“Falce e Carrello”: la Coop dopo la nuova sentenza della Cassazione sul libro di Esselunga disposta a chiudere il confronto nelle aule giudiziarie
“Falce e Carrello”: la Coop dopo la nuova sentenza della Cassazione sul libro di Esselunga disposta a chiudere il confronto nelle aule giudiziarie
Roberto La Pira 2 Novembre 2016La Coop dopo la sentenza della Corte di Cassazione sul libro “Falce e carrello” che “pur tardivamente, ristabilisce la verità dei fatti, rimandando quindi alla Corte d’Appello di Milano per il giudizio finale”, tende la mano a Esselunga e chiede che “le due aziende riprendano una competizione che abbia come luogo di confronto il mercato, secondo le sue regole, e non le sedi giudiziarie, facendo un passo indietro dai contenziosi”.
“La Corte di Cassazione ha affermato – sostiene Coop che Falce e carrello può, a pieno titolo, essere inquadrato nella fattispecie della concorrenza sleale, che non si concretizza solo nella denigrazione dei prodotti del concorrente, ma anche della sua più generale attività e percezione da parte dei consumatori”. Il comunicato di Coop ricorda che il libro “in quanto opera non letteraria – fosse sottoposto all’obbligo di raccontare cose vere e a una verifica puntuale dei fatti esposti. I fatti trattati, inoltre, avrebbero dovuto essere riferiti evitando “sottintesi, accostamenti, insinuazioni o sofismi idonei a creare nella mente del lettore false rappresentazioni della verità”. Al contrario, il libro ha per di più dolosamente o colposamente evitato queste verifiche, ed omesso di riportare circostanze tanto strettamente collegabili ai fatti narrati da mutarne completamente il significato”.
“Spiace -continua il comunicato – che questa sentenza arrivi dopo la scomparsa di Bernardo Caprotti. Coop Alleanza 3.0 è d’accordo infatti con chi sostiene che “non vada processato un defunto”: per questo, siamo disponibili – dopo l’importante e per noi sufficiente pronuncia della Cassazione – a riflettere sull’opportunità che i rapporti tra le due aziende riprendano una competizione che abbia come luogo di confronto il mercato, secondo le sue regole, e non le sedi giudiziarie, facendo un passo indietro dai contenziosi. Spiace, infine, proprio per il rispetto dovuto alla verità e ai defunti, che Esselunga, traendo in inganno anche alcuni media, si sia affrettata a dichiarare che “la sentenza dà ragione a Caprotti”.
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Io non so a chi dà ragione la sentenza, ma so che a Genova non c’è verso di aprire un’Esselunga, e che i prezzi della Coop, praticamente monopolista, sono scandalosi, ben più alti che a Milano, che non ha proprio la fama di città particolarmente economica
Stessa cosa anche a Modena