Banane piantagione campi coltivazione frutta esotica

Banane coltivate nel cuore del Mediterraneo? Fino a pochi anni fa sembrava fantascienza, ma il cambiamento climatico e la progressiva tropicalizzazione del clima hanno reso possibile anche questo scenario. In Sicilia, e in particolare nella provincia di Ragusa, da tempo si sperimenta con frutti esotici come mango e avocado. Adesso arriva un salto di scala: non più singole aziende locali, ma un colosso internazionale è pronto a investire.

Chiquita, la multinazionale del celebre “bollino blu”, ha scelto proprio il territorio ragusano per avviare la sua prima produzione italiana di banane. L’iniziativa nasce in collaborazione con la cooperativa agricola Alba Bio di Ragusa, attiva dal 2002 e specializzata in ortofrutta biologica e biodinamica (certificazione Demeter). La prima fase prenderà il via nell’autunno 2025 con la messa a dimora di 20mila piante biologiche di banano. Se tutto procederà secondo i piani, le prime banane “made in Italy” potrebbero essere in vendita già nel 2026.

Casco di banane sull'albero in una piantagione
La coltura del banano richiede notevoli quantità di acqua e risorse naturali, con potenziali pressioni sugli ecosistemi locali

Per Chiquita, che produce circa 15 miliardi di banane all’anno e opera in 25 Paesi con una distribuzione in 70 nazioni, si tratta di un passaggio storico. Non più una semplice sperimentazione, ma un progetto su scala industriale che affiancherà al “Bollino Blu” la dicitura “Prodotto Italiano”, puntando a valorizzare le risorse locali e a ridefinire l’agricoltura mediterranea.

Sviluppo o monocoltura?

Ma accanto all’entusiasmo, non mancano i nodi critici. L’arrivo di una multinazionale in un settore tradizionalmente frammentato e locale come quello siciliano solleva interrogativi sul rischio di monocoltura estesa, che potrebbe uniformare le produzioni e mettere in ombra le piccole realtà agricole del territorio. Inoltre, colture intensive come quella del banano richiedono notevoli quantità di acqua e risorse naturali, con potenziali pressioni sugli ecosistemi locali già fragili e soggetti a stress climatico. La sfida sarà capire se questo progetto saprà davvero integrarsi nel tessuto agricolo siciliano o se finirà per trasformare la regione in una semplice piattaforma produttiva al servizio di un marchio globale.

In altre zone della Sicilia ci sono già coltivazione di frutti tropicali anche se su estensioni minori. L’azienda Mango di Sicilia, con sede a Fiumefreddo (CT), è specializzata in mango ma coltiva anche avocado e altri frutti tropicali.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock- Depositphotos

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Giovanni
Giovanni
9 Ottobre 2025 21:34

In Sicilia da quasi un decennio ci sono agricoltori che producono banane. L’arrivo del bollino blu, non credo sia positivo

paolo
paolo
11 Ottobre 2025 13:59

Ecco, adesso siamo ufficialmente una repubblica delle Banane, di nome e di fatto.

Giusto per sapere di chi parliamo, la tanto simpatica Chiquita è ereditiera di pratiche discutibili e poco etiche: https://en.wikipedia.org/wiki/Chiquita

FRANCESCA LABATE
FRANCESCA LABATE
28 Ottobre 2025 13:36

abbiamo già avuto le piantagioni di kiwi, certo non autototcnone…
e pensando bene anche pomodori, melanzane, patate, agrumi non lo sarebbero in origine.

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