Perché, se cade una mela, Newton scopre la forza gravitazionale, mentre, se la stessa sorte capita a una pera, tutti scoppiano a ridere. C’è anche l’espressione “Sei proprio una pera cotta!” che non è proprio un complimento. È lecito chiedersi anche la differenza tra la lucida ed elegante melanzana, che sembra l’esponente di una privilegiata lobby ortofrutticola, e l’umile zucchina o l’ingombrante e voluminosa zucca che nello spettacolo diventa la madre della zucchina. Anche in questo caso potrebbe scattare la battuta “Testa di zucca!”? E che dire di tutte le allusioni e i riferimenti goliardi che possono fiorire intorno a finocchi, piselli e fichi?

Si tratta di un colorato mondo di ortaggi e frutta che viene raccontato con ironia nello spettacolo “Col cavolo”, un monologo movimentato e pieno di spunti sarcastici incentrato sulla presenza e sul ruolo del cibo nella vita di tutti i giorni”. Lo spettacolo, realizzato e recitato da Carlino Rossi con la regia di Marta Martinelli è andato in scena al Teatro Oscar di Milano (confidiamo in future repliche), gioca su una sottile alchimia tra il comico e il surreale, indagando su un tema quotidiano come quello del cibo. Il protagonista è un consumatore che si aggira maldestro, e per questo ritenuto un cliente sospetto, in un supermercato Esselunga.

supermercato
La performance di Carlino Rossi ambientata in un supermercato Esselunga

La continua ed ostentata esibizione dei sacchetti gialli del supermercato Esselunga, possibile grazie all’aiuto di uno spettatore che ogni 10 minuti fa un giretto sul palcoscenico, salva il protagonista dalle reprimende della security del punto vendita che lo aveva individuato. Inizia così una storia che spazia su vari prodotti ortofrutticoli e che, grazie al susseguirsi di giochi di parole e di improvvisati interventi del pubblico, attraversa la mitologia, la storia, la religione, l’arte teatrale.

© Riproduzione riservata Foto: ilfattoalimentare

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