L’ennesima bufala alimentare corre in rete e come al solito si diffonde velocemente. Questa volta si parla del tonno al naturale Coop, accusato di essere pescato nelle vicinanze della centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico e quindi a rischio di contaminazione radioattiva.
Si tratta di una notizia falsa visto che il tonno Coop viene catturato nella zona di pesca FAO 71, situata nell’Oceano Pacifico Centro-Occidentale a migliaia di km dalla zona del disastro nucleare, nell’area antistante le Filippine, l’Indonesia e l’Australia del Nord. La zona di mare limitrofa alle acque del Giappone che secondo l’Unione Europea potrebbe essere considerata eventualmente a rischio è comunque la zona FAO 61 (vedi schema sotto).
Ci sono altri due elementi che evidenziano la falsità della notizia: l’etichetta del tonno Coop riporta la zona di pesca FAO 71 e il tipo di pesce inscatolato (tonno pinna gialla) che non vive nelle acque giapponesi per via delle temperature troppo basse.
Suddivisione delle zone di pesca secondo lo schema Fao il tonno Coop proviene dalla zona 71 distante migliaia di km dal Giappone
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Certo. Considerando che i tonni sono arrivati fino in California e vi è stata trovata traccia di radioattività, li vedo che snobbano l’area limitrofa all’area 61… Considerando che ormai in molte scatolette c’è un insieme di pesce e non solo tonno puro (leggere Greenpeace) datelo Voi ai vostri figli il tonno area 71. Fatelo. E buon appetito!
fare del terrorismo alimentare è la cosa più facile che ci sia, soprattutto se si volge lo sguardo solo a quello che mangiano gli altri e non a quello che si ha nel proprio piatto, dando per scontato che sia… perfetto! Sono laureato in Agraria, giornalista agroalimentare e faccio pubblicità dal 1983 (milano da bere). Qualche anno fa ho fatto un pieghevole per un produttore svizzero (Sessa CT)di mirtilli e altri frutti di bosco di coltivazione biologica rigorosissima e rispettosa anche degli uccelli che venivano allontanati con botti a mo’ di colpi di fucile e le piante erano irrorate con un sistema brevettato di microfrantumazione di rocce provenienti dalla svizzera interna e ricche di sostanze minerali… ebbene i frutti erano stupendi, ma erano davvero biologici 100/100?, visto che il vicino aveva un vitigno non biologico e quindi quando faceva trattamenti alle viti le sostanze volatili potevano raggiungere i mirtilli; e allora? il signor Messerli (tra l’altro un tipo zen con studi in Thailandia)non doveva vendere alla Coop svizzera i suoi mirtilli come biologici? o doveva aspettare che tutti i campi (i mari i laghi i fiumi del mondo ) diventassero perfetti? E che dire di chi si alimenta di bistecche di soia quando tutta la soia mondiale è OGM? mi creda ho sempre letto etichette, comprese quelle del tonno in scatola (naturale) e sono il primo a non acquistare ciò che non mi convince, ma occorre anche conoscere bene la scienza dell’alimentazione (a proposito, ma non per vanto, all’Università facevo parte del centro di controinformazione alimentare e avevo preso anche la lode in questa materia) mettiamo più serenità in questo campo e così aumenterà anche la sicurezza e meglio si diffonderà la conoscenza.
Io mangio quello dell'”area 51″ (Nevada, USA: è alieno).
concordo pienamente con bobonè, fare terrorismo alimentere è molto facile, gli stessi editorialisti del Fatto Alimentare, alcune volte mi danno l’impressione che calchino eccessivante la mano su talune aziende e meno su altre. Cio non toglie di applicare le attenzioni dovute senza però esagerare, anche perchè dobbiamo essere noi che limitando e variando il più possibile la nostra dieta possiamo limitare problemi di contaminanti e anche di obesità, (problema che certe volte ritengo strumentalizzato da certi media)perchè è facile accusare le ditte che producono, però ricordiamoci che noi,consumatori finali, se utilizziamo il cervello limitandoci sui consumi possiamo tranquillamente ovviare a questi problemi.
Per le aziende che vogliono effettuare delle analisi: http://www.eurofishmarket.it/news.php?idnews=1707