Prodotti senza glutine con cartellino gluten free

Gli italiani sono sempre più attenti a quello che mangiano, e le aziende propongono prodotti ‘senza’ per intercettare il desiderio di pasti leggeri e sani. Tra gli alimenti di questo tipo più consumati anche da chi non ne avrebbe bisogno, secondo l’ultimo rapporto Eurispes, ci sono quelli senza lattosio – il 18% circa dei consumatori non soffrirebbe di intolleranza – o senza glutine – in questo caso è il 12% degli acquirenti a sceglierli pur non avendo la necessità – accanto al crescente successo degli alimenti senza grassi o senza zuccheri aggiunti. Una preoccupazione che riguarda in particolare gli italiani, più attenti degli altri europei alla qualità e salubrità del cibo che consumano: un’indagine realizzata nel 2014 dall’Unione europea mostra che un italiano su tre controlla l’etichetta per accertarsi della qualità di ciò che acquista, rispetto una media europea del 22%.

In realtà, non è detto che eliminare un ingrediente migliori la qualità del prodotto, però il claim ‘senza’ funziona, anche quando non c’è nessuna ragione per sceglierlo. Lo conferma uno studio pubblicato sull’International Journal of Food Sciences and Nutrition, realizzato dalle ricercatrici Greta Castellini e Mariarosaria Savarese e dalla professoressa Guendalina Graffigna dell’Università Cattolica di Milano e Cremona. Lo studio ha coinvolto 1.200 soggetti – un campione rappresentativo della popolazione italiana – ai quali sono state presentate le immagini di due prodotti di uso comune, merendine al cioccolato e cracker, nelle versioni senza etichetta e con alcuni claim ‘senza’: due opzioni non realistiche, ‘senza CO2’ (ossia senza anidride carbonica, un’indicazione priva di senso) e ‘senza acidi grassi polinsaturi’, che eventualmente avrebbero un effetto benefico, sono state messe a confronto con la confezione di prodotto senza alcun claim e con quella di controllo ‘senza olio di palma’, una possibilità realistica che tocca un tema decisamente sensibile.

claim senza Castellini et al International Journal of Food Sciences and Nutrition 2023
Le ricercatrici hanno studiato la percezione di alcuni claim ‘senza’ su crakcer e merendine al cioccolato

Sono stati scelti prodotti sia dolci che salati “perché studi precedenti mostrano che gli snack al cioccolato sono percepiti come una scelta edonica, mentre quelli salati sono considerati un alimento necessario: aspetti che possono influenzare in modo diverso le scelte di consumo”, osservano le ricercatrici. In tutte le versioni, i cracker sono percepiti come più sani rispetto alle merendine, tanto che nei prodotti salati anche la presenza di un ingrediente a rischio come l’olio di palma ha un minore effetto sull’intenzione di acquisto. In ogni caso tutti i cibi ‘senza’ sono genericamente percepiti come di migliore qualità, “un risultato coerente con altri studi sul tema, – osservano le ricercatrici, – ne deriva che gli organismi regolatori dovrebbero prestare maggiore attenzione a queste etichette opzionali, che tuttavia condizionano pesantemente le scelte dei consumatori, specie tenendo conto delle novità introdotte dal regolamento europeo sull’etichettatura del 2011”.

Quello degli alimenti ‘senza’ è un mercato in crescita con un fatturato che nel 2020 superava i sette miliardi di euro, “ma il modo in cui sono proposti questi simboli può portare a scelte fuorvianti che impattano sulle abitudini alimentari, – spiegano le ricercatrici. – Sappiamo che icone e simboli sono più facilmente leggibili rispetto alle tabelle della composizione nutrizionale, ma possono portare a decisioni irrazionali e non motivate”.

“Si tratta di uno studio interessante sulla psicologia e sul marketing, che mostra come le etichette che individuano i cibi ‘senza’ influenzino il comportamento dei consumatori, – osserva Livio Luzi, ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento di Endocrinologia, nutrizione e malattie metaboliche del Gruppo MultiMedica, – un comportamento che andrebbe regolato o quanto meno sorvegliato”. I primi alimenti di questo tipo ad arrivare sul mercato sono state probabilmente le bevande gassate – la prima è stata nel 1982, in Italia è arrivata l’anno dopo, la Diet Coke – “che in realtà vengono incontro alla necessità di limitare il consumo di zucchero”, osserva il docente.

latticini senza lattosio: latte, ricotta, mozzarella e focchi di latte
Il modo in cui sono proposti i prodotti ‘senza’ può portare a scelte fuorvianti che impattano sulle abitudini alimentari

“Questi prodotti non vanno demonizzati, ma escludere nutrienti senza motivo, così come assumere integratori senza motivi, non è mai una buona idea”, prosegue Luzi. L’ideale, sempre che non ci siano patologie, “è una dieta equilibrata senza eccessi e senza esclusioni: ricordiamo che il nostro corredo genetico è lo stesso dei nostri antenati che mangiavano solo alimenti crudi a temperatura ambiente”. E lo stesso Istituto superiore di sanità ricorda che “gli inevitabili squilibri nutrizionali che una dieta di eliminazione comporta potrebbero determinare anche l’aumento di peso corporeo”.

I prodotti ‘senza’ piacciono perché danno la sensazione di prendersi cura della propria salute e possono sembrare una scorciatoia per evitare di ingrassare, ma il rischio è di privarsi di nutrienti importanti come le fibre presenti nei cereali o il calcio nei latticini: “Escludere alcuni alimenti alla dieta, a lungo andare, può portare a squilibri nutrizionali, – osserva Luzi, – il rischio poi è quello di aumentare il consumo di cibi processati, mentre alla base della dieta dovrebbero esserci alimenti quanto più possibile naturali”.

Senza dimenticare che a volte gli alimenti ‘senza’ compensano aggiungendo altro: abbiamo già parlato su Il Fatto Alimentare di alimenti senza grassi  che sono percepiti come ‘leggeri’ anche se spesso sono ricchi di zuccheri. “Non dimentichiamo che le persone obese o diabetiche spesso hanno una ridotta percezione dei sapori, una soglia di tolleranza aumentata che li porta a scegliere alimenti particolarmente dolci o ricchi di grasso, – ricorda Luzi. – Non a caso spesso queste persone hanno una dieta scorretta e al tempo stesso carenze nutrizionali che nascono proprio da scelte non equilibrate”.

© Riproduzione riservata Foto: Fotolia, Castellini et al. 2023

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Francesco L.
Francesco L.
20 Luglio 2023 19:52

Siamo puramente e semplicemente un popolo di beoti, altro che, come scrive gentilmente, e secondo me con celata ironia, l’autrice dell’articolo “Gli italiani sono sempre più attenti a quello che mangiano”…
Con la nostra stupidità e credulitá si spiega perfettamente il boom dei cibi senza alcune delle loro naturali caratteristiche.

davis13
davis13
23 Luglio 2023 12:41

il problema è che quello che viene spacciato per naturale in realtà non lo è, altrimenti non avremo tutte queste intolleranze…ma forse questo non si dice per non disturbare gli interessi delle varie industrie coinvolte…

Francesco L.
Francesco L.
Reply to  davis13
24 Luglio 2023 12:51

Oppure molte di queste intolleranze semplicemente non sussistono…

Daniela
Daniela
Reply to  Francesco L.
17 Agosto 2023 09:14

Le prove sono soggettive, ma reali: se una persona soffre, che so, di mal di testa, o irritazioni cutanee, o digestione pesante e provando a escludere, ad esempio, latte o grano, vede che questi fastidi passano senza dover assumere antistaminici o cortisone, può pure dire di essere intollerante a quell’alimento. Può essere suggestione, ma allora lavoriamoci su, se fosse possibile curarsi con la suggestione anziché con i farmaci!
P.s.: la zia di mia mamma, classe 1896, senza saper di intolleranze, escludeva dalla sua dieta il dado da brodo, poiché se era presente nel pasto poco dopo accusava mal di testa. Tolto, risolto.

Paola
Paola
17 Agosto 2023 09:15

Però basterebbe informarsi…

Lilia Pistolesi
Lilia Pistolesi
17 Agosto 2023 18:39

Come cambiano i tempi! Ora ci sono i prodotti “senza”, una volta c’erano i prodotti “con”!
Saluti

Beti PIOTTO
Beti PIOTTO
18 Agosto 2023 12:34

Siamo davvero pigri e molto influenzabili. Il marketing lo sa, e come!
In pochi anni siamo passati da alimenti CON a alimenti SENZA. La pubblicità prova costantemente a governare le nostre scelte e noi pigramente ci facciamo addomesticare. Triste.

gigio55
gigio55
18 Agosto 2023 14:12

Tra l’ignoranza della gente, la creazione di falsi bisogni e i prezzi ingiustificati dei prodotti, provo una tristezza infinita.

rosario previtera
rosario previtera
19 Agosto 2023 19:15

Fu Marcello Coronini già nel 2015 a promuovere “LA CUCINA DEL SENZA”

Laura
Laura
28 Agosto 2023 09:44

Sono molto d’accordo su due focus di questo articolo:
1) I claim “senza” attirano molti consumatori persuasi di nutrirsi in modo migliore con il loro consumo, con maggiore attenzione alla salute, alla “dieta”; il marketing lo sa e lo sfrutta, forse approfittando un po’ troppo;
2) privarsi di nutrienti senza motivo oggettivamente, scientificamente accertato, non è un bene; a questo proposito suggerisco il recente articolo https://blog.unisr.it/en/disinformation-table-gluten-celiac-disease?utm_content=258351737&utm_medium=social&utm_source=linkedin&hss_channel=lcp-1913125

Paola Emilia Cicerone
Paola Emilia Cicerone
Reply to  Laura
28 Agosto 2023 10:55

Interessante, grazie!