La Gran Bretagna accelera sulla lotta all’obesità, e propone una legge che, se dovesse essere approvata nella sua formulazione attuale, sarebbe la più severa del mondo. Nel testo, riferisce la Reuters, sono previsti divieti assoluti per qualunque forma di pubblicità online di alimenti e bevande malsani, ossia che contengano una quantità eccessiva di grassi saturi, sale e zuccheri. Sarebbero compresi tutti i social e i siti, si arriverebbe cioè a una normativa non dissimile da quella vigente per il tabacco.
La stretta alla pubblicità
La decisione di formulare una proposta molto più drastica rispetto all’ultima, resa nota in estate, che prevedeva un bando solo prima delle 9 di sera, sarebbe arrivata direttamente dal premier Boris Johnson che, dopo l’esperienza del Covid 19, avrebbe capito quali danni può fare l’obesità. Come riferisce il Guardian, infatti, durante il ricovero avrebbe capito quello che è noto fino dalle prime settimane della pandemia, e cioè che l’obesità e il sovrappeso peggiorano nettamente la prognosi della malattia. E poiché in Gran Bretagna due adulti su tre sono in sovrappeso od obesi, così come lo è un bambino su tre quando esce dalle scuole elementari, Johnson avrebbe deciso di accelerare, perché il suo paese è in una situazione grave, e non solo per il Covid.
Per capire come sia arrivato a questo punto basta un numero: è stato calcolato che, nel 2019, sono stati proposti 15 miliardi di pubblicità dedicate ai ragazzi al di sotto dei 16 anni, contro i 700 milioni di due anni prima, e la tendenza è in crescita. Deve essere apparso dunque abbastanza evidente che l’unico modo per arginare il fenomeno su mezzi quali Facebook, Google, Instagram, Twitter è vietare qualunque forma di pubblicità. Anche perché solo così facendo, hanno fatto notare esponenti di iniziative quali la Children’s Food Campaign, insieme a nutrizionisti e pediatri, si può sperare di educare bambini e ragazzi a mangiare meglio.
La reazione delle aziende
Com’è ovvio, le associazioni delle aziende hanno immediatamente fatto sentire la propria voce e definito la bozza sproporzionata ed esagerata, sottolineando che un tale bando avrebbe gravi conseguenze su tutto il mercato pubblicitario, già in crisi per la pandemia, ma non si sa quanta influenza riusciranno ad avere. Restano inoltre aspetti tecnici da affrontare, perché diversi alimenti tradizionali quali il Marmite, o naturali quali gli avocado rientrerebbero nelle categorie incriminate, e sparirebbero dalla comunicazione.
Ora ci sono sei settimane durante le quali i ministeri competenti, insieme con la Advertising Standards Authority, parleranno con le aziende e con gli esperti, per giungere alla versione finale della normativa. Ciò che molti si aspettano, anche se alla fine il provvedimento fosse meno drastico, è un cambiamento almeno indiretto, e cioè che le aziende, per avere prodotti da pubblicizzare, modifichino spontaneamente le ricette.
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Giornalista scientifica