Lo spreco domestico di cibo è un grave problema, ma cosa succede agli alimenti sequestrati ma ancora commestibili? Pubblichiamo di seguito la domanda di un lettore e la risposta del Colonnello Pier Luigi Fedele del corpo Forestale di Parma.
Ho letto l’articolo dell’Ansa che vi segnalo, relativo al sequestro di porcini raccolti irregolarmente. Vivo in una zona dove i cinghiali vengono abbattuti periodicamente perché in eccessivo sovrannumero; mi sono sempre chiesto, non nego con una punta di ironia: “che fine fanno i prodotti alimentari consumabili ma rapidamente deperibili come quelli che ho citato, sequestrati o comunque finiti in mano a persone che rappresentano il volere dell’autorità? Vengono distrutti? Vengono distribuiti con qualche criterio? I proventi eventuali dove vanno a finire?”
La domanda mi sorgeva per un’apparente insanabile contraddizione: se da una parte è eticamente corretto che non divengano il beneficio di qualcuno – preposto dallo Stato a far rispettare le leggi – in quanto erano facenti parte di un patrimonio comune (salvo il caso di bracconaggio) e le figure che ne hanno determinato la destinazione sono funzionari incaricati dal governo per il bene del patrimonio comune, dall’altra non è altrettanto eticamente giusto vengano distrutti in quanto “frutti della terra” che sono comunque stati recisi e che “meritano rispetto” per il fatto che erano comunque dei “viventi”!
Mi piacerebbe saperne di più! Luca
La risposta del Colonnello Pier Luigi Fedele
I prodotti alimentari di origine selvatica (funghi, selvaggina e cacciagione, prodotti forestali spontanei non legnosi), sequestrati dalle forze di polizia in caso di illecita appropriazione, possono essere donati a enti benefici o venduti. In tal caso, il ricavato è destinato a finalità pubbliche, quale ad esempio la tutela del bosco. In presenza di problematiche sanitarie evidenti, dovute a fenomeni di deperimento già in atto, è inevitabile procedere alla distruzione degli stessi.
Occorre precisare che sulla destinazione dei prodotti sequestrati decide l’autorità giudiziaria o amministrativa, a seconda della natura del sequestro. Infatti, in caso di sequestro penale, spetta all’autorità giudiziaria decidere quale debba essere la destinazione di tali prodotti; in caso di sequestro amministrativo, la decisione spetta all’autorità amministrativa (Regione, Provincia, Unione dei comuni, Comune). Qualunque sia l’utilizzo, è comunque necessario che le forze di polizia redigano dettagliati verbali, che restano agli atti.
Gli alimenti sequestrati di origine selvatica, essendo altamente deperibili e potendo anche avere implicazioni sanitarie rilevanti, impongono, quanto alla scelta della loro destinazione, di dare prevalenza alla tutela della salute. Ad esempio, nel caso dei funghi – prodotti che sono facilmente alterabili e che possono essere frammisti a esemplari di specie non commestibili o addirittura tossiche – è obbligatorio per legge, in caso di utilizzo, sottoporre quanto sequestrato all’ispezione di un micologo, figura non sempre prontamente reperibile in zone montane.
Anche per la cacciagione, in particolare i cinghiali, sono necessarie, oltre a una validazione veterinaria, anche analisi specifiche, che escludano la presenza di patologie trasmissibili all’uomo, come la trichinella.
Col. Pier Luigi Fedele – Carabinieri Forestale Parma
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[sostieni]
Qualche settimana fa sono stati effettuati dei sequestri di tartufi in Abruzzo, zona Parco. I tuberi sono stati destinati ad alcune RSA della zona. Chissà che goduria per quei pensionati!
Grazie Germano dell’informazione! Presto ne farò un video sul mio canale YouTube di divulgazione scientifica di tecnologie alimentari.
Buona giornata!