La carta da forno è stata oggetto di un test da parte di Altroconsumo che ha chiesto a 300 ACmakers (persone che fanno parte della community di Altroconsumo per la valutazione dei prodotti) le loro preferenze e le motivazioni. Il test è stato effettuato su 11 prodotti, tra le marche distribuite maggiormente sul mercato e ha evidenziato che, nella scelta di acquisto, non rivestono rilevanza gli aspetti estetici, come la piacevolezza al tatto e l’aspetto, e nemmeno l’appartenenza a una marca famosa. La scelta infatti sembra dipendere esclusivamente da fattori economici ovvero dal costo al metro.
La carta da forno per la sua versatilità può essere utilizzata in cucina in tanti modi: dalla cottura in forno, alla conservazione di alimenti nel frigo, per proteggere i piani di lavoro, ma anche per la cottura a vapore o al cartoccio e c’è anche chi la usa come sac-a-poche o per tirare la sfoglia mettendo l’impasto tra due fogli per rendere l’operazione più facile. Gli elementi più importanti per i consumatori sono l’antiaderenza, la facilità nello stendere la carta, e l’assorbimento dell’unto oltre alla facilità d’uso della confezione, del seghetto, la facilità nel taglio della carta e la protezione della teglia dallo sporco.
Carta da forno: come deve essere riciclata?
C’è chi la getta nell’indifferenziata, chi nell’umido e chi nella carta e tutti potrebbero avere ragione ma tale scelta va verificata controllando le regole del proprio comune e le informazioni presenti sulla confezione. La riciclabilità della carta da forno dipende dalla percentuale di rivestimento antiaderente in essa contenuta.
La presenza del logo “bicchiere e forchetta” sulla confezione certifica l’idoneità al contatto con gli alimenti e l’assenza di migrazione di sostanze chimiche verso i cibi. Migrazione che potrebbe invece avvenire se la materia prima fosse riciclata poiché, alle alte temperature e a contatto con i cibi grassi, potrebbe favorire la migrazione di sostanze chimiche. Altroconsumo nel test è voluto andare oltre e ha verificato, in laboratorio, la presenza o meno di Pfas utilizzando lo standard stabilito dalla Danimarca (che sembra essere il più severo), i risultati ottenuti hanno evidenziato che tutti i prodotti analizzati hanno superato il test.
L’impatto ambientale
A fronte di tanti aspetti positivi uno dei punti deboli della carta da forno, essendo un prodotto usa e getta e non sempre riciclabile, rimane il suo impatto ambientale. Tra gli elementi che rendono green la carta da forno ci sono: la certificazione TUV (riconosciuta in tutta Europa) che garantisce la compostabilità degli imballaggi, la certificazione FSC (il solo logo FSC indica che il 100% della carta proviene da foreste gestite in modo sostenibile; il logo FSC “misto” indica che la percentuale è del 70%); il marchio Nordic Swan chiamato anche Ecolabel nordico, che garantisce la sostenibilità dell’intera filiera di produzione).
Nella classifica finale Cuki si è aggiudicata la pole position in quanto “Migliore del test” per il connubio tra efficacia, antiaderenza, assorbimento dell’unto e rispetto dell’ambiente.Il titolo di “Miglior acquisto“ nella categoria “qualità buona” è andato a Frio carta forno antiaderente che al costo di 0,10 al metro, è la scelta ideale per chi fa largo uso di carta da forno. Il titolo di “Migliore scelta green” è stata assegnato a Cuki carta forno naturale compostabile in fogli ed Ecor (Natura sì) con certificazione Fsc. Il test ha comunque promosso tutti i marchi selezionati, viene riconosciuta la “qualità ottima” a Esselunga, Coop casa, Domopak, e la “qualità buona” a Conad, Sistema Casa (Eurospin), Carrefour, e Aromata (Lidl quest’ultima con le certificazioni Fsc misto e Nordic Swan).
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indubbiamente la mia scelta va sui prodotti ecosostenibili della Cuki, in quanto composti da carta e senza la presenza di silicone. L’unico limite che vi trovo è l’impossibilità di tagliare i fogli secondo necessità.
La trovo molto comoda come antiaderente. Prima la bagno per renderla morbida. Un valido prodotto che compro spesso. Anche per congelare.