Nella giornata contro lo spreco ci sembra simpatico condividere con i nostri lettori l’iniziativa di Verallia e UNES che propongono al costo è di 1,49 €, l’acquisto di bottiglie di vetro da utilizzare per portare a tavola l’acqua del rubinetto.
La foto è stata scattata in un supermercato del gruppo Unes di Milano domenica scorsa. La lotta contro lo spreco si può fare riciclando il cibo avanzato in casa e facendo una spesa più oculata, ma anche rinunciando all’acqua minerale imbottigliata nella plastica, in tutte le città dove quella del rubinetto ha un sapore non troppo influenzato dal cloro.
Sara Rossi
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Lo spreco del vetro in effetti mi dà sempre da pensare. Quando compro una bottiglia di vino o birra in un supermercato, una volta svuotata non posso che buttarla via, ok nel riciclo, ma sarebbe già perfettamente utilizzabile anche così.
Quando ero piccola se compravo vino in un supermercato dovevo pagare una caparra per la bottiglia, che mi veniva restituita una volta che riportavo la bottiglia vuota, oppure non pagavo la caparra se consegnavo una bottiglia uguale a quella che stavo acquistando.
Sarebbe troppo complicato/dispendioso rifarlo ora?
Complicato no, ma scomodo per il cliente si.
Che alla fine preferirebbe acquistare altro.
Uno dei “progressi” della distribuzione dei liquidi alimentari (…) è stato da un lato l’invenzione del tetrapack (ricordate le prime “buste” del latte piramidali ?) dall’altro del VAP (vetro a perdere) che svincolava il cliente dall’andare su e giù con le bottiglie piene/vuote. Per non parlare delle lattine … e delle bottiglie PET. Chi pagherebbe cara un’acqua in bottiglia (pesantissima) da portare su e giù ? Chi acquisterebbe le bottiglie di birra (già tartassate dalle accise) se devi versare anche l’obolo del “vuoto a rendere” ?
Mah, se il vuoto fosse a rendere si potrebbe forse pagare meno il prodotto, o comunque costerebbe meno alla collettività in termini di smaltimento rifiuti.
In Germania più di 20 anni fa avevano eliminato le bottiglie di plastica. Per andare a comprare l’acqua si andava con la cassa di bottiglie vuote (di vetro) e si tornava indietro con la cassa di bottiglie piene.
Io continuo a pensare che avere una bottiglia di vetro perfettamente ri-utilizzabile, e buttarla via, farla raccogliere con la differenziata, separare il vetro da quello che non c’entra nulla buttato nella campana, lavare, e rilavorare il vetro per fare una bottiglia perfettamente identica sia uno spreco incredibile. Per non parlare poi di tutte quelle bottiglie che finiranno nell’indifferenziato.
Per l’acqua forse no, data la quantità enorme, ma secondo me per la birra si può fare. Vedi il caso dei carrelli dei supermercati, prima dell’introduzione dell’obolo si vedevano dappertutto carrelli portati a casa, o lasciati in giro, ma ora tutti ordinatamente li riportano per riavere il soldino.