Comprereste mai una bibita in bottiglia di carta? O una birra? Sembra un’idea folle, ma in futuro, magari, le bottiglie di carta potrebbero essere comuni come oggi lo sono quelle di plastica. Per ora, però, dobbiamo accontentarci dei primi prototipi presentati da Coca-Cola, Carlsberg e Absolut Company, multinazionali che insieme a L’Oréal e Paboco hanno costituito la Paboco Pioneer Community, un’iniziativa per trasformare le bottiglie di carta in realtà.
A dire la verità, il prototipo presentato da Coca-Cola non è ancora 100% carta, ma contiene ancora un rivestimento interno, il collo e il tappo in plastica, che però è riciclata e riciclabile, assicura Stijn Franssen Packaging innovation manager per il settore di ricerca e sviluppo di Coca-Cola per Europa, Africa e Medio Oriente. “Il nostro obiettivo è di creare una bottiglia di carta che può essere riciclata come qualsiasi tipo di carta. – spiega Franssen – Il prossimo passo è quello di trovare una soluzione per creare una bottiglia senza il rivestimento di plastica”
Lo stesso vale per i prototipi presentati da Carlsberg e Absolut. Le Green Fiber Bottle di Carlsberg sono bottiglie in carta prodotta da fibra di legno da fonti sostenibili, con un rivestimento interno e bordo in plastica, e il classico tappo a corona. Il gruppo danese ha presentato due modelli, identici nell’aspetto ma con un diverso rivestimento interno, uno in Pet riciclato, l’altro in bioplastica Pef. Anche le Absolut Paper impiegano carta di origine certificata (Fsc), che costituisce il 57% delle bottiglie, che sono in grado di resistere alla pressione della CO2. Il restante 43%, anche in questo caso, è costituito da plastica.
Insomma la ricerca procede verso nuovi packaging alternativi alla plastica, ma l’obiettivo di una bottiglia 100% sembra ancora lontano. E anche se si dovesse raggiungere, bisognerà considerare l’impatto che avrà sull’ambiente un maggior fabbisogno di carta necessaria per produrre tutti questi imballaggi. Nel frattempo, il modo migliore per ridurre il nostro impatto sull’ambiente resta quello di diminuire i consumi.
Fonte immagini: Coca-Cola, Carlsberg, Paboco
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.