L’Unione Nazionale Consumatori ha annunciato l’apertura di un procedimento presso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, per censurare lo spot della Coca-Cola. Nel messaggio si invitano i consumatori a pasteggiare con la bevanda dolce, lasciando intendere che si tratta di una vecchia tradizione italiana. La sentenza di censura o di assoluzione dovrebbe arrivare tra qualche settimana. Secondo Massimiliano Dona, segretario dell’Unione Nazionale Consumatori, “mostrare una mamma che porta in tavola una bottiglia di Coca-Cola di grande formato scatenando la gioia dei commensali e lasciando intendere che si tratta di un’abitudine è scorretto. È ancor più grave il ricorso ai bambini che accolgono la bevanda con atteggiamenti entusiasti, mentre la voce fuori campo dice che si tratta di ‘un piacere che tutti possono scoprire in tavola, buon appetito con Coca-Cola’”.
Il Fatto Alimentare ha denunciato all’Antitrust una pubblicità molto simile un anno fa senza successo. Speriamo che la nuova richiesta presentata anche all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria da Dona possa avere più fortuna.
Per essere più precisi vogliamo ricordare che l’invito della Coca–Cola a pasteggiare ogni giorno con una bibita dolce è un insulto nutrizionale e gastronomico.
Il consumo di Coca-Cola non dovrebbe essere quotidiano
Il consumo di bibite dolci deve essere occasionale e non quotidiano come lascia intendere il messaggio. Si tratta di una spudorata proposta che contrasta con i principi della corretta alimentazione e con le campagne di educazione alimentare destinate ai ragazzi. Un anno fa ho chiesto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato di censurare il messaggio e di sanzionare la multinazionale, ma la richiesta è stata respinta.
Lo spot della Coca–Cola risulta un po’ contraddittorio con la politica di marketing pubblicizzata nel sito italiano della multinazionale che così recita:
- “L’azienda riconosce e rispetta il diritto del minore a uno sviluppo equilibrato e il diritto dei genitori di scegliere i prodotti che ritengono più adatti ai propri figli … ed è impegnata ad assicurare che le proprie attività pubblicitarie e di marketing non siano indirizzate ai minori di 12 anni.”
- “Abbiamo scelto di non pubblicizzare i nostri prodotti nelle riviste, nelle fasce TV dedicate ai bambini e nei programmi televisivi in cui più del 50 per cento del pubblico sia costituito da bambini.”
- “Nelle scuole elementari e medie adottiamo lo stesso approccio: per rispetto al diritto dei genitori di essere responsabili dell’alimentazione dei propri figli, Coca–Cola in Italia non vende i propri prodotti nei distributori automatici e non effettua attività promozionali e di campionamento delle proprie bevande all’interno delle scuole”
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