cosiddetto “fegato grasso”. Con un fegato steatosico non si riuscirà mai a dimagrire. Per perdere peso occorre scaricare il fegato dall’eccesso di glicogeno e grassi.

7. Dimagrire perdendo solo massa grassa (senza intaccare la massa magra muscolare e senza perdere acqua e massa ossea), evitando la sindrome da adattamento metabolico che porta al blocco della perdita di peso in breve tempo.

8. Introdurre almeno 30 g di fibra (presente negli alimenti di origine vegetale) al giorno per gestire l’igiene e il benessere intestinale. Il “gel” che si ottiene nell’intestino dalla combinazione tra acqua e fibra idrosolubile controlla e limita l’assorbimento intestinale del glucosio, grassi e colesterolo, ma ha anche l’effetto primario di agire positivamente sui batteri intestinali.

9. Garantire un dimagrimento graduale e continuo fino al raggiungimento del proprio peso-forma. Il motto da tenere a mente è: “partire lento e andare piano”.

10. Mantenere nel tempo il peso-forma raggiunto attraverso il controllo della personale dose di carboidrati giornaliera. Inoltre, è importante non perdere mai di vista il movimento: sono consigliati sia attività motoria aerobica (passeggiata a passo veloce, corsa, bicicletta, cyclette, nuoto…), sia esercizi di resistenza (con pesetti o elastici) per incrementare la massa magra muscolare.

 

Dalle calorie alle molecole
Pier Luigi Rossi
Costo: 12,50 € pag: 128
ISBN 978-88-95642-93-2
Edito da Aboca

Il libro è acquistabile presso le Librerie Fiduciarie o sul sito Aboca

 

 Eleonora Viganò

© Riproduzione riservata

Foto: Thinkstockphotos.it

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Giovanni
Giovanni
18 Aprile 2014 18:18

Mmmm…..sempre difficile orientarsi tra gli scaffali (e tra le portate) quando si parla di alimentazione. Premetto che non ho letto il libro, ma sopra ho notato delle “imprecisione”:
1) il dna degli adipociti non è in grado di comandare e di “far svuotare gli adipociti”; affinché questo avvenga, è necessario che i trigliceridi siano scompattati, che si leghino a delle proteine plasmatiche di trasporto perché essi sono insolubili, che giungano a destinazione per essere ossidati. Non è che gli adipociti si svuotano così, a caso, magari bastasse mangiar frutta per “sgonfiare gli adipociti”. Il meccanismo molecolare è complesso ed è mediato da più ormoni.
2) la chetosi è confusa con la chetoacidosi….e non si raggiunge assumendo solo dosi ridottissime di carboidrati…(è uno dei falsi miti duri a morire), ma semplicemente agendo sul rapporto chetogenico che deve essere superiore a 1,5. Quindi si possono assumere anche carboidrati.
3) il fegato accumula per sua natura glicogeno….come il muscolo, come si fa ad evitare questo?
4) mantenere uno stato alcalinizzante di cosa? delle cellule? scusate, ma il concetto di omeostasi?
5) non è corretto affermare che la fibra limita l’assorbimento del glucosio….semmai rallenta la digestione dei carboidrati complessi…

giulia acerbis
giulia acerbis
Reply to  Giovanni
21 Aprile 2014 09:08

forse e’ la signora Vigano’ che ha scritto imprecisioni 😉

lucia
lucia
Reply to  Eleonora Viganò
29 Aprile 2014 11:50

Condivido le obiezioni riportate!
Lucia

Rossella
Rossella
30 Aprile 2014 08:18

Concordo con Giovanni!
Inoltre, la fibra andrebbe apportata tra i 20-30 g al giorno. In un regime ipocalorico, troppi vegetali e fibra, a lungo termine, sottopongono ad un rischio di carenze, ferro e calcio in primis.
In ogni caso, la semplicità con cui è scritto questo decalogo credo che, per i non “addetti ai lavori”, sia pressoché accettabile. Resta però il fatto che alcuni punti andrebbero corretti, perché sono fermamente convinta che le informazioni o si danno corrette o nn si danno

Andrea Tibaldi
30 Aprile 2014 08:27

È incredibile come le diete seguano le mode, in modo a dir poco stucchevole, visto che si parla di scienza e la scienza fa progressi nei decenni, invece nel campo delle diete sembra che ogni 2-3 anni si scopra qualcosa di sensazionale.

L’INDICE GLICEMICO tiene bene e rappresenta il caposaldo di tutte le diete da una quindicina di anni. Ormai la gente ha capito che i carboidrati ad alto indice glicemo sono veleno: impossibile prescindere da questo claim, tuttavia ormai tutte le diete ne tengono conto, quindi bisogna inventarsi qualcos’altro.

Ecco allora che fanno capolino i nuovi termini GENETICA e MOLECOLARE, che sono sulla cresta dell’onda da un po’ di tempo e stanno dimostrando di “bucare” e stanno resistendo bene nel tempo. E allora puntiamo su quelli.

Le CALORIE, poverine, ormai sono lo zimbello delle diete. Denigrarle paga sempre, perché diciamocelo, non servono a nulla, ormai è chiaro. E chissenefrega se per dimagrire la conditio sine qua non è quella mangiare meno calorie, ormai la gente se ti presenti con una dieta “ipocalorica” ti guarda schifato, risulti obsoleto, ormai tutti sanno che le calorie non servono a nulla. Oggi la dieta è “molecolare”.

Poi, stringi stringi, quando andiamo a vedere di cosa stiamo parlando, siamo sempre lì: mangiare poche calorie, pochi grassi, un giusto rapporto tra proteine e carboidrati, e cibi con bassa densità calorica. Come tutte le diete “normali”, “sensate”, “banali”, chiamatele come volete. Ormai il mondo delle diete è diventato ridicolo. Purtroppo.

Angelo Libranti
Angelo Libranti
30 Aprile 2014 12:15

Mah, tanto per non leggere numerosi consigli contraddittori, quando voglio dimagrire uso un sistema personale, che poi sono le regole vecchie come il mondo:
Non privarsi di nulla, mangiare poco e di tutto, eccetto i dolci e i grassi.
2-3 forchettate di pasta al pomodoro e basilico, poca carne magra ai ferri, meglio se niente, poca frutta e molta verdura (cotta e cruda), senza sale e con poco olio, molto pesce, preferibilmente arrostito o cotto con poco olio, legumi con moderazione, 2-3 cucchiai di minestra.
Mangio pure le patate, un pezzettino di formaggio o una microporzione di parmigiana, un sorso di vino rosso e, qualche volta anche prosciutto, bresadola o speck, naturalmente tutto va razionalizzato durante la settimana.
Importante è finire il pasto con la sensazione di avere ancora fame. Mai saziarsi.
Con questo metodo riesco, quando la volontà mi assiste, a calare 5 chili al mese. Non è poco, per poi stabilizzarmi dopo aver raggiunto il peso forma, che non è uguale per tutti.

isabella corso
isabella corso
9 Maggio 2014 09:09

concordo pienamente con Angelo! Alla fine, la dieta dimagrante migliore, almeno nella normalità di condizioni fisiche, è quella del buon senso. Ricordo che,ai tempi dell’Università, vedendomi sudare su un tomo di libro di nutrizione, mio padre, che faceva tutt’altro mestiere, mi ha bisbigliato, ovviamente scherzando: “A Mathausen nessuno era grasso”. Il concetto era ovviamente portato all’estremo, però al fondo c’era il buon senso che spesso vedo mancare quando conoscenti mi parlano di diete più o meno miracolose lette, passate o consigliate ecc.