Troppi additivi sulla buccia di arance e limoni. Come scegliere i frutti non trattati per dolci, marmellate e aperitivi. Le scritte in etichetta
Troppi additivi sulla buccia di arance e limoni. Come scegliere i frutti non trattati per dolci, marmellate e aperitivi. Le scritte in etichetta
Roberto La Pira 1 Marzo 2018Si può mangiare la buccia di arance e limoni? La domanda posta da un lettore è tutt’altro che banale, visto che spesso gli agrumi dopo la raccolta vengono trattati con sostanze spruzzate sulla superficie esterna per migliorare sia l’aspetto sia la conservazione. C’è quindi la possibilità che la spremuta servita a bar possa contenere anche se in minima quantità additivi usati per il trattamento superficiale. Lo stesso problema si pone per dolci e marmellate preparate in casa quando si usano bucce di agrumi.
Il trattamento superficiale fino a pochi anni fa veniva fatto utilizzando alcuni additivi simili alle paraffine: il difenile (E 230), l’ortofenilfenolo (E 231), l’ortofenilefenolo sodico (E 232) oltre al tiabendazolo (E 233). Poi nel 2011 il regolamento UE 1129/2011 ha escluso tutti questi agenti di rivestimento per gli agrumi, lasciando però campo libero al tiabendazolo che adesso può essere utilizzato non più come additivo ma come fungicida e antiparassitario. Un’altra sostanza fungicida autorizzata è l’imazalil. In alcuni casi al posto dei vecchi additivi si usano cere naturali, come quella d’api (E 901), la cera carnauba (E 903) o la cera polietilenica ossidata (E 914) utilizzate anche dall’industria per ricoprire lo strato esterno di alcuni tipi di caramelle. Il trattamento con cera d’api può però costituire un problema per i vegani così come l’impiego come lucidante di gommalacca (E 904) ottenuta dalla secrezione di insetti (questa sostanza una volta era impiegata per infondere una patina di lucentezza agli oggetti). La gommalacca oltre a migliorare l’aspetto sigilla i pori degli agrumi e non permette la respirazione del frutto, rallentando il metabolismo e prolungando la vita commerciale.
La legge obbliga i produttori a riportare sull’etichetta i trattamenti effettuati con le cere e con altre sostanze indicando il nome o il numero dell’additivo. Quando tra gli additivi comprare l’imazalil la norma prevede che sia riportata obbligatoriamente l’avvertenza “Buccia non edibile”. In diversi casi sull’etichetta comprare la dicitura “Buccia edibile” e il nostro consiglio è di usare solo questi agrumi per dolci e altre preparazioni culinarie. Quando non ci sono indicazioni di è meglio non utilizzare in cucina la buccia degli agrumi. Un’altra possibilità per essere sicuri di usare in cucina la buccia è acquistare limoni e arance bio che non sono trattati con agenti di rivestimento naturali e nemmeno con fungicidi o antiparassitari.
Alcuni sostengono che arance, mandarini e limoni venduti con il picciolo e le foglie non sono trattati con additivi. Non è proprio così. La presenza di foglie indica che la partita non ha subito trattamenti con le cere (è difficile lavare, spugnare, lucidare e spazzolare il frutto, mantenendo la foglia), ma non esclude che i frutti siano stati trattati con fungicidi e antiparassitari per migliorare la conservazione.
Le arance vendute sfuse nel mercati rionali o nei banchi self-service dei supermercati non hanno l’obbligo di riportare le indicazioni relative alla presenza di additivi e agenti di rivestimento che però devono comparire sulla cassetta utilizzata per il trasporto.
Elenco degli additivi e delle sostanze chimiche usate per migliorare l’aspetto e ottimizzare la conservazione degli agrumi
E 901 – Cera d’api, bianca e gialla – agente di rivestimento
E 902 –Cera di candelilla – agente di rivestimento
E 903 – Cera carnauba – agente di rivestimento
E 904 – Gommalacca – agente di rivestimento
E 230 – Difenile – agente di rivestimento NON PIU’ AUTORIZZATO DAL REG. UE 1129/2011
E 231 – Ortofenilfenolo – agente di rivestimento NON PIU’ AUTORIZZATO DAL REG. UE 1129/2011
E 232 – Ortofenilefenolo sodico– agente di rivestimento NON PIU’ AUTORIZZATO DAL REG. UE 1129/2011
E 914 – Cera polietilenica ossidata – agente di rivestimento
E233 – Tiabendazolo – NON PIU’ AUTORIZZATO COME ADDITIVO DAL REG. UE 1129/2011, MA CONSENTITO COME FUNGICIDA, ANTIPARASSITARIO, ANTIMUFFA .Viene aggiunto nell’acqua delle vasche di lavaggio.
Imazalil – fungicida spruzzato sulla superficie degli agrumi per prolungare la conservazione. Quando viene usato è obbligatorio scrivere sull’etichetta anche la dicitura “Buccia non edibile”
[sostieni]
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Mi scusi, ma gli agrumi sfusi venduti al mercato o nei negozi sul cartello che li identifica devono per legge quanto meno riportare se la buccia sia edibile o meno, anche senza specificare i prodotti di rivestimento
Gli agrumi venduti sfusi non devono riportare sul cartellino il tipo di trattamento subito . Le indicazioni si trovano sulla cassetta
Articolo molto interessante. Dovrebbero fare seminari pubblici gratuiti di sensibilizzazione ma ovviamente andrebbe a ledere gli interessi economici della GDO
Per fortuna è un bel po che si sa degli additivi tossici sulle bucce degli agrumi,circa25/26 anni fa quando ci fu la sensibilizzazione sui coloranti alimentari e additivi tipo i glutammati portata avanti da Beppe Grillo.
Gli additivi non sono per definizione tossici. Sono autorizzati con dei limiti stabiliti dall’Efsa. Per onore di cronaca il Corriere della sera è stato il primo giornale che ha posto la questione degli additivi e dei coloranti in Italia. Anna Bartolini focalizzò l’attenzione su questo aspetto con diversi articoli sul colorante E123 .
Ottimi articoli
L’artcolo postato da il quadro corretto di come il mondo del’ortofrutta sia così controverso. I trattamenti post raccolta, come scritto, servono ad aumentare la shelf life del prodotto ed in taluni casi anche l’aspetto esteriore, facilitare quindi la commercializzazione soprattutto quando il prodotto deve essere esportato. Gli agrumi sono gli unici prodotti per i quali in caso di trattamenti successivi a quelli effettuati in campo (dopo la raccolta quindi nei magazzini attraverso macchinari) corre l’obbligo della dichiarazione in etichetta, ma, questo è il paradosso, non sono gli unici prodotto agricoli oggetto di post raccolta. Basti pensare alle mele, alle pere, ai kiwi, all’uva, per i quali invece non corre nessun obbligo di dichiarazione, frutti che spesso (eccezione per i kiwi) vengono utilizzati con tutta la buccia e per alcuni dei quali addirittura si intonato benefici legati al “togliersi il medico di torno”, Insomma gli agrumi da questo punto di vista godono di una ingiusta cattiva fama, proprio perché mai l’argomento è stato correttamente gestito ed affrontato. la voce buccia non edibile è legata all’uso dell’imazalil, ma solo per prodotto trattato in Italia. Nel resto del mondo i formulati commerciali che contengono Imazalil sono stati tutti revisionati ed aggiornati. Corre l’obbligo di fare una precisazione, tra gli additivi citati alcuni non esistono più da tanto tempo, il loro posto è stato preso da tanti altri fungicidi di nuova generazione.
Salve,
intanto la ringrazio per l’articolo. Nel supermercato dove vado io sul retino di limoni c’è la dicitura “Prodotto non trattato in superficie”; significa che il prodotto non è biologico ma la buccia resta edibile?
Grazie
Sarebbe meglio comprare agrumi con l’etichetta “Buccia edibile “
Sarebbe interessante conoscere il modo migliore X lavare la frutta.
Gentile Giorgio, avevamo pubblicato questo articolo su uno studio sull’argomento: http://www.ilfattoalimentare.it/mele-pesticidi-buccia-bicarbonato.html
Il problema relativo a conservanti e lucidanti è annoso e di per sé a mio parere inaccettabile.
Una legge di buon senso dovrebbe vietare i ogni modo trattamenti tossici su qualsiasi genere alimentare.
I conservanti e fungicidi rappresentano un altro enorme problema riguardante tutti gli alimenti in commercio, a partire dall’uso di veleni in agricoltura.
Temo non se ne venga fuori…
Il difenile (E 230), l’ortofenilfenolo (E 231) l’ortofenilefenolo sodico (E 232) sono proibiti da tempo. Anche il tiabendazolo, un tempo usato come additivo alimentare per il trattamento post-raccolta degli agrumi (aveva il codice europeo E 233) è ormai vietato, anche se purtroppo può essere usato come pesticida con la stessa finalità. A me pare che il problema odierno relativo agli agrumi non è tanto l’impiego degli additivi alimentari in post-raccolta, quanto quello dei pesticidi durante la coltivazione e dopo la raccolta. Purtroppo, mentre gli additivi sono dichiarati in etichetta, i pesticidi no.
Ottimo articolo!!
Confermo che è meglio acquistarli da rivenditori biologici, in quanto non sono trattati e sono di un gusto migliore.
E se vede una azienda ortofrutticola BIOLOGICA lungo l’autostrada?
Da quel dì mai più mi son fidata del biologico!