Stordire le aragoste e gli astici prima di cucinarli ed evitare di metterli vivi in pentola, provocando una sofferenza che può durare anche 15 minuti. È quanto chiede la British Veterinary Association, che raduna 18 mila professionisti britannici e che invita i legislatori a varare una norma per obbligare tutti (i cuochi, ma anche i cittadini) a stordire i crostacei prima di cuocerli. E il motivo è chiaro: è ormai scientificamente provato che le aragoste e gli astici provano dolore, anche se hanno un sistema nervoso diverso da quello di altri animali, ad esempio i mammiferi.

La questione è dibattuta da molti anni, perché ci sono stati alcuni studi che hanno mostrato un’apparente insensibilità agli stimoli dolorosi. Per alcune associazioni come la Lobster Institute of Maine le aragoste e gli astici non sentirebbero “più dolore di uno scarafaggio”. Ma negli ultimi anni altri studi sono giunti a conclusioni opposte e, contemporaneamente, le conoscenze sui sistemi nervosi più primitivi sono state approfondite e hanno cambiato molte delle visioni classiche su circuiti nervosi come quello delle sensazioni dolorifiche. È a questi ultimi che riferimento l’associazione britannica. Del resto Austria, Svizzera, Nuova Zelanda, Norvegia e alcuni stati australiani hanno già vietato la pratica.

aragoste ghiaccio
Un’associazione di veterinari britannici ha lanciato un appello affinché sia vietata l’uccisione di astici e aragoste senza stordimento

Come ha raccontato il quotidiano Mail Online, che ha portato alla luce l’iniziativa, molti cuochi, nel Regno Unito, utilizzano già dispositivi elettrici per stordire i crostacei, compreso lo chef italiano Giorgio Locatelli, stellato Michelin e proprietario della Locanda Locatelli di Londra.

L’associazione ha fatto un ulteriore passo, e ha chiesto pratiche simili anche per i polpi, che di cervelli ne hanno due (uno diffuso e uno centrale) e le seppie, nonché per tutti gli altri pesci pescati a livello commerciale. Non è raro, infatti, che siano tenuti vivi nel ghiaccio, dove la morte giunge lentamente, o che muoiano per soffocamento ancora nelle reti, schiacciati dai loro simili ancora prima di essere tirati fuori dall’acqua.

L’associazione Crustacean Compassion ha chiosato: “I cittadini britannici pensano di essere amanti degli animali. Ma si sono dimenticati dei crostacei. Quello che accade loro è inaccettabile e crudele”. Ma uno dei problemi, come faceva notare un articolo della BBC nel 2018 è che i crostacei non sono rientrati nel regolamento sul benessere animale del 2006, perché non sono stati inclusi nella definizione di “animale”. In teoria si sta lavorando perché tutto ciò abbia fine. In Italia, come ricordavamo anche qui, non esiste una normativa omogenea.

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Giovanni
Giovanni
9 Settembre 2020 21:34

Come verrebbero storditi?

agnese codignola
agnese codignola
10 Settembre 2020 17:20

con scossa elettrica

ALFREDO MAIOLINO
ALFREDO MAIOLINO
Reply to  agnese codignola
19 Settembre 2020 11:58

Risposta pericolosa affidata agli utenti. Come fa una massaia a stordire con scossa elettrica il crostaceo?

Roberto
Roberto
21 Settembre 2020 17:29

Sicuramente i veterinari inglesi della British Veterinary Association ne sanno più di me ma mi risulta (dalla laurea in Biologia che ho conseguito) che questi animali non abbiano un cervello ed il loro sistema nervoso sia una sorta di “collana” di gangli, ossia ispessimenti di tessuto nervoso collegati tra loro.

Ora io non so come si possa determinare e quantificare il concetto di “dolore” per questi animali ma che una scossa elettrica lo sia meno dell’acqua bollente, così a livello empirico, non lo capisco.

A parte la difficoltà e la pericolosità di un tale metodo a livello domestico, sapevo che si possono congelare e che questa pratica non fosse nè cruenta nè dolorosa (almeno per l’uomo è così) e poi si potessero cucinare senza scrupoli morali.

C’è da chiedersi anche se un astice si faccia scrupoli su quanto dolore provoca ad una preda afferata dalle sue chele per mangiarsela viva…

ambra
ambra
Reply to  Roberto
22 Settembre 2020 11:33

Proprio una conclusione da biologo , Dr. Roberto !!

Mauro
Mauro
22 Settembre 2020 19:00

“è ormai scientificamente provato che le aragoste e gli astici provano dolore”

Nulla di strano, visto che il dolore è un campanello di allarme che permette di evitare situazioni di pericolo o di danno, ma che un’aragosta tuffata nell’acqua bollente continui a provare dolore per 15 minuti, quando in genere è perfettamente e completamente cotta dopo 10-12, mi pare poco verisimile.

Che poi una scossa elettrica non pericolosa per l’uomo (altrimenti addio cuoco o casalinga, in un ambiente umido come la cucina) sia più rapida e meno dolorosa che lo shock termico nell’ottenere l’effetto di sedazione è quanto meno opinabile.

gianni
gianni
23 Settembre 2020 09:56

Non è un problema di definizione ma di sostanza.

http://www.filosofia.unimi.it/zucchi/NuoviFile/15.GliAnimaliProvanoDolore16.pdf

Questo link presenta le repliche alle convinzioni del filosofo Peter Carruthers il quale nega con argomentazioni sottili che gli animali siano coscienti di provare dolore.
Però negare in questo modo una reazione evidente mi sembra veramente un esercizio insano , certamente quando avremo una migliore conoscenza scientifica di cosa possono sentire ognuno con la sua diversa organizzazione neurale potremo capire come essi intendono la sofferenza ma per la nostra attuale ignoranza sull’argomento non possiamo negarla a priori.
Nell’articolo citato si dice che Carruthers nel 2004 abbia parzialmente corretto la propria
posizione e pur continuando a sostenere che gli animali non sono coscienti di provare dolore, ha sostenuto tuttavia che gli animali, come gli esseri umani, possono soffrire ed è appropriato provare simpatia per loro in quanto sofferenti.
Una lunga bollitura in acqua non si augura neanche al peggior nemico vivente, certamente ci saranno migliori sistemi per stordire e rendere insensibili gli animali, ancora non vogliamo o possiamo saperlo e scegliamo spesso il metodo meno costoso ma per restare con le aragoste il rumore che emettono al momento dell’immersione a me ha fatto andar via la voglia di mangiarle finche campo.

Roberto
Roberto
Reply to  gianni
23 Settembre 2020 11:51

Una prima troppo grossolana approssimazione è utilizzare genericamente il termine “animali”.

Nel mio libro di Zoologia per sostenere l’esame universitario, si partiva dalle Spugne (Poriferi) per arrivare ai Mammiferi, passando da ricci di mare, meduse, vermi, gasteropodi, artropodi e su su nella gerarchia evolutiva e sistematica: sono TUTTI animali ma sono diversissimi tra loro.

Detto questo, concordo che uccidere questi esserei viventi tramite bollitura sia una pratica crudele da abbandonare.

Ripeto, un lento congelamento è anestetizzante e indolore.

Roberto
Roberto
Reply to  gianni
25 Settembre 2020 10:35

Questa notte mi è sorto un dubbio su bivalvi: ma per cozze e vongole come ci dobbiamo comportare?

Quelle si devono cuocere da vive, altrimenti non si aprono…

E che siano anch’esse animali, non ci piove!

E le ostriche, mangiate vive? Soffriranno, non soffriranno?