Secondo un nuovo report di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, un cittadino su dieci, di età superiore ai 15 anni, beve bevande analcoliche zuccherate “almeno una volta al giorno”, il 6% dichiara un consumo di 4-6 volte a settimana e il 19% le beve 1-3 volte a settimana. Il 66% degli europei dichiara invece di non berle mai o con frequenza occasionale. Il dato preoccupante è che il consumo più frequente si registra tra i giovani, in particolare nella fascia di età dai 15 ai 24 anni, di cui il 14% dichiara un consumo giornaliero di soft drink zuccherati, mentre per le fasce di età successive, 25-34 anni e 35-44 anni, la percentuale è superiore al 10%.
Gli anziani e le donne più virtuosi
Salendo con l’età invece il consumo di questi prodotti si riduce, registrando con gli over 65 la quota più bassa di assunzione quotidiana, pari a circa il 5%. I dati di Eurostat evidenziano anche una differenza di genere che vede una maggiore diffusione fra gli uomini (12%) rispetto alle donne (7%).
Le diverse percentuali di consumo non variano solo in base all’età e al genere ma anche in relazione al Paese europeo preso in considerazione. Secondo il report, la percentuale dei cittadini che consumano bevande analcoliche zuccherate almeno una volta al giorno è più alta in Belgio (20%), seguita da Malta, Germania, Ungheria, Polonia e Bulgaria (tutte a circa il 12%). In fondo alla classifica troviamo l’Estonia (2%), preceduta da Lituania, Finlandia, Lettonia e Romania (tutte intorno al 3%). Anche l’Italia si colloca nella fascia bassa di questa classifica, sotto la media europea.
Ricordiamo che diversi studi hanno dimostrato che il consumo abituale di queste bevande aumenta il rischio di sviluppare patologie dell’apparato cardiovascolare, diabete di tipo 2 e carie, e dovrebbe quindi essere occasionale, privilegiando sempre l’acqua durante i pasti.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione