Contaminazione da salmonella, pezzi di vetro o metallo in confezioni di prodotti alimentari, integratori che contengono farmaci o sostanze non autorizzati: sono i dati più eclatanti che arrivano dalla relazione 2011 del Rasff il Sistema di allerta rapido comunitario basato sulle segnalazioni dei singoli paesi.
Una classifica in cui, ancora una volta, secondo i dati diffusi dal Ministero della salute, l’Italia è al primo posto per numero di allerta, con 553 su 3721, un dato che dipende soprattutto dalla maggior diffusione di controlli nel nostro paese. Solo il 2% è infatti collegato a intossicazioni alimentari, mentre il 4% proviene da segnalazione di cittadini. Per quanto riguarda i nostri prodotti, può valere la pena di ricordare che l’Italia è il quarto Paese comunitario per numero di notifiche ricevute, dopo Germania, Spagna e Francia.
Niente allarmismo dunque, piuttosto un’attenta valutazione dei possibili rischi e delle criticità emerse nella gestione dei controlli a livello regionale, dovute in gran parte alla difficoltà di rintracciare l’origine degli alimenti. Nasce anche da qui la richiesta di maggior trasparenza da parte della grande distribuzione, già avanzata da Ilfattoalimentare.
Per quanto riguarda i prodotti «a rischio», le principali irregolarità sono state individuate
nei prodotti della pesca, con 714 notifiche dovute a metalli pesanti (mercurio nei pesci, cadmio in crostacei e molluschi), parassiti e contaminazioni di natura microbiologica. Ma anche nella frutta secca (633 notifiche) per lo più per la presenza di micotossine, e nella frutta e verdura (476 notifiche) per residui di pesticidi e contaminazioni microbiologiche dovute soprattutto a salmonella. Ma le insidie sono anche in alimenti meno sospetti come erbe e spezie (303 notifiche), oppure cibi dietetici ed integratori alimentari (133 notifiche), per la presenza di sostanze non autorizzate (farmaci per i disturbi dell’erezione, come sildenafil o tadalafil, e anoressizzanti, come la sibutramina).
Il maggior numero di notifiche riguarda i paesi extraeuropei, soprattutto la Cina, da cui provengono anche quasi tutte le segnalazioni relative alla migrazione di sostanze tossiche – metalli pesanti, ammine aromatiche, formaldeide – da materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti, e gli Stati Uniti per gli integratori alimentari.
Per quanto riguarda i rischi più diffusi, il contaminante microbiologico più spesso individuato in molti tipi di alimenti, non solo di origine animale, è la Salmonella (396 notifiche), seguito dalla Listeria, principalmente segnalata in salmone affumicato. Frequente la presenza di larve di Anisakis, mentre i contaminanti chimici più notificati, anche se in diminuzione rispetto all’anno precedente, sono le aflatossine provenienti da alcune muffe, e i residui di fitofarmaci in prodotti vegetali.
Un dato allarmante riguarda la presenza di sostanze allergeniche non dichiarate in etichetta, che con 94 segnalazioni risultano in aumento rispetto al 2010. Così come sono in crescita i corpi estranei, un dato rilevante anche per quanto riguarda le segnalazioni in arrivo dall’estero che riguardano prodotti del nostro paese.
Paola Emilia Cicerone
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