Donna che indica con il dito il menu mentre sceglie i piatti al ristorante. Il menu è in lingua thailandese con traduzione in inglese. menu ristorante calorie scegliere

Dal mese di aprile del 2022, in Inghilterra tutti gli esercizi commerciali che hanno più di 250 punti vendita hanno anche l’obbligo di indicare le calorie sia dei piatti che delle bevande proposti. La norma intende aiutare i clienti ad avere maggiore consapevolezza di ciò che acquistano in ristoranti, fast food e take away, cioè nei luoghi dai quali, in media, arriva il cibo di peggiore qualità nutrizionale, e quello che espone ai rischi più elevati di acquistare peso. Ora, a distanza di più di tre anni dall’entrata in vigore della legge, i ricercatori delle Università di Cambridge, Exeter e Liverpool hanno voluto verificare che tipo di conseguenze ci siano state, ovvero se l’indicazione delle calorie sia stata o meno realmente efficace.

Lo studio

Come hanno illustrato sul British Medical Journal Public Health, lo strumento principale è stato il cosiddetto MenuTracker, un database informatico che raccoglie nome e descrizione dell’alimento o della bevanda, le dimensioni della porzione, il contenuto calorico, quello in macronutrienti, fibre, sale, e poi la presenza di allergeni, le informazioni speciali eventualmente presenti e la posizione nei menu (per esempio, piatti per bambini o da condividere).

Scegliere cosa prendere. Una bella coppia di giovani innamorati che esamina il menu e sorride mentre è seduta insieme al ristorante.
La diminuzione di calorie è arrivata più che altro dal ritiro dei prodotti peggiori

Attingendo a esso, i ricercatori hanno analizzato le eventuali modifiche apportate al contenuto energetico medio, in calorie, di piatti e bevande nuovi, di quelli usciti dal database o di quelli rimasti sempre presenti nei due periodi di riferimento, e cioè settembre 2021, prima dell’entrata in vigore della legge, e settembre 2022. Inoltre hanno individuato gli sforamenti del limite calorico consigliato per piatto, e cioè 600 calorie per pasto.

Per quanto riguarda il 2021, lo studio ha preso in esame 79 catene, per il 2022 90 e alla fine sono stati valutati 31.045 voci di menu di 78 rivenditori. Dal punto di vista della tipologia, questi ultimi sono stati suddivisi in bar e caffetterie; fast food e take away “occidentali”; bar, pub ed enoteche; ristoranti; luoghi di ritrovo sportivi o simili; fast food asiatici.

All’interno dei menu, poi, le voci erano raggruppate nelle seguenti categorie: antipasti e contorni; prodotti cotti al forno; bevande; burger; dessert; patate fritte; portate principali; insalate; sandwich (panini); zuppe; condimenti e ingredienti.

I risultati

In generale, si è osservata una grande variabilità a seconda del tipo di alimento o bevanda considerati. Nelle bibite alcoliche e analcoliche si è avuta una diminuzione media di 36 calorie, pari al 16,5% del contenuto energetico, mentre per i burger il calo è stato di circa 103 calorie, pari all’11%. Tra i piatti principali, però, il decremento si è fermato al 4% (30 calorie) e la media è stata significativa, dal punto di vista statistico, ma alquanto modesta: ogni singolo articolo in media ha perso solo 9 calorie, ossia il 2%, rispetto alla sua composizione precedente l’entrata in vigore della legge.

La variabilità si è vista anche nell’analisi in base al tipo di rivendita: nei bar il decremento è stato del 9% (52 calorie), nei ristoranti del 5% (23 calorie), nei locali sportivi del 13,5% (49 calorie).

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L’indicazione delle calorie sui menu sarebbe pericolosa per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare

Meno calorie?

Un altro fatto, inoltre, suggerisce che l’obbligo dell’indicazione non sia determinante: la diminuzione di calorie è arrivata più che altro dal ritiro dei prodotti peggiori, con (in media) più di 458 calorie, e dall’arrivo di alcuni leggermente migliori (con 434 calorie), e non da una riformulazione, considerata da tutti gli esperti la leva più efficace, e la più necessaria per contenere l’epidemia di obesità. La controprova è nel fatto che, tra i cibi e le bevande disponibili in modo continuativo tra il 2021 e il 2022, non si sono registrate variazioni significative di composizione e di calorie, e il contenuto calorico medio è passato da 437 a 439 calorie: i produttori non ci hanno neanche provato, commentano gli autori.

Se si considerano gli alimenti e le bevande rimossi, si vede che contenevano in media 21 calorie in più rispetto a quelli sempre presenti, e 25 calorie in più rispetto al contenuto medio delle nuove proposte: anche in questo caso, non un grande sforzo.

Infine, per quanto riguarda il limite massimo consigliato di 600 calorie a pasto, il 21% delle voci lo superava, soprattutto nelle categorie della pizza, dei burger e dei piatti principali, mentre tra le tipologie di catene le peggiori erano quelle dei ristoranti e dei pub.

Poco efficace e anche pericoloso

Anche se questo studio si basa solo sulle informazioni inserite nel database MenuTracker, il risultato ne conferma altri che sono giunti a conclusioni simili, come uno uscito su Nature nel 2024, e basato su ciò che oltre 6.500 clienti riferivano di aver consumato in oltre 330 punti vendita. Finora, le idee sugli effetti di questo tipo di provvedimento sono ancora abbastanza confuse, perché le ricerche condotte hanno portato a conclusioni contraddittorie. In generale, comunque, non sembra che l’indicazione delle calorie sui menu possa fare una grande differenza e, secondo alcuni, sarebbe pericolosa per coloro che soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Probabilmente può aiutare, ma deve essere inserita in una strategia complessiva che preveda anche misure ben più drastiche.

© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock- Depositphotos

Giallone 03.07.2025 dona ora

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francis
francis
14 Ottobre 2025 13:36

Esiste anche la possibilità di dare l’informazione e lasciare che le persone decidano… Non possiamo avere ognuno l’angelo custode che ti costringe a fare ciò che è meglio, vogliamo ragionare del fumo? C’è bisogno di fare informazione per capire che fa male, molto male… Eppure

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