La Commissione europea ha chiesto all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e all’Agenzia europea per i medicinali (Ema) di eseguire una valutazione congiunta dei rischi per la salute umana derivanti dalla presenza di residui del farmaco antinfiammatorio fenilbutazone nella carne di cavallo. La richiesta fa seguito allo scandalo della carne di cavallo aggiunta in modo fraudolento alla carne bovina e al ritrovamento di fenilbutazone in alcuni campioni.
Le agenzie forniranno alla Commissione un parere entro il 15 aprile 2013 sulla base dei dati e dei risultati delle analisi in corso in tutti gli Stati. L’Autorità ha redatto una sorta di decalogo per spiegare che cos’è il fenilbutazone indicando anche i livelli di rischio per i consumatori.
1. Il fenilbutazone, chiamato anche “Bute”, è un farmaco antinfiammatorio non steroideo (Fans) impiegato abitualmente come analgesico in medicina umana nei pazienti che soffrono di gravi forme di artrite. In medicina veterinaria è utilizzato in alcuni Stati per animali non destinati alla produzione di alimenti (cani e cavalli sportivi), mentre è vietato per il trattamento di animali destinati alla filiera alimentare. Per questo motivo l’eventuale presenza nel cibo è sicuro indice di trattamento illecito. Il medicinale serve per trattare il dolore e la febbre in cavalli e cani e curare problemi ossei e articolari cronici (artrite e tendinite nei cavalli sportivi e nei cavalli tenuti come animali da compagnia, non destinati alla filiera alimentare).
2. Si può trovare nel cibo? Il fenilbutazone non è ammesso nella filiera alimentare e l’eventuale presenza nella carne di cavallo indica l’impiego di carcasse di animali non destinati alla produzione alimentare. Secondo la normativa europea il trattamento di cavalli sportivi con fenilbutazone deve essere annotato nel “passaporto equino” e questa segnalazione esclude in modo definitivo la possibilità di macellazione.
3. Perché è stato vietato l’impiego di fenilbutazone negli animali destinati alla produzione alimentare?L’Ema ha sottoposto a valutazione il fenilbutazone nel 1997 senza riuscire a stabilire un Lmr (livello massimo di residuo consentito nel cibo) e per questo motivo gli animali trattati con il farmaco non sono ammessi nella filiera.
4. Quali sono i timori che il fenilbutazone comporta per la salute? È una sostanza tossica per il midollo osseo e l’esposizione a questo medicinale è stata associata ad anemia plastica, una malattia del sangue rara purtuttavia grave. Si stima che l’anemia abbia un’incidenza minima (1 caso ogni 30.000 persone). C’è anche incertezza sulla potenziale genotossicità (la capacità di danneggiare il DNA delle cellule) e cancerogenicità della sostanza. L’Efsa e l’Ema riesamineranno i dati disponibili su tali aspetti per condurre una valutazione del rischio.
5. Qual è la probabilità che i consumatori siano esposti tramite il consumo di carne equina? La relazione annuale dell’UE sui residui di farmaci veterinari negli alimenti, evidenzia che il fenilbutazone viene rinvenuto di rado nella carne di cavallo e pertanto la probabilità che gli Europei siano esposti al fenilbutazone attraverso il consumo di carne è ritenuta bassa.
6. Quali informazioni verranno prese in considerazione nella valutazione del rischio? L’Efsa e l’Ema indagheranno in merito ai possibili timori per la sicurezza relativi al fenilbutazone, nell’ambito di una valutazione del rischio congiunta e prenderanno in esame tutte le evidenze scientifiche e i dati disponibili, così come le informazioni sui livelli di consumo della carne equina.
7. Qual è il ruolo dell’Efsa nella gestione degli episodi di adulterazione? L’Autorità per la sicurezza alimentare fornisce solo consulenza scientifica e non si occupa di etichette false o di tracciabilità. Questi temi, così come la gestione del rischio, sono di competenza degli Stati membri e della Commissione europea.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24