Il nostro articolo sullo spot girato con testimonial Elisabetta Canalis per l’acqua minerale San Benedetto è finito in tribunale. Il Fatto Alimentare è stato convocato in un’aula del tribunale di Venezia per dibattere di un articolo pubblicato nel mese di ottobre 2022 che raccontava perché l’azienda ha sospeso la campagna pubblicitaria impegnandosi a modificare alcune frasi dello spot. (Leggi qui l’articolo in cui parliamo della pubblicità con Elisabetta Canalis). A quanto ci risultava la decisione di sospendere la campagna e modificare la pubblicità era scaturita da un confronto della stessa azienda con l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria che aveva rilevato delle incongruenze. L’articolo non è piaciuto alla San Benedetto che ci ha inviato subito una richiesta di smentita da noi pubblicata insieme alla richiesta di modifica del titolo.
San Benedetto cita in tribunale Il Fatto Alimentare
La storia sembrava finita lì, invece non è andata così. Sette mesi dopo San Benedetto decide che l’articolo sulle modifiche dello spot con Elisabetta Canalis in cui si dice che la campagna è stata sospesa non va bene. L’azienda sostiene che avrebbe procurato danni di immagine e pertanto chiedeva la rimozione. L’altro aspetto curioso è che San Benedetto si rivolge al tribunale chiedendo, a distanza di sette mesi dalla pubblicazione, un provvedimento di urgenza per l’oscuramento immediato.
Il Giudice: l’articolo sullo spot di Elisabetta Canalis non va ritirato
Per uno spiacevole inconveniente la notifica della convocazione del tribunale sfugge alla nostra attenzione. All’udienza Il Fatto Alimentare non è presente e il magistrato, dopo aver ascoltato l’avvocato dell’azienda che accusa i nostri articoli di varie nefandezze chiedendone il ritiro, decide di rigettare il ricorso. Sì, avete capito bene, nonostante la nostra assenza e, quindi, la mancata difesa de Il Fatto Alimentare, il giudice il 3 agosto 2023 respinge la richiesta di ritirare l’articolo. Nella motivazione è spiegato che in questa fase della vicenda processuale “il ricorso a un procedimento di tipo inibitorio in grado di impedire ogni possibile utilizzo e ulteriore diffusione degli articoli contestati finirebbe per attentare irreversibilmente alla libertà di manifestazione del pensiero”.
San Benedetto perde ma continua la via giudiziaria
Dopo una bocciatura così netta ci consideriamo soddisfatti e riteniamo concluso l’incidente. La soddisfazione però dura poco. Prima dell’estate in redazione arriva la notifica di un altro atto che annuncia il reclamo da parte della San Benedetto contro la precedente ordinanza. Nella comunicazione viene fissata una nuova udienza davanti al Tribunale di Venezia, nella quale discutere sulla richiesta della San Benedetto di ritirare dal sito l’articolo sullo spot con Elisabetta Canalis. Ma questa puntata ve la racconteremo più avanti.
Abbiamo chiesto all’ufficio legale dell’azienda un commento sul primo dibattimento ma la risposta non è arrivata.
© Riproduzione riservata Foto: da spot San Benedetto
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
vorrei sottolineare una cosa, senza entrare nel merito specifico. I giornalisti (italiani in particolare, ma da qualche tempo anche anglosassoni, che prima erano esenti dal problema) NON controllano le fonti e spesso estrapolano notizie da dati superficiali o, peggio, dal “sentito dire”. Questo è un problema serio della stampa e non ci si può sempre trincerare dietro il diritto di cronaca o di manifestare il proprio pensiero.
Sono assolutamente d’accordo, il controllo delle fonti è un principio basilare del giornalismo. Il problema è che nel nostro articolo abbiamo riportato quanto risulta dai documenti. Le aziende che vogliono punire il giornalista lo possono fare tranquillamente avviando una querela per diffamazione senza il rischio di dover pagare penali nel caso venisse riconosciuta la querela come una lite temeraria come avviene in altri Paesi
la lite temeraria riguarda il comportamento in giudizio della parte soccombente e NON l’avvio sconsiderato di una causa per qualsivoglia motivo (visto che questa è una facoltà “di chiunque”).
Piu pubblicità vedo,meno compro quel prodotto,anzi,non lo compro sicuro.Per l acqua ho sempre bevuto,quasi gratis,quella del sindaco,brava persona che, a ogni bolletta,mi fornisce tutti i mesi le analisi.Comparando ogni tanto i sali delle due fonti, concludo sempre che il rubinetto aiuta la mia salute.
Buongiorno, lei è fortunato a vivere in un paese dove il suo sindaco è attento nei confronti dei propri cittadini. Dove vivo, al contrario, il nostro attuale sindaco è attento soprattutto nel presenziare a manifestazioni ludiche trascurando tutto quanto è importante per i suoi amministrati. Strade, rifiuti e tutto quanto renderebbe un paese vivibile e organizzato. Tanto più che negli ultimi dodici anni i suoi predecessori di cdx, non perché quelli di csx siano stati migliori, di cui il capo primario nel contempo è stato “premiato” essendo stato eletto deputato europeo ha pensato bene, per esempio, di togliere i contenitori stradali dei rifiuti per posizionarli negli atri condominiali. Risultato? Una infinità di contenitori posizionati sui marciapiedi in attesa di essere svuotati dalla società preposta.
Non sempre va bene alle grandi aziende! In questo articolo pubblicato sulla tribuna di Treviso si racconta la vicenda della San Benedetto che nel 2021 ha perso la causa intentata contro un piccolo produttore di apparecchi di trattamento dell’acqua.
https://tribunatreviso.gelocal.it/treviso/cronaca/2021/02/24/news/non-ha-contraffatto-le-bottiglie-sap-batte-l-acqua-san-benedetto-1.39950374