Forchette vintage o antiche su un tovagliolo blu; concept: posate

Oggi in Occidente è difficile pensare di farne a meno, ma la forchetta non è uno strumento il cui uso attuale ha una storia molto lunga. In realtà, è arrivata sulle tavole degli europei solo a partire dall’anno Mille circa. Prima non era utilizzata o lo era solo per preparare le pietanze, o al massimo per servirle: usarla in altro modo era considerato un’inutile affettazione, e un gesto poco maschile. Poi, però, a un certo punto, la situazione iniziò a cambiare, grazie soprattutto al ruolo di due donne italiane, come ha ricordato un articolo scritto dallo storico Darius von Guttner Sporzynski, dell’Australian Catholic University, per The Conversation.

Le prime forchette sono molto antiche: alcuni modelli dell’età del Bronzo (dal 2200 al 900 a.C. circa) furono ritrovati in Cina, altri, coevi, arrivarono dall’antico Egitto e dall’antica Grecia, così come da Roma. Nessuno però, allora, pensava a un uso personale, per non mangiare con le mani: servivano per maneggiare grosse porzioni e basta.

La forchetta arriva in Italia

La situazione iniziò a cambiare quando si diffuse la notizia che i Bizantini, attorno al Decimo secolo, le usavano per mangiare, e che anche in Persia qualcuno aveva questa bizzarra abitudine. Una delle prime menzioni è nel racconto di alcuni storici che raccontarono lo stupore degli occidentali nel vedere la principessa bizantina Teofano (955-991 d.C.), trasferitasi in Occidente dopo aver sposato l’imperatore Ottone II, usare la forchetta a tavola e come strumento per portare il cibo alla bocca.

Lo stesso accadde per la principessa Maria Argiropulina (o Maria Argira), sorella dell’imperatore bizantino Argiro III e, dal 1004, moglie di Giovanni Orseolo, figlio del Doge di Venezia Pietro II Orseolo, che stupì la città portando con sé le proprie forchette d’oro: lo storico Pier Damiani bocciò l’usanza bollandola come ‘vanità’, e attribuì a questo peccato la morte prematura della principessa, avvenuta attorno ai vent’anni. La causa sarebbe stata il rifiuto di usare le mani che Dio aveva donato, per servirsi di uno strumento metallico (in realtà morì di peste). Qualcosa di molto simile si verificò anche con un’altra principessa bizantina, Teodora Ducaina, giunta a Venezia per sposare il Doge Domenico Selvo, morto nel 1087.

Pur tra la sufficienza e la diffidenza di molti, l’uso della forchetta iniziò comunque a diffondersi in Italia prima che altrove, anche perché facilitava il consumo della pasta, molto più complicato con il solo cucchiaio o coltello. Nel XIV secolo era già molto comune, e nel 1600 tutti gli italiani usavano la forchetta.

Stoviglie e posate veneziane 16 secolo © The Trustees of the British Museum, CC BY-NC-SA
Set di piatti e posate veneziane risalente al 16° secolo – © The Trustees of the British Museum, CC BY-NC-SA

Bona Sforza nell’Europa dell’Est

Probabilmente la figura decisiva fu quella di Bona Sforza (1494–1557), figlia di Gian Galeazzo Sforza, Duca di Milano e di Isabella d’Aragona, cresciuta in un ambiente dove le forchette non solo erano in uso: erano di moda. Nel 1518 Bona sposò Sigismondo I, re di Polonia e Granduca di Lituania, e si trasferì quindi in un Paese dove l’impiego della forchetta per mangiare era in gran parte sconosciuto.

Nelle corti di Polonia e Lituania, infatti, si usavano solo cucchiai per le zuppe e gli stufati e coltelli per tagliare la carne che, poi, si mangiava con le mani, al massimo con l’aiuto di un po’ di pane raffermo per i sughi. L’abitudine rifletteva anche l’antica usanza di ricorrere a un unico piatto comune, dal quale tutti i commensali attingevano. Bona però introdusse diverse abitudini italiane tra le quali una presenza maggiore delle verdure in tavola, il vino italiano e, appunto, la forchetta, anche se inizialmente quest’ultima era riservata ai pranzi di corte.

Ma, di nuovo, l’usanza si diffuse, e nel XVII secolo tutta la Polonia, la Lituania e diverse zone dell’Europa Orientale avevano adottato la forchetta come abitudine quotidiana.

Caterina de’ Medici

Un’altra donna cruciale per il successo delle forchette fu Caterina de’ Medici (1519-1589), nipote di Clemente VII, che all’età di 14 anni, nel 1533, sposò il re Enrico II di Francia. Dopo le nozze, portò con sé, nel corredo, le sue forchette d’argento, introducendo anche un’altra consuetudine: quella secondo cui l’ospite doveva portare con sé la propria forchetta, custodita in una scatola chiamata Cadena insieme al proprio cucchiaio.

Forchetta italiana 15° secolo © The Met
Forchetta italiana del 15° secolo © The Met

In breve tempo la moda italiana si diffuse in Francia, Spagna e Portogallo, sospinta anche da altre innovazioni introdotte in cucina come l’anatra all’arancia, la zuppa di cipolle e il sorbetto, che sarebbero diventate rappresentative della cucina francese (ma che in realtà, appunto, venivano dall’Italia).

La forchetta si diffonde

In Gran Bretagna, dove giunse nel 1660 con il viaggiatore Thomas Coryat, di ritorno dall’Italia, e poi Svezia e Stati Uniti, ci vollero altri due secoli prima che la forchetta venisse accettata universalmente, perché all’inizio era vista come simbolo di affettazione e arroganza, nonché di una certa mollezza tipicamente femminile: afferrare il cibo con le mani era decisamente più da ‘macho’, e quindi da preferire, a prescindere.

Tuttavia, la praticità e l’igiene ebbero la meglio, e la forchetta, tra il XVIII e il XIX secolo, conquistò tutta l’Europa, diventando simbolo di raffinatezza, comodità e, al tempo spesso, di maggiore sicurezza alimentare. In Germania e negli Stati Uniti, in quello stesso periodo, iniziarono a moltiplicarsi le tipologie, ciascuna delle quali dedicata a un impiego specifico come pane, sottaceti, gelato, capesante, ciliegie, lattuga, aragoste, pesce e altro. Negli USA un servizio poteva contenere fino a 146 pezzi diversi: un’enormità di opzioni cui gli europei non arrivarono mai. In Gran Bretagna, poi, la forchetta divenne un simbolo di classe: dal modo con cui si impugnava si poteva capire la classe sociale di appartenenza dei commensali.

La svolta definitiva, infine, avvenne grazie alla produzione industriale dell’acciaio, iniziata in Gran Bretagna attorno al 1840, che rese le forchette accessibili a chiunque.

© Riproduzione riservata Foto: Depositphotos, The Trustees of the British Museum, The Met

Giallone 03.07.2025 dona ora

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