Controlli alimentari: regole più semplici e maggiore trasparenza, ecco cosa cambierà nel pacchetto igiene. Intervista a Silvio Borrello direttore generale del Ministero della salute
Controlli alimentari: regole più semplici e maggiore trasparenza, ecco cosa cambierà nel pacchetto igiene. Intervista a Silvio Borrello direttore generale del Ministero della salute
Roberto La Pira 18 Settembre 2013Il 6 maggio 2013 la Commissione europea ha adottato un pacchetto normativo per la revisione delle norme in tema di salute e sicurezza all’interno di tutta la catena agroalimentare. Si tratta di cinque atti legislativi per la revisione della legislazione in materia di sanità animale, salute delle piante, materiale riproduttivo vegetale, controlli ufficiali e gestione delle spese relative ai predetti settori. Cinque proposte di regolamento attualmente al vaglio delle altre istituzioni europee, per le quali la Commissione prevede l’entrata in vigore per il 2016.
Il Fatto Alimentare ha intervistato Silvio Borrello direttore generale del dipartimento che si occupa della sicurezza degli alimenti e della nutrizione del ministero della Salute sulle novità introdotte nella proposta relativa alle modifiche del pacchetto igiene (Proposta di Regolamento del Parlamento Europeo e del Consiglio COM (2013)265 di revisione del – Regolamento (CE) 882/2008).
Perché le istituzioni europee (Commissione e Parlamento) hanno sentito l’esigenza di proporre modifiche all’attuale impianto dei controlli ufficiali (reg. (CE) 882/2008 )? A circa dieci anni dall’adozione del primo atto del “pacchetto igiene”, il Regolamento (CE) 178/2002, la Commissione europea ha intrapreso un ulteriore sforzo regolatorio volto a migliorare e razionalizzare la normativa UE (che attualmente comprende quasi 70 provvedimenti) relativa all’intero settore agroalimentare. L’obiettivo è di definire regole più semplici ed intelligenti per elevare ulteriormente il livello di sicurezza alimentare nell’intero territorio europeo, garantire processi più efficaci, ridurre gli oneri amministrativi, aumentare l’efficienza e la trasparenza dei controlli su tutta la catena alimentare, a vantaggio dei consumatori e degli operatori del settore. In tale contesto si inserisce la proposta di revisione del Regolamento (CE) 882/2004 relativo ai controlli ufficiali che sostituirà ed abrogherà tale provvedimento ed una serie di atti e disposizioni settoriali. Nell’analisi del testo non si può prescindere dalla sua appartenenza ad un pacchetto globale che prevede un aggiornamento normativo di largo respiro in settori quali la sanità animale e la salute e il materiale riproduttivo delle piante.
Quali sono le principali novità? La prima è l’ampliamento del campo di applicazione dei controlli ufficiali. La proposta integra all’interno norme attualmente in vigore per i controlli ufficiali in settori specifici (quali ad esempio i residui di medicinali veterinari negli animali vivi, nei prodotti di origine animale e i controlli in materia di sanità delle piante) che incidono comunque sulla “filiera agro-alimentare” anche se in fasi antecedenti o successive. L’obiettivo primario è dotare le autorità competenti di strumenti in grado di consentire un approccio integrato dei controlli ufficiali in tutti i settori e garantire una maggiore armonizzazione affinché questi si svolgano secondo i medesimi criteri su tutto il territorio UE, con riferimento sia ai prodotti del mercato interno sia a quelli provenienti da Paesi Terzi. Alla luce delle recenti emergenze sanitarie (si pensi all’epidemia di Escherichia coli 2011 o al più recente caso delle “carni equine”) che hanno travalicato i confini del singolo Paese, la Commissione ha dato ancora maggior rilevo all’opportunità di uniformare gli standard dei controlli su tutto il territorio europeo ritenendo essenziale anche intervenire per migliorare l’assistenza amministrativa transfrontaliera.
Il nuovo regolamento sarà più rigoroso o più flessibile rispetto al sistema attuale ? La proposta aggiorna e rende più rigorosi gli strumenti per la verifica del rispetto della normativa in materia di sicurezza alimentare per elevare ulteriormente il livello di protezione della salute a vantaggio del consumatore, ma anche per dotare di un valore aggiunto i prodotti agroalimentari europei. La garanzia di standard rigorosi di produzione e di alti livelli di sicurezza è condizione essenziale per promuovere le esportazioni verso i mercati emergenti dei prodotti agroalimentari dell’UE. Le nuove regole si basano su criteri scientifici di gestione del rischio e sull’individuazione di strumenti efficaci, ma anche flessibili e proporzionati per consentire alle autorità competenti una più efficiente gestione delle risorse (si pensi ad esempio alla novità relativa alla non imposizione, in caso di emergenza, dell’obbligo di accreditamento completo per i laboratori ufficiali).
È vero che si parla di un sistema premiante per i virtuosi? Cambierà qualcosa invece per i “non virtuosi” A fronte di un maggior rigore dei controlli ufficiali, particolare rilevanza è data nel nuovo testo alla trasparenza, non solo nei confronti dei consumatori, ma soprattutto degli operatori del settore alimentare sottoposti al controllo o destinatari di misure di gestione del rischio adottati dalle autorità competenti, per dirlo con uno slogan: più rigore verso chi non rispetta le regole, più tutele dai rischi anche economici per gli operatori onesti. Questo stesso principio informa anche la revisione delle disposizioni relative al sistema di finanziamento dei controlli ufficiali che viene esteso anche ai nuovi settori sopracitati integrati nel campo di applicazione del nuovo regolamento. Rimane invariato l’obbligo per gli stati membri di reperire e destinare risorse sufficienti per finanziare le attività di controllo ufficiale a fronte della possibilità (già prevista nel testo attuale) di prevedere per alcuni settori tariffe obbligatorie per determinate attività, stabilendo nel contempo riduzioni delle stesse per gli Osa che risultino ripetutamente conformi.
Sono previste delle misure in materia contraffazione e sicurezza alimentare? Il tema è strettamente collegato al sistema dei controlli ufficiali e oggetto attualmente di discussione è anche quello della definizione e regolamentazione delle fattispecie rientranti nelle frodi alimentari. Il recente scandalo delle “carni equine” ha evidenziato come le frodi commerciali nel settore agroalimentare, pur non comportando a volte reali rischi sanitari, impattano sul sistema dei controlli ufficiali in sicurezza alimentare ed incidono moltissimo sulla percezione del rischio del consumatore. La Commissione europea ha recentemente costituito una task-force antifrodi, nella quale il Ministero della salute è capofila per l’Italia.
Roberto La Pira
© Riproduzione riservata
Foto: Photos.com
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Ho letto la proposta di Regolamento e trovo utile la riunificazione di tante norme in un unico strumento legislativo. Una perplessità però mi viene dal fatto che rispetto al vecchio Regolamento si introduce la definizione di veterinario ufficiale come di colui che si occupa non solo di salute animale e di igiene degli alimenti di origine animale, ma anche di salute delle piante e purezza del germoplasma vegetale. Mi sembra più il riconoscimento di un ottimo lavoro di lobby che di reali conoscenze acquisite durante gli studi universitari.
Sono d’accordo con lei riguardo le competenze dei veterinari.
Pur considerando il fior fiore dei professionisti si dovrà sempre preferire, per ovvie ragioni formative, un biologo o un agronomo ad altre figure nel settore delle biotecnologie vegetali.
Forse l’ipotesi della lobby non è poi così incredibile.
Non credo proprio; se i veterinari fossero veramente una lobby in grado di influenzare le normative europee avrebbero sicuramente puntato ad altro; vero è che i veterinari ufficiali sempre più spesso si trovano ad avere competenze e ad affrontare problemi e temi mai neanche immaginati ai tempi dell’Università, compresi quelli suindicati. I Veterinari pubblici Ispettori degli alimenti stanno sempre più diventando professionisti ad ampio raggio della tutela della salute umana oltre che animale anche se, purtroppo, sempre più burocrati e sempre meno veterinari.
Non so a cosa dovrebbero puntare i veterinari, ma se come dice pure lei, finiscono con l’occuparsi anche di cose non immaginate (e quindi non studiate all’Università) c’è qualcosa che non va. La sicurezza alimentare è tematica complessa e sfaccettata, che non si può pensare di assegnare ad una sola categoria professionale (medici o veterinari è lo stesso). Se in essa si fanno rientrare la salute delle piante o la purezza del germoplasma vegetale mi sarei aspettato che si attribuissero questi compiti a chi ha le competenze (gli agronomi) e non a chi non le ha e dovrà essere formato appositamente, spendendo soldi pubblici per organizzare corsi di formazione.
Concordo con Filippo Rossi nel giudicare l’attuale preparazione dei medici veterinari insufficiente per gestire le problematiche di produzione vegetale. Quando si trattò di costituire i primi manuali di buona prassi igienico sanitaria agricola fu molto difficile spiegare che molti ipotetici rischi alimentari si potavano ridurre con l’adozione di pratiche agronomiche particolari. Tutt’ora abbiamo questi problemi, proprio per la deficienza nel campo agronomico che hanno i veterinari. Il regolamento prevede che siano formati. Speriamo bene.
Ricordiamo che esiste la figura del Tecnologo Alimentare che ricopre numerosi ambiti nel campo alimentare(innovazione – ricerca e sviluppo – sicurezza alimentare)sia da un punto di vista professionale che da un punto di vista di formazione universitaria. E che risulterebbe a mio parere la figura perfetta da considerare quando si parla di determinati problemi. Ma ovviamente non è stato nominato neanche metà volta. Pensiamoci un pò più su.
Buona serata a tutti.