La proposta di riconsiderare la moratoria internazionale della caccia alle balene a scopo commerciale ha suscitato molto scalpore nel mondo conservazionista. Alcuni Paesi nel corso di un recente incontro della Commissione internazionale per la caccia alle balene ( organismo che regola l’industria baleniera) hanno chiesto di rivedere il divieto istituito nel 1982, di per sé già blando e pieno di scappatoie. Come riferisce il quotidiano britannico The Guardian, sono state le associazioni animaliste OceanCare e Humane Society International a denunciare le proposte di alcuni Paesi, che avrebbero potuto minare i progressi fatti in questi quarant’anni.
Durante un meeting della plenaria della Commissione, che si è tenuta tra il 13 e il 21 ottobre in Slovenia, Antigua e Barbuda avrebbe presentato insieme a Saint Lucia una risoluzione per chiedere la riapertura di un dibattito formale sulla caccia commerciale, oltre ad averne co-sponsorizzata un’altra, insieme a Cambogia, Guinea e Gambia, a sostegno del contributo di questa pratica alla sicurezza alimentare dei paesi più poveri. Lo posizione di Antigua e Barbuda ha scatenato un piccolo caso politico, quando il governo delle due isole caraibiche, in risposta a una lettera di 22 organizzazioni non governative, ha annunciato di essere in disaccordo con le azioni dei propri rappresentanti alla Commissione.
La risoluzione alla fine non è stata votata e la moratoria è rimasta in vigore così com’è. Ma non è la prima volta che si verificano dei tentativi per resuscitare la caccia commerciale alle balene, e probabilmente non sarà l’ultima. Già nel 2018, durante l’ultimo meeting della Commissione prima della pandemia, era state respinta una risoluzione del Giappone che chiedeva di cancellare il divieto alla caccia commerciale. Il paese asiatico sosteneva che ormai la pratica della caccia alle balene si potesse effettuare in maniera sostenibile. In seguito al respingimento della sua richiesta, il Giappone ha lasciato la Commissione e, non essendo più vincolato alla moratoria, ha ricominciato a cacciare cetacei a scopi commerciali.
Secondo OceanCare e Humane Society International, parlare di caccia sostenibile alle balene è ‘ridicolo’ e ‘fuorviante’. Prima dell’introduzione della moratoria, tra l’Ottocento e il Novecento, molte specie di cetacei sono state portate sull’orlo dell’estinzione. Oggi, i mammiferi marini devono affrontare nuove minacce, come la pesca industriale, la crisi climatica e la plastica che inquina gli oceani. Ci manca solo il ritorno della caccia alle balene.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Il Giappone è un bellissimo paese, ma con quello che fanno a balene e delfini (che qualcuno dimentica troppo spesso cosa succede in Giappone anche a questi…) sarebbe bene prendere dei provvedimenti seri.
Le pandemie probabilmente saranno un castigo dato dalla natura non abbastanza severo per certi comportamenti dell’essere umano.