Etichette a semaforo, sugar tax e incentivi per cibi sani: il manifesto dell’American Heart Association per un’alimentazione salutare e sostenibile
Etichette a semaforo, sugar tax e incentivi per cibi sani: il manifesto dell’American Heart Association per un’alimentazione salutare e sostenibile
Agnese Codignola 7 Maggio 2019Dopo Lancet con la sua commissione Eat, anche Circulation, forse la più importante rivista di cardiologia del mondo, scende in campo, pubblicando il nuovo manifesto dell’American Heart Association: un programma completo per un’alimentazione più sana e sostenibile nel quale si invita a pensare in modo innovativo e globale.
Secondo i cardiologi americani, bisogna ragionare sempre in termini di sistema, considerando ogni parte in causa: l’industria alimentare, la comunità dei medici e quella della sanità pubblica, i cittadini e le famiglie, le associazioni, le scuole, le aziende agricole e i grandi organismi che orientano le politiche alimentari. Solo se ciascuno dei protagonisti farà la sua parte, scrivono, le abitudini alimentari potranno realmente cambiare. Ecco, in sintesi, i possibili interventi che si dovrebbero promuovere e portare avanti.
A livello federale e globale
- Sostenere tutte le politiche che possono incentivare la produzione di verdure nutrienti e sane e renderle disponibili a prezzi accessibili a tutti
- Bandire gli acidi grassi trans
- Obbligare le catene di ristoranti a indicare le calorie sui menu
- Modificare i programmi nutrizionali per donne e bambini, con più frutta e verdura
- Introdurre standard nazionali per alimenti e bevande nelle mense scolastiche
- Limitare le pubblicità di cibo e bibite per i più piccoli
A livello nazionale
- Introdurre una sugar tax simile a quella di Berkeley
- Stimolare le scuole affinché adottino programmi alimentari salutari
- Migliorare il sostegno economico a chi produce alimenti a elevato valore nutritivo
- Offrire alimenti e bevande sane gratis (pagate con denaro pubblico) e, se possibile, vietare la distribuzione bibite dolcificate nei luoghi pubblici
Politiche per i produttori, i distributori e i negozianti
- Introdurre nuove formulazioni, per esempio senza acidi grassi trans, con meno sodio, meno calorie e con porzioni più piccole
- Cambiare la posizione degli alimenti non sani nei negozi
- Introdurre sconti sui cibi sani
- Modificare le etichette, con più risalto alla qualità nutrizionale
- Incrementare le promozioni dei cibi sani nella vendita online
Politiche per i ristoranti
- Aggiungere calorie e altre informazioni nutrizionali nei menu
- Vietare le promozioni dei pasti non sani per bambini con premi e giocattoli
- Offrire, come prima scelta, alimenti come il pane integrale e bevande come l’acqua
Politiche per i luoghi di lavoro:
- Proporre cibi sani nelle mense e nelle caffetterie
- Istituire e finanziare programmi di educazione alimentare nei luoghi di lavoro, se necessario con servizi di couseling
Politiche a livello di comunità e singoli cittadini
- Introdurre etichette a semaforo e simili
- Promuovere iniziative di educazione alimentare con il coinvolgimento di chef conosciuti e aumentare la visibilità dei cibi sani e dell’acqua nelle mense;
- Organizzare giochi dedicati ai bambini finalizzati al miglioramento delle conoscenze alimentari
Politiche generali per la riduzione del consumo di sodio
- Eliminare la qualifica di alimento considerato “generalmente sicuro” (GRAS o “generally regarded as safe”) per il sodio
- Sostituire il cloruro di sodio con il cloruro di potassio
- Sostenere le tecnologie da cui ottenere un sale che fornisce più gusto salato con minori quantità di sodio (per esempio con certe micronizzazioni o cristallizzazioni e con l’introduzione di erbe e spezie come insaporitori)
- Diminuire la concentrazione di sodio nei pasti ospedalieri e di comunità
- Migliorare la formazione dei medici affinché trasmettano ai pazienti informazioni più complete sui rischi dell’eccesso di sodio
- Promuovere app specifiche e il finanziamento di campagne pubbliche sui pericoli dell’eccesso di sodio.
Molte di queste azioni, ricordano ancora gli autori, hanno mostrato una significativa efficacia in studi scientifici, in ciascuno dei quali è stata quasi sempre messa in evidenza la necessità di un’azione globale e mai limitata a una singola iniziativa. Per questo i cardiologi ritengono che sia giunto il momento di chiamare tutti a un impegno maggiore e soprattutto corale, per proteggere la salute e l’ambiente.
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[sostieni]
Giornalista scientifica
Ho qualche dubbio su “semafori” ai prodotti e sull’etichetta ai cibi sani e non sani…
Come sappiamo non c’è in assoluto un cibo buono e uno cattivo, il più delle volte è la quantità a creare il danno.
Il burro è ricco di acidi grassi saturi: che facciamo, lo bandiamo dal commercio?
Un pacco da kg di zucchero è 100% zucchero: semaforo rosso? Anche se per consumarlo tutto impiego 4 mesi?
Gentile Roberto,
è vero che non esiste in assoluto un cibo buono e uno cattivo, e che il più delle volte siano le quantità (e le frequenze di consumo). Lo scopo delle etichette a semaforo e degli altri sistemi di etichettatura interpretativa hanno, infatti lo scopo, di diminuire il consumo degli alimenti “cattivi”, cioè quelli che hanno elevate quantità di sale, zucchero e/o grassi saturi. Il “bollino rosso”, infatti, non significa “attenzione, non comprare questo prodotto”, ma “da consumare con moderazione”.
Ovviamente, affinché passi questo messaggio, l’introduzione di qualsiasi forma di etichettatura interpretativa deve essere accompagnata da un’adeguata campagna informativa che spieghi come funzionano le etichette.
Per esempio, in Francia, dopo l’introduzione del Nutri-Score sono state pubblicate le nuove linee guida alimentari per la popolazione, in cui si raccomanda di ridurre il consumo di alimenti con bollino arancione e rosso, non di eliminarli dalla dieta.
Un discorso che vale quindi anche per burro e zucchero.