Tre bicchieri di bubble tea o boba tea con perle di tapioca

Ormai da diversi anni, in estate fra gli adolescenti impazzano i bicchieroni di bubble tea, una bevanda colorata originaria di Taiwan, chiamata anche ‘boba tea’. In tutte le città ci sono diversi locali specializzati. A Milano, una delle catene più note è Frankly, con punti vendita in zona Duomo, Navigli, Loreto, Porta Venezia e anche in Stazione Centrale. C’è poi Arteags, un’altra catena arrivata direttamente da Singapore, che punta sull’utilizzo di ingredienti ‘naturali’ con un punto vendita in Corso Buenos Aires e un altro in via Paolo Sarpi. Anche alcuni caffè e pasticcerie si sono attrezzati con il banco del bubble tea, e anche Starbucks per l’estate ha lanciato come novità una bevanda con perle al melone, segno che il tè colorato proveniente dall’oriente sta affiancando il caffè.

Come sono fatti i bubble tea?

Ma cosa contengono questi bicchieri? L’idea originaria è quella di un tè aromatizzato con frutta o sciroppi al gusto di frutta, arricchito con sferette gelatinose di tapioca. Le varianti però sono innumerevoli e prevedono ingredienti come latte, panna, cioccolato o caffè.

Bubble Tea Frankly
A Milano, una delle catene più note di Bubble Tea è Frankly, con punti vendita in varie zone della città

Anche se in alcuni casi è già pronto in lattina, di solito il bubble tea viene preparato al momento per assecondare le richieste dei clienti. È possibile scegliere la base, spaziando dal tè più semplice (nero, verde o altri),​​ a quello alla frutta, fino a miscele con latte (intero, scremato, di avena ecc.), panna, burro di arachidi, yogurt, formaggio o caramello; ma anche bevande a base di latte, caffè, oppure tipo granita o frappé.

Si sceglie l’aroma, l’eventuale frutta fresca o lo sciroppo, e il ‘topping’ cioè l’aggiunta di ingredienti che caratterizzano gusto e consistenza. Possono essere semplici pezzetti di gelatina, sferette di tapioca, oppure ‘bolle’ gelatinose ripiene di sciroppo che, una volta sorbite con la tipica cannuccia larga, scoppiano in bocca liberando il dolce contenuto (popping bobas). Fra i topping troviamo anche semi di chia, briciole di biscotto, panna montata e altro.

È possibile anche regolare la quantità di zucchero, oltre alla dimensione del bicchiere, di solito fra 500 e 700 ml, e la temperatura di consumo: freddo, caldo oppure a temperatura ambiente. Abbiamo provato un beverone di Arteasg al tè di gelsomino e anguria e il gusto era naturale, il tè delicato e l’anguria abbondante.

Cartellone Melon Pearls Refresha di Starbucks - Tè verde gelsomino e anguria Arteags
A sinistra, cartellone davanti a un locale di Starbucks che annuncia la novità Melon Pearls Refresha; a destra il tè verde con anguria di Arteags

Tanti ingredienti, poche informazioni

Purtroppo, è difficile sapere che cosa contengono esattamente queste bevande, soprattutto le miscele più complesse. Nei locali visitati a Milano non era esposto l’elenco degli ingredienti, e sul bicchiere non ci sono indicazioni. Il Regolamento UE n. 1169/2011 impone l’obbligo di fornire informazioni dettagliate sulle etichette dei prodotti confezionati o preimballati, ma non vige lo stesso obbligo per le bevande preparate al momento, come in questo caso. È obbligatorio, invece, esporre l’elenco degli allergeni nei diversi prodotti.

Per avere un esempio degli ingredienti, abbiamo preso in considerazione il prodotto Bob bubble tea, in vendita nei supermercati Esselunga in bicchieri da 360 ml. La bevanda è a base di tè nero, aromatizzato con succhi di frutta da concentrato: la versione Tropical mix con succhi di ananas, passion fruit e limone, il Sakura peach con succo di pesca. Le sfere sono a base di acqua, zucchero e succhi di frutta, addizionate con conservanti. Le bevande contengono anche aromi e coloranti.

Dal punto di vista nutrizionale è chiaro che una bibita di questo tipo non apporta niente di utile: 100 ml contengono circa 10 g di zucchero e nient’altro. È una quantità simile a quella delle bibite gassate, sicuramente elevata se pensiamo che l’Oms consiglia di non superare il 10% delle calorie giornaliere totali (o ancora meglio il 5%) derivate da zuccheri liberi, quantità che, per un adulto, corrisponde a circa 50 g. E questo bicchiere, più piccolo della media dei bubble tea serviti nei locali, contiene poco meno di 40 g di zuccheri.

Bon Bubble Tea Tropical Mix, Esselunga
Il prodotto Bob bubble tea è in vendita nei supermercati Esselunga

 

I kit per fare il bubble tea a casa

È possibile anche preparare bubble tea a casa, utilizzando i diversi kit disponibili in rete. Sui siti di vendita online dovrebbero essere sempre presente l’elenco degli ingredienti oltre alle informazioni nutrizionali. Questo però non sempre accade e a volte si trovano informazioni piuttosto confuse. Anche in questo caso ancora di più che nei locali specializzati, abbondano zucchero, aromi, conservanti e coloranti.

Ecco, per esempio, gli ingredienti del “Preparato per Bubble Tea Latte & Crema di Taro” (vedi foto sotto): Polvere di “tè al latte”: zucchero, “panna in polvere” non casearia (sciroppo di glucosio, olio di palma idrogenato, amido modificato (E1450), stabilizzante (E340ii), emulsionante (E471), addensante (E551)), aroma artificiale di taro, polvere di taro 2%, anti- agente agglomerante (E551), emulsionante (E466), polvere di barbabietola rossa, polvere di patata dolce viola. Perle di tapioca istantanee: acqua, amido di tapioca, fruttosio, addensanti (E1422, E1442, E1413), aroma di zucchero di canna, stabilizzante (E415), emulsionanti (E422, E440, E466), colorante (E150d), correttore di acidità (E296).

preparato per bubble tea

La presenza di olio di palma idrogenato e i numerosi additivi ci fanno pensare che non si tratta certo di un prodotto salutare. Bisogna anche notare che additivi come il biossido di silicio (E551) e la carbossimetilcellulosa (E466) sono giudicati “poco raccomandabili” nella banca dati sugli additivi di Altroconsumo, mentre il colorante E150d (caramello solfito-ammoniacale) è giudicato “da evitare” perché sospettato di essere cancerogeno.

Molto probabilmente i bubble tea preparati al momento nei locali specializzati hanno ingredienti più ‘genuini’, è chiaro però che, se vogliamo gustare una di queste bevande, definite, su un sito di vendita, “perfette per Instagram”, è importante informarsi sugli ingredienti utilizzati, e magari preferire le versioni più semplici e meno dolci.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, Valeria Balboni

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2 Commenti
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Domenico
Domenico
26 Giugno 2025 10:25

Nasce nel 1980 ed arriva senza controlli in Italia, siamo alle solite. Ricordate auto senza patente e monopattini??

AndreaC.
AndreaC.
28 Giugno 2025 09:27

Meglio il mate 😀

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