Carrefour toglie l’olio di palma dai biscotti. Esselunga propone frollini e fette biscottate senza il grasso tropicale. La nostra petizione supera le 100 mila firme
Carrefour toglie l’olio di palma dai biscotti. Esselunga propone frollini e fette biscottate senza il grasso tropicale. La nostra petizione supera le 100 mila firme
Roberto La Pira 3 Febbraio 2015La petizione promossa da Il Fatto Alimentare per arginare l’invasione dell’olio di palma negli alimenti e fermare il continuo disboscamento delle foreste indonesiane per lasciare spazio alle piantagioni ha superato il 5 febbraio le 100 mila firme in poco più di due mesi. Vogliamo ringraziare tutti e dire ai sostenitori che qualche cosa si sta muovendo. La prima buona notizia riguarda Carrefour che, dopo aver avviato anni fa un progetto a livello internazionale per sostituire l’olio di palma nei prodotti alimentari, ha deciso nei biscotti venduti in Italia con il proprio marchio, di sostituire il grasso tropicale con olio di girasole e di mais. La scelta di Carrefour che a livello mondiale prevede di portare a termine il progetto di progressiva e parziale sostituzione del palma entro il 2020, è importante perché dimostra che cambiare si può e non comporta un aggravio di costi. Secondo le nostre informazioni tra qualche mese dovrebbero esserci sugli scaffali i primi biscotti. La catena francese ha da tempo iniziato questo percorso e ora arrivano i risultati concreti. La scelta è duplice sostituire dove è possibile il palma con grassi che non peggiorano il livello nutrizionale incrementando la quantità di saturi (quindi mais, girasole, colza …) e, quando non è possibile, utilizzare olio di palma certificato RSPO proveniente da coltivazioni certificate. Tutto ciò deve però essere fatto senza penalizzare il gusto.
I problemi del prezzo sono infatti superati visto che le differenze tra il palma e gli altri oli sono trascurabili e non influenzano in modo sensibile il costo delle materie prime. Anche sul fronte del sapore la questione è superata, visto che si possono realizzare ottimi biscotti e frollini senza il grasso tropicale come si può vedere nel sito dove abbiamo raccolto 100 nomi di biscotti preparati senza olio di palma.
Le buone notizie non sono finite. Esselunga che due mesi fa ha subito accettato il nostro invito ad abbandonare l’olio di palma, da poche settimane vende frollini con gocce di cioccolato fondente, preparati con olio di mais ad un prezzo inferiore ai frollini molto simili ottenuti con il palma. Esselunga ha introdotto anche le fette biscottate con il proprio marchio senza il grasso tropicale.
Tra le catene che hanno aderito al nostro appello ci sono anche: Ikea, Coop, Ld Discount e Md Market e da loro ci aspettiamo altre buone notizie.
Per rendersi conto dei motivi che ci hanno spinto ad avviare questa campagna contro l’invasione dell’olio di palma basta dire che nel giro di pochi decenni l’Indonesia ha perso oltre 5 milioni di ettari di foreste primarie, convertite in monocolture di palme da olio, e oltre 4 milioni ne ha persi la Malesia, con effetti disastrosi sulla biodiversità locale. Abbattere foreste è, per varie ragioni, un sistema molto comodo per chi voglia avviare una piantagione di palme. Assicurarsi da qualche funzionario disonesto la concessione allo sfruttamento di un’area di foresta primaria è spesso più facile (e meno costoso) che negoziare con singoli proprietari la cessione di piccoli appezzamenti già disboscati e coltivati. In più, prima di diventare un campo agricolo, la foresta fornisce legname, mentre i roghi per la pulizia finale lasciano sul terreno cenere buona per la terra, che abbatte i costi iniziali di concimazione. Purtroppo la richiesta di olio palma è in aumento in tutto il mondo e i territori deforestati dedicati alle piantagioni continuano ad aumentare, per questo dobbiamo cominciare a dire basta a questo sistema.
Roberto La Pira e Dario Dongo
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Per tutti i lettori interessati ecco in esclusiva la lista dei 100 biscotti “senza palma ”che si trovano al supermercato
Il Fatto Alimentare e Great Italian Food Trade hanno lanciato una petizione online su Change.org per fermare l’invasione dell’olio di palma nei prodotti alimentari e abbiamo già raccolto 99 mila firme e cinque catene di supermercati hanno deciso di eliminare il grasso di palma dai loro prodotti !
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Basta che adesso non si continui a disboscare per mettere piantagioni di girasole…
Il girasole non cresce in Indonesia o in Malesia
Bé, da qualche parte cresce….
Il girasole e il mais sono molto coltivati in Italia e certamente anche in altre nazioni europee. In Russia le coltivazioni di girasoli sono molto estese.
L’olio di colza è migliore dell’olio di palma (a prescindere dall’aspetto ambientale)?
Ha sicuramente una minore quantità di acidi grassi saturi
La cosa è semplice….i biscotti li faccio, utilizzando olio di oliva di mia produzione uova fresche delle mie galline zucchero di canna bio ecc…quindi salvaguardo foresta e abitanti e soprattutto le grandi industrie dolciarie non vedranno mai piu’ un solo centesimo da me….
grazie