Coop risponde all’appello che invita a limitare l’impiego dell’olio di palma e ricorda che alcuni prodotti a marchio non lo contengono
Coop risponde all’appello che invita a limitare l’impiego dell’olio di palma e ricorda che alcuni prodotti a marchio non lo contengono
Roberto La Pira 28 Novembre 2014La catena di supermercati Coop ha risposto alla nostra petizione sull’olio di palma con questa nota dove si ricorda che dal 2005 i prodotti con il marchio del gruppo, riportano in chiaro la presenza di questo ingrediente.
Il 13 dicembre 2014 finalmente tutti gli acquirenti di prodotti alimentari potranno sapere cosa si nasconde dietro l’ambiguo termine di “grassi vegetali”. Ma questo importante cambiamento non riguarderà i consumatori di prodotti a marchio Coop, perché sin dal 2005 le nostre etichette sono trasparenti e raccontano la composizione esatta del grasso utilizzato nella ricetta. L’informazione però non basta se non è accompagnata da atti concreti: Coop da molti anni ha una sua precisa politica nutrizionale ed è in base a questa che ha svolto prima una classificazione della qualità nutrizionale delle sostanze grasse sentendo il parere del mondo scientifico, per avviare poi azioni concrete di miglioramento.
Sempre dal 2005 abbiamo eliminato l’utilizzo di grassi idrogenati, per il potenziale rischio di presenza dei cosiddetti acidi grassi trans, e per quanto concerne i grassi tropicali (tra cui appunto l’olio di palma, ma anche il cocco, il palmisto) li abbiamo eliminati da molti dei nostri prodotti: per esempio da tutti quelli provenienti da agricoltura biologica (la linea “Vivi Verde”), ma anche da tutti quelli destinati ai piccolissimi (la linea “Crescendo”), da quella per i bambini (“Club 4-10”) e da tanti altri, preferendo grassi più nobili, come l’olio extravergine, i monoseme o il burro.
La questione legata alla deforestazione provocata per consentire la coltivazione di palme da olio è un altro dei problemi seri che vanno combattuti e su cui Coop ha assunto una policy specifica aderendo alla richiesta di moratoria lanciata da Greenpeace nel 2009 e chiedendo a tutti i fornitori di sospendere l’approvvigionamento di olio di palma di provenienza indonesiana, in assenza di garanzie concrete sulla gestione sostenibile di queste coltivazioni. Il nostro intento è di proseguire su questa strada, anche se vanno tenute presenti alcune oggettive difficoltà da superare: l’utilizzo del palma, in particolare nei prodotti da forno, per le particolari caratteristiche di plasticità e duttilità tecnologica è ad oggi difficilmente sostituibile da altri oli, a meno di non ricorrere al processo della idrogenazione, che però può creare maggiori problemi.
Riteniamo d’altronde importante non eccedere in criminalizzazioni: dal punto di vista nutrizionale è importante seguire una dieta equilibrata e controllata, soprattutto la più varia possibile, cercando di contenere l‘introduzione di grassi saturi (dei quali appunto è ricco l’olio di palma) per i quali viene raccomandata un’assunzione giornaliera inferiore al 7-10% delle calorie totali introdotte.
Direzione Qualità Coop Italia
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Posso confermare.
Consumo abitualmente i frollini della linea viviverde e l’olio di palma è stato sostituito da olio di semi. Ottimi prodotti.
E’ vero che la coop come tutti è passata all’olio di palma nei suoi prodotti a marchio, ma almeno ha dato la possiblità di scegliere lanciando un’altra linea (la viviverde) che ne è priva
Questo si sapeva già, tanti prodotti Coop ho smesso di acquistarli da tanto tempo per il fatto che era specificato, il problema è che alcune catene di supermercati dichiarano di non usare olio di palma nei prodotti col loro marchio, ma poi tutto il resto che vendono contiene il “palma” e allora che acquisto?
Ho smesso di comprare merendine, brioche, crackers, torte, pasticceria (soprattutto pasticceria), gelati, cioccolato, salatini vari, persino il pane contiene olio vegetale, ecc. e ora tengo fame.
A parte la battuta sulla fame, da c.ca 10 anni faccio il pane, le focacce in casa con lievito madre, faccio i dolci, il gelato, ecc. però mi piacerebbe poter acquistare i prodotti che mi servono senza dovermi preoccupare degli ingredienti, magari trovarli con gli ingredienti genuini… magari!
Ciao!
Il latte in polvere della linea crescendo (Coop) non contiene olio di palma ma olio di colza che è altrettanto poco salutare.
Do’ atto alla Coop di dichiararlo ma sarebbe meglio eliminarlo proprio.
La ricerca di prodotti senza olio di palma è difficoltosa, ma oltre che in COOP anche in altre insegne ci sono diversi prodotti che ne sono privi. Pochi, purtroppo. Spero che questa sensibilizzazione che state facendo anche tramite la petizione (che ho orgogliosamente firmato) possa dirigere le scelte di approvvigionamento della GDO verso aziende che fanno qualità.
Inoltre, da addetto ai lavori, dubito che oggi non si possa fare a meno dell’olio di palma per quanto riguarda l’aspetto tecnologico degli impasti. Anche l’olio di semi di girasole, ad esempio, è molto stabile e decisamente più salubre del palma. Credo che le motivazioni risiedano, soprattutto, nei costi. Ma ripeto, questo è un mio pensiero che deriva da 10 anni di esperienza in produzione di prodotti da forno.
Saluti.
Il fatto è che purtroppo l’ olio di palma non può essere sostituito da oli con prevalenza di acidi insaturi come quello di girasole in quelle ricette che richiedano una certa fragranza e meno untuosità, come è la pasta frolla per le crostate ad esempio, se non il burro o lo strutto di origine animale. Purtroppo non esistono oli vegetali dei climi temperati che abbiano prevalenza dei grassi saturi: che poi oltretutto non sono tutti pericolosamente aterogeni come l’ acido palmitico prevalente nella polpa del frutto della palma dendè ( Elaeis Guineensis ): gli acidi saturi a catena media, come il laurico prevalente nel seme della noce di cocco, infatti hanno effetto neutro sul cuore. Ed anche l’ acido stearico, pur essendo saturo a catena lunga, ha effetti benefici sul cuore dato che viene convertito in acido oleico dall’ enzima stearasi del nostro organismo. Questo è prevalente nel burro di cacao, illipè, karitè ( usatissimo in Africa ) e cocum ( nella cucina indiana sudoccidentale ). Si dovrebbero promuovere questi ultimi grassi per le ricette che richiedano la minore untuosità dei grassi saturi, in quanto più salutari. Purtroppo non si risolverebbe il problema della loro coltivazione in aree tropicali con i relativi danni alla biodiversità di quelle aree….
Fare prodotti, anche industriali, senza olio di palma o di cocco si può e il risultato è decisamente la QUALITA’! Grondona o Gentilini ne sono degli esempi…
E se il problema sono i grassi, la ricetta è mangiare meno ma mangiare meglio!
Non è del tutto vero, io ho trovato nella lista ingredienti di molti prodotti anche fior fiore Coop l olio di palma, ed è praticamente impossibile trovare un tipo di biscotti e grissini che non lo contengano
Esistono: per i biscotti prova quelli che ho indicato nel post precedente, e per i grissini assaggia i bibanesi!
Suvvia, i prodotti con olio extravergine e burro esistono eccome, certo sono pochi, ma esistono. Grondona, Arte bianca, Bibanesi, tutti i biscotti della linea “Terre d’Italia” del Carrefour, solo per citarne alcuni… Più difficile è trovare pasticcerie che producono con solo burro (la stragrande maggioranza usa margarina).
I prodotti Kinder per bambini contengono olio di palma. “0 anni fa erano più buoni e non lo contenevano.
Io sono un liberista, non mi piacciono i divieti se non quando invadono la libertà altrui o danneggiano beni comuni. Trovo che nella situazione attuale la politica commerciale di COOP sia apprezzabile: ridurre l’impiego di un ingrediente scadente, indicarlo comunque chiaramente in etichetta.
Con campagne informative ed educazione alimentare, i consumatori sapranno cosa scegliere e le leggi di libero mercato faranno il resto.
Riteniamo d’altronde importante non eccedere in criminalizzazioni: dal punto di vista nutrizionale è importante seguire una dieta equilibrata e controllata, soprattutto la più varia possibile, cercando di contenere l‘introduzione di grassi saturi (dei quali appunto è ricco l’olio di palma) per i quali viene raccomandata un’assunzione giornaliera inferiore al 7-10% delle calorie totali introdotte.
la coop dice quanto sopra, ma chi ha la capacità, il tempo e la voglia di farsi il calcolo per capire di rimanere sotto il 10% giornaliero di grassi saturi come l’olio di palma…molto meglio evitare in ogni prodotto a marchio coop tale componente…una scelta più netta e non complice