Le caraffe filtranti migliorano le proprie performance di anno in anno. Lo certifica l’ultimo test di Altroconsumo, che ha portato in laboratorio 14 filtri di diversi marchi e le loro caraffe, valutando per ognuno di essi 25 parametri su quattro campioni di acqua raccolti in tempi diversi, per simulare il ciclo di vita delle cartucce. In totale sono state condotte ben 1.400 analisi, che spaziavano dalla riduzione durezza dell’acqua alla rimozione dei metalli pesanti.
Dal punto di vista della sicurezza, le caraffe filtranti sono migliorate molto nel corso degli anni, risolvendo alcuni dei problemi che le affliggevano in passato: non rilasciano più nitriti in concentrazioni oltre i limiti di legge ed è stato eliminato anche il rischio di proliferazione batterica, dato dalla riduzione del cloro nell’acqua e dalla presenza di componenti organici del filtro. Un altro composto che veniva rilasciato – e ancora accade – è l’ammonio, anche in quantità superiori ai limiti, ma Efsa ha rassicurato i consumatori spiegando che non si tratta comunque di quantità pericolose per la salute.
Buone notizie per chi ha troppo calcare nell’acqua del rubinetto: tutte le caraffe testate sono state in gradi di diminuire la durezza dell’acqua, alcune meglio delle altre. Alcune addirittura troppo, scendendo sotto la soglia dei 15°F (gradi francesi) di durezza stabilita dalla legge, come accade usando i prodotti a marchio Brita, azienda leader di mercato. Per quanto riguarda il cloro (o meglio i cloriti), usato durante la disinfezione dell’acqua in acquedotto, la migliore è risultata la caraffa tedesca Maunawai Kini, che l’ha eliminato completamente. Altre caraffe, invece, hanno ricevuto un giudizio insufficiente, come il prodotto a marchio Bodyform, che ha ricevuto una sola stella nel test del cloro.
Passando ai contaminanti, soltanto una caraffa è in grado di diminuire – di molto – la concentrazione dei nitrati nell’acqua: si tratta della già citata Maunawai, che abbatte il composto dell’85%. Lo stesso prodotto è in grado di ridurre del 55% la quantità di arsenico presente nelle acque, mentre gli altri filtri arrivano al massimo al 26%, e dell’80% il cromo, contro il 64% massimo delle altre caraffe. Piombo e nichel sono i metalli meglio rimossi da tutte i prodotti esaminati.
A giudicare dalle performance, non sorprende scoprire che la caraffa Maunawai Kini, nonostante il prezzo non certo economico (90 euro), sia stata incoronata come migliore del test. Il prodotto si aggiudica il punteggio massimo di cinque stelle in tutte le categorie, tranne la proliferazione batterica (dove le stelle sono quattro), un risultato dovuto all’assenza di sistemi anti-batterici, ma comunque molto buono.
In seconda posizione si trova la caraffa Fill&enjoy Brita (24 euro), la cui qualità globale è stata giudicata ottima dal test di Altroconsumo, seguita dal migliore acquisto, la caraffa Oria di Aqua Optima (29 euro). Per quest’ultimo prodotto sono disponibili due tipi di filtri, da 30 e 60 giorni: con quelli di durata più lunga si risparmia, ma attenzione perché la capacità di filtrare i cloriti ne risente un po’.
Nessun prodotto è stato bocciato, ma quattro cartucce hanno ricevuto un giudizio medio. Si tratta della caraffa ViviVerde Coop, di quella a marchio Bodyform, del filtro refill Magnesium Mineralizer della Penguin BWT e della Aquapro Wessper, che hanno fatto registrare basse performance nell’eliminazione dei cloriti.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Ho provato ad utilizzare una caraffa filtrante ma l’acqua risultava con un gusto particolare, non cattivo, ma diverso da qualsiasi acqua in bottiglia o di rubinetto; è lo stesso gusto che riscontro nell’acqua di casa di amici che hanno un sistema filtrante e nelle acque che alcuni locali ti servono nelle bottiglie sponsorizzate dalla marca del loro sistema filtrante. Non trovo notizie in merito: rilascio di sostanze? Eccessivo impoverimento? Nulla di cui preoccuparsi? Nel dubbio ho accantonato la caraffa
Può trovare indicazioni utili sulle caraffe in questo articolo che abbiamo pubblicato poche settimane fa
https://ilfattoalimentare.it/caraffe-filtranti-altroconsumo.html
Buongiorno,
sia sulla confezione contenente caraffa Coop ViviVerde che sui relativi filtri c’è scritto:
Prodotto in Svizzera per Coop Italia….ed importato da filtastic, seguito da relativo indirizzo che è lo stesso della società Brita. Il design sia della caraffa che dei filtri è leggermente differente ma il sistema (sembra) il solito. Inoltre sulla confezione dei filtri Brita c’era scritto prodotti in Svizzera/Germania. Ad occhio sembrerebbe che Brita venda caraffa e filtri alla Coop, quindi la differenza qual è se dalla vostra indagine risulta che Coop viviverde ha ottenuto un giudizio medio? Che utilizzano materiali più scadenti per la produzione delle cartucce filtranti?
Grazie
Le caraffe Coop sono prodotte da Brita. Ma questo non vuol dire che siano identiche. Coop potrebbe avere chiesto a Brita un prodotto con caratteristiche leggermente diverse, oppure Brita ha messo in commercio un nuovo modello.