birra artigianale
La birra artigianale made in Italy richiede l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza dell’ingrediente primario?

Gentile redazione,
volevo chiedere se, secondo voi, nelle birre artigianali che riportano in etichetta richiami al fatto che sono italiane, scatti l’obbligo di indicare la provenienza dell’ingrediente primario (in questo caso quello caratterizzante), visto che nella maggioranza dei casi sia il malto che (soprattutto) il luppolo sono di provenienza estera.

Dario Cherubini


Risponde Dario Dongo, esperto di diritto alimentare

 

Il regolamento UE 1169/11 ha effettivamente previsto che, laddove un alimento venga designato come Made in…, ma la provenienza del suo ingrediente primario sia diversa dall’origine del prodotto (vale a dire, il luogo di sua ultima trasformazione sostanziale), se ne debba dare notizia (art. 26.3). L’applicazione di tale regola è peraltro soggetta all’adozione di un apposito atto di esecuzione da parte della Commissione europea la quale, su questo come vari altri aspetti del FIC (Food Information Regulation), ha finora dormito sonni tranquilli. Nel caso di specie, Bruxelles avrebbe dovuto pubblicare l’atto di esecuzione entro il 31 dicembre 2013. Bisognerà quindi attendere le misure di attuazione ed eventuali linee guida di indirizzo, a livello europeo o nazionale, per intendere come applicare la suesposta regola alla birra. Tenuto conto che in essa l’ingrediente primario può teoricamente essere sia l’acqua (che ne rappresenta ben oltre il 50%), sia il malto o eventualmente il luppolo.

 

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