Mi chiedo… come fa un sito che dovrebbe fornire informazioni veritiere e corrette sul campo alimentare, ad essere sponsorizzato da una nota marca proprio del settore alimentare? E’ ridicolo che vi facciate sponsorizzara da chi dovreste controllare… Non cercherò notizie sul vostro sito, non vorrei imbattermi in articoli che millantano il gusto e la naturalezza degli ingredienti, e chi sa quali altri poteri magici, di alcuni prodotti che iniziano con la lettera G…..
Michele Buendìà
Non conoscevo questo sito, interessante. Ma sono rimasto male quando ho visto che avete come inserzionisti alcuni grossi nomi del settore alimentare. Mi dispiace, ma non credo a quanto voi dite circa l’imparzialità degli articoli. Sono convinto che voi rinuncereste ad un articolo che parla negativamente di un prodotto distribuito da uno dei vostri inserzionisti piuttosto che rischiare di perdere un importante inserzionista.
Massimo
Abbiamo già pubblicato sul sito la nostra posizione sulla pubblicità e sulle sponsorizzazioni e vogliamo ribadirla rispondendo a questa lettera arrivata oggi in redazione.
Ilfattoalimentare.it è un sito giornalistico che vuole garantire sui temi alimentari un’informazione indipendente, semplice e rigorosa, senza condizionamenti pubblicitari. Gli articoli spaziano dalla legislazione alla pubblicità ingannevole,
dalla nutrizione alle frodi, dalla sicurezza dei prodotti alle etichette e cercano di fornire elementi per decodificare i prodotti e capire le diciture sulle confezioni. Chi ci finanzia? Questa domanda ci viene posta da diversi lettori ed è opportuno rispondere in modo chiaro, con una breve premessa. In Italia i giornali, le televisioni e le radio si mantengono grazie agli introiti pubblicitari, agli abbonamenti, ai ricavi provenienti dalle vendite e in alcuni casi integrano il bilancio con finanziamenti statali per l’editoria. I siti internet per fare quadrare i conti vendono spazi pubblicitari agli inserzionisti oppure fanno pagare un abbonamento.
Ilfattoalimentare.it ha una redazione composta da giornalisti professionisti e propone gratuitamente in rete i propri articoli. Un contributo decisivo proviene dagli articoli di amici e colleghi che credono in questo modello di comunicazione e collaborano gratuitamente. Ma questo aiuto non basta, per mantenere lo staff abbiamo bisogno di inserzionisti disposti a condividere il progetto.
Attualmente il sito è sostenuto da sponsor che coprono una parte dei costi circa (Aboca, Bauli, Esselunga, Granarolo, Novi Elah-Dufour, Granoro, CSQA, Total Quality Food), gli altri banner rientrano in un accordo di scambio a titolo gratuito (Slow-Food, Istituto Mario Negri, Help Consumatori…….).
Alcuni lettori ritengono che la presenza di inserzionisti possa fare perdere credibilità. A queste persone rispondiamo che l’intero mondo dei media è sostenuto dalla pubblicità, e che la qualità del prodotto editoriale dipende da chi scrive. Il rischio di essere contaminati esiste, anche se la scelta delle persone che collaborano è di scrivere liberamente mantenendo la libertà di pensiero e l’indipendenza. Si tratta di una regola prevista dalla deontologia professionale dei giornalisti che tutti dovrebbero rispettare. Purtroppo nella realtà il confine tra pubblicità e giornalismo non è sempre ben definito e lo scambio di favori è molto diffuso. Gli inserzionisti che sostengono ilfattoalimentare rispettano la nostra professionalità e non intervengono nella linea editoriale. Per questo motivo abbiamo rifiutato aziende che chiedevano publiredazionali e anche l’offerta di una grossa azienda che ha un vissuto negativo presso i consumatori legato a vicissitudini finanziarie. Ai lettori chiediamo di essere giudicati per quello che scriviamo.
Roberto La Pira
Me lo auguro vivamente…in un mondo di millantatori ci resterei veramente male se anche qui dovessi trovare "false" notizie…
Condivido quanto detto da La Pira, di essere giudicati per quello che scriviamo. Mi occupo di sicurezza alimentare ed in questi anni ho trovato negli articoli de ILFATTOALIMENTARE buona oggettività , ottimi articoli tecnici e scientifici (non è poco) che informavano il lettore e non disinformavano in particolare quando avvengono casi di interesse mediatico (es: E. Coli in Germania, dove questa testata è stata l’unica a riportare i fatti e non raccontare "balle").
saluti
ho sempre trovato il sito molto interessante . E molte mi è stato utile anche sotto un profilo di aggiornamento professionale in un settore tanto delicato quanto in continua evoluzione .
Purtroppo il vizio italico di giudicare a priori senza entrare nei contenuti e magari convincersi della bontà di qualche buffala mediatica e sempre in agguato .