Alessandro Borghese at Giffoni Film Festival 2017

Il programma di Alessandra Borghese “Quattro ristoranti” in onda su Sky è fatto con cura ed è anche gradevole da seguire. Il conduttore riesce a dare un buon ritmo senza risultare invadente o aggressivo come invece capita in altri programmi che parlano di cucina affidati a cuochi o esperti di gastronomia. Ci sono però alcune cose che lasciano qualche perplessità. Si tratta di particolari che si potrebbero aggiustare rendendo il programma più coerente.

La prima questione riguarda l’ispezione in cucina. Borghese ha l’abitudine di fare un sopralluogo per verificare il livello di igiene, la funzionalità dell’attrezzatura, la pulizia della cappa di aspirazione, la presenza di polvere su ripiani o la presenza di vasetti o recipienti con avanzi di cibo, senza dimenticare una visita al frigorifero. Si tratta di un’iniziativa interessante che però trascura un aspetto importante, il cappello o copricapo per il personale di cucina. Eppure il copricapo è un accessorio importante e obbligatorio, per evitare che i capelli finiscano nei piatti dei commensali, come è capitato di vedere in qualche puntata. Ma la cosa che lascia allibiti è vedere chef senza cappello ma che indossano guanti neri durante la preparazione dei piatti affiancati da camerieri con la mascherina come si è visto nel programma Celebrity Chef con Debora Villa e Marco Maddaloni, condotto sempre da Alessandro Borghese (puntata registrata nell’agosto 2022 e andata in una in questi giorni in replica). Purtroppo la consuetudine di non indossare un cappello o un copricapo in cucina, come prevede la legge, è  abbastanza diffusa fra gli chef italiani. Lo abbiamo scritto ed evidenziato più volte, pubblicando le foto di famosi cuochi (fra cui anche Alessandro Borghese) alle prese con i fornelli, ma la cosa non ha suscitato reazioni fra gli addetti ai lavori. Il problema è che questi comportamenti generano imitazione. Per cui nelle scuole alberghiere si spiega agli allievi che il cappello è obbligatorio, poi però nella realtà sono i cuochi in televisione che dettano la linea.

Igiene degli alimenti:   Accettare solo alimenti senza difetti. I microorganismi o i parassiti possono entrare nel magazzino mediante gli alimenti con una confezione  contaminata o danneggiata. Controllare che la confezione e la qualità della merce fornita siano impeccabili e anche il cibo refrigerato o congelato sia conservato in contenitori adatti e che sia rispettata la temperatura durante il trasporto . I microorganismi possono essere trasmessi  tramite alimenti o utensili da lavoro sporchi, contaminati da microbi. Per questo bisogna conservare gli alimenti crudi da quelli cotti in contenitori separati completamente coperti. Anche le stoviglie usate possono essere contaminate.  Non utilizzare gli stessi utensili da cucina per la preparazione di cibi crudi e cotti senza averli prima puliti accuratamente. Conservare al fresco e consumare velocemente gli alimenti più facilmente deperibili. Molti microorganismi si moltiplicano velocemente a temperatura ambiente. Nel caso di alcuni tipi di batteri, neanche il raffreddamento riesce a rallentarne la crescita. Pertanto conservate sempre gli alimenti facilmente deperibili alla loro temperatura di conservazione e consumarli velocemente rispettando le indicazioni riportate sulle confezioni. . Refrigerare gli ingredienti cotti prima della successiva lavorazione. Quando si sminuzzano e si lavorano gli alimenti, per esempio, quando si tagliano le patate e le si mescolano con altri ingredienti, i microorganismi finiscono nei cibi. Se gli alimenti sono ancora caldi, i batteri possono moltiplicarsi piuttosto velocemente. Pertanto lavorate rapidamente gli ingredienti cotti oppure refrigerateli tra una fase e l’altra della lavorazione. Coprite sempre le pietanza quando dovete metterle via per impedire ai microorganismi di finirci sopra trasportati dall’aria. Materiali opportuni sono ad esempio coperchi, piatti puliti oppure pellicole per alimenti. Lasciare scongelare completamente grandi pezzi di carne e di pollame o pollame intero da macellazione. I grandi pezzi di arrosto e il pollame intero da macellazione si scongelano più lentamente dei pezzi piccoli e sottili. Se la merce è ancora congelata all’interno, il tempo di cottura e la temperatura potrebbero non essere sufficienti per una cottura completa. Di conseguenza i microorganismi non verrebbero uccisi con sicurezza e potrebbero riprodursi in fase di raffreddamento. Scolare il liquido di scongelamento di carne e pollame. Il liquido di scongelamento contiene spesso microorganismi che possono contaminare o avvelenare i cibi. Pertanto non deve assolutamente entrare in contatto con altri alimenti. Si raccomanda di raccogliere il liquido di scongelamento con un asciugamano monouso e di pulire bene e disinfettare immediatamente le mani e tutte le superfici e gli oggetti che sono venuti in contatto con l’acqua di scongelamento. Assaggiare correttamente. Quando si assaggia bisogna fare attenzione che la saliva non finisca nelle pietanze. Nella bocca di tutti, infatti, vivono microorganismi. Prendete una piccola porzione di cibo con un cucchiaio pulito e mettetela in una scodella o direttamente sul cucchiaio di assaggio. In tal modo i cibi non vengono contaminati. Non afferrate le pietanze preparate e le superfici interne dei piatti a mani nude. Sulle mani si trovano sempre microorganismi che possono essere trasmessi sul cibo o sui piatti se vengono afferrati a mani nude. Indossate sempre guanti puliti per porzionare o mescolare i cibi che non devono essere più scaldati. Non toccate la superficie interna dei piatti con le mani. Assaggiare correttamente i cibi per evitare di contaminarli con la saliva Scaldare i cibi a sufficienza. Il calore uccide gran parte dei microorganismi. È importante quindi scaldare gli alimenti a 72°C per due minuti perché il calore penetri anche all’interno e non si fermi solo in superficie. Ciò vale per i cibi che sono stati temporaneamente raffreddati e che vanno serviti caldi. Per sicurezza si può controllare la temperatura interna con un termometro. Durante il servizio: tenere i cibi in caldo ad una temperatura non inferiore ai 65 °C. Ad una temperatura tra i 15° e i 55 °C molti germi si moltiplicano piuttosto velocemente. I cibi caldi, tenuti pronti per essere serviti, devono avere una temperatura di almeno 65 °C. Il tempo di mantenimento del calore non dovrebbe superare le tre ore. Raffreddare gli alimenti il più velocemente possibile. Per sicurezza, per impedire ai germi di proliferare durante la fase di raffreddamento, la temperatura dovrebbe scendere dai 65 °C ai 10 °C in un lasso di tempo massimo di due ore. In caso suddividete i cibi in contenitori più piccoli perché si raffreddino più velocemente. Più piccola è la quantità, più rapidamente si raffredda il cibo. Igiene in cucina: Mantenere la cucina in ordine. Gli oggetti che non servono durante il lavoro non devono trovarsi in cucina perché possono trasmettere sporcizia e microorganismi patogeni. Rimuovete immediatamente dalla cucina i contenitori vuoti usati per il trasporto, per esempio di frutta, verdura o latticini, e le lattine vuote. Tenere cucina, magazzini e alimenti puliti. I microorganismi si riproducono in gran velocità negli ambienti sporchi e sugli utensili da lavoro contaminati. Se gli ambienti e gli utensili sono puliti, i germi non proliferano. Pulite sempre utensili e apparecchi subito dopo l’uso con acqua calda e detersivo. Pulire sempre la postazione di lavoro ad intervalli regolari, utilizzando strofinacci puliti, meglio se monouso. I residui di cibo e la sporcizia si seccano diventando più difficili da rimuovere e possono crescere germi che non sono visibili a occhio nudo. Pertanto è importante pulire bene la postazione di lavoro dopo ogni singola operazione. Gli strofinacci sporchi riutilizzati più volte contengono molti microorganismi che vengono trasmessi mentre si puliscono le superfici di lavoro o gli utensili. Utilizzate quindi strofinacci puliti ogni giorno oppure asciugamani monouso. Pulire sempre la postazione di lavoro a intervalli regolari, per ridurre il rischio di contaminazione crociate Non riempire eccessivamente le celle frigorifere. Se le celle frigorifere sono troppo piene, la loro capacità di raffreddamento diminuisce. Di conseguenza la temperatura interna può aumentare, favorendo il proliferare dei microorganismi. Una capacità di raffreddamento adeguata è pertanto fondamentale. Inoltre fate attenzione a non conservare in frigo troppa merce nello stesso tempo. Non modificate la temperatura e la durata del ciclo della lavastoviglie. Anche quando il tempo a disposizione è poco, rispettate sempre la durata del ciclo della lavastoviglie. Osservate anche le indicazioni relative alla temperatura e alla quantità di detersivo. Solo così si ottengono stoviglie davvero pulite. Conservare detersivi e disinfettanti fuori della cucina. I detersivi e i disinfettanti non devono assolutamente entrare in contatto con i cibi e quindi vanno conservati fuori dalla cucina.
Il cappello o un copricapo è un accessorio importante e obbligatorio per i cuochi e per il personale che opera in cucina

C’è un altro aspetto che ha attirato la mia curiosità, si tratta del conto. Chi lo paga? L’importo rientra fra le spese di produzione del programma o è a carico del ristoratore che ospita, oppure  lo pagano i ristoratori quando sono nella veste di commensali. Inoltre Borghese non dice se e quanto incide il vino sul conto finale. Questo aspetto è abbastanza interessante visto che una bottiglia di buon vino può incidere in maniera importante sul conto. L’altra cosa da chiarire è se gli “assaggini” serviti al tavolo agli chef per valutare i piatti scelti dagli altri commensali, pesano sul conto o non vengono considerati. Per chiarire questi aspetti basterebbe anche una scritta in sovrimpressione oppure qualche parola in più di Alessandro Borghese a fine pasto.

Tempo fa ho chiesto perché ci fosse tanta resistenza da parte dei cuochi a indossare il cappello, mi è stato risposto che il copricapo non è funzionale alle riprese, non è un elemento di arredo e complica le inquadrature dei primi piani, quindi per esigenze di scena è meglio farne a meno.

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TUFARI
TUFARI
3 Marzo 2023 13:40

Gli ospiti non devono essere ristoratori. Perché vivono i loro giudizi da concorrenti solo con aspetti sempre critici per mettere i colleghi in difficoltà.
Tufari Aldo

Silvia B
Silvia B
3 Marzo 2023 13:45

Anche io ritengo il programma abbastanza gradevole da seguire, perché non risulta eccessivamente costruito (c’è sempre ovviamente un ristoratore abbastanza puntiglioso, ma penso sia funzionale al coinvolgimento dello spettatore, così come l’ennesimo freeze di immagini) ed è un ottimo veicolo promozionale per i ristoratori e per il territorio. Ultimamente però ho notato con un po’ di fastidio i troppi premi offerti dagli sponsor.

Lorenzo
Lorenzo
3 Marzo 2023 14:18

Nell’ambito di una produzione televisiva del genere, quello che La Pira segnala penso che sia assolutamente secondario. E’ intrattenimento, con contorno di cattiverie e colpi bassi tra sfidanti. Una scusa per inserire break pubblicitari e far apparire marchi commerciali all’interno della trasmissione. Nulla di didattico, tipo igiene in cucina o cappello in testa.
Da quel punto di vista, niente di paragonabile a “Operazione N.A.S.” dove, seppur a grandi linee, si parla di normativa HACCP e si parla davvero dei comportamenti minimi da tenere nei locali dove si prepara il cibo.
Le vecchie puntate si trovano ancora in rete, spero che ne stiano preparando delle nuove.

Gloria
Gloria
3 Marzo 2023 16:23

La toque (cappello bianco dei cuochi) forse può non essere particolarmente funzionale alle riprese, ma esistono diversi tipi di berretti/cuffie da chef molto meno ingombranti ma estremamente igienici .

Livio
Livio
Reply to  Gloria
23 Marzo 2023 18:21

Esistono cuffiette a rete elastiche ed a copertura integrale. Ma poi chi lo vede più ‘Bellachioma’?

Alessandro
Alessandro
3 Marzo 2023 22:25

Avevo letto da qualche parte tempo fa che il conto non viene pagato, in pratica offre il ristoratore

Bernardo
Bernardo
6 Marzo 2023 12:37

Concordo con La Pira che questa trasmissione è più piacevole rispetto ad altre che trattano di ristorazione (le critiche dell’host verso gli osti sono raramente cattive, anche se alcuni di questi ultimi potrebbero imparare le maniere dai concorrenti di Physical: 100, pur trattandosi di un ambito molto diverso). Concordo anche sul fatto che la televisione contribuisce a educare e purtroppo tale funzione è lasciata, come tante altre cose, alle regole, o meglio, ai capricci del libero mercato. Giusto quindi fare notare agli autori questi problemi. Aggiungo che, nell’articolo menzionato, si nota subito un’altra assenza oltre ai cappelli: non ci sono donne tra gli chef. Immagino che anche da questo punto di vista siano più scrupolose dei loro vanitosi colleghi.

Bernardo
Bernardo
Reply to  Roberto La Pira
6 Marzo 2023 16:01

Sono stato poco chiaro: intendevo dire che nelle foto dell’articolo con gli chef senza cappello sono tutti uomini quelli che non rispettano le regole. Probabilmente per una donna, siccome già è difficile diventare chef, sarebbe più rischioso non rispettare le regole.

Luigi
Luigi
7 Marzo 2023 12:03

In un’intervista di qualche tempo fa, Giorgio, vincitore di una puntata (pizza gourmet a Milano), dichiarò che il conto lo paga il gestore del ristorante che ospita. E che 5000€ di premio sono in effetti pochi quando si tratta di acquistare attrezzature per un ristorante. Mi sembra inoltre che Borghese specifichi sempre il costo delle bottiglie di vino. Per il costo degli assaggini non saprei se son inclusi nel conto.

Massimo
Massimo
7 Marzo 2023 12:31

A parte l’incoerenza logica già rimarcata tra presenza del classico capello nella zuppa, considerata fattore in grado di pesare sul giudizio complessivo (come, e di gran lunga, nella realtà), ed evidente assenza del cappello in cucina, non redarguita da Borghese, c’è forse elemento più iconico e scenografico della toque? Capisco che le evoluzioni del food porn richiedano, in certi contesti, di esaltare tutta la meravigliosa, balsamica lucentezza della chioma corvino di una Nigella Lawson, ma là al limite è un contesto privato, casalingo: qui, a mo’ di ispettore delle cucine, si passa pignolescamente il dito sui ripiani… Quindi, voto per il cappello in bella vista.

Massimo Perego
Massimo Perego
23 Marzo 2023 09:19

Caspita quanti commenti per una trasmissione tv che se non ci fosse non cambierebbe nulla a parte il mancato compenso allo chef. Ci fosse la stessa attenzione su altri problemi che il fatto alimentare pubblica !!!

Daniele
Daniele
23 Marzo 2023 09:31

…e da questo articolo si evince che quello che vedete in TV è show… e non cooking…

Marino
Marino
23 Marzo 2023 09:33

Con quella foresta di capelli dovrebbe usare sempre il capello essendo un cuoco.

Diego Matteuzzi
Diego Matteuzzi
23 Marzo 2023 09:35

Penso che il ristoratore sappia prima che verra’ l’equipe a visitare e giudicare il locale ed il pranzo
e quindi mi sembra ovvio che tutto sara’gia’preparato in precedenza, quindi non ci puo’ essere alcuna sorpresa negativa.

Gilberto Papini
Gilberto Papini
23 Marzo 2023 09:55

Il conto è a carico del ristoratore che ospita. Dettomi dal titolare di un ristorante di Sirolo (AN) che ha partecipato al programma….

Paolo Rossi
Paolo Rossi
23 Marzo 2023 09:58

In effetti non sempre si vede il personale di cucina usare il copricapo (a me sembra di averlo visto diverse volte); quello che mi fa gonfiare la vena è l’uso del guanto (nero poi…) nella preparazione e nell’allestimento scenografico del piatto… i guanti non sono in scatole sterili, spesso sono appoggiate aperte sulle superfici, quindi non sono più puliti delle mani. Quando faccio le mie consulenze nei ristoranti li faccio sempre buttare e spingo sul tenere pulite mani e superfici. In alcuni casi, soprattutto negozi o ristoranti con cucina in vista, mi è stato detto che sono i clienti a “rompere” perché gli addetti indossino i guanti. La cosa è diventata più frequente durante e dopo la pandemia…

Marco Reverberi
Marco Reverberi
23 Marzo 2023 10:26

Sono un produttore esecutivo di audiovisivi. Conosco bene la Tv e “quattro ristoranti” è essenzialmente una sfida televisiva, a tutti gli effetti un programma televisivo. Le regole che la produzione deve assolutamente seguire sono quelle dettate dalla sicurezza e privacy. I locali (quando si eseguono le riprese) sono chiusi e i clienti sono figuranti. Tutti (nessuno escluso) firmano una liberatoria a norma di legge. A tutti gli effetti si tratta di una “ricostruzione” televisiva (quindi ricreata ad arte) del lavoro quotidiano di un ristorante, che in quel momento è un vero e proprio set televisivo. Nessuno (durante le riprese) è tenuto a rispettare le regole dovute ad un ristorante in attività. Tutto ciò che vediamo in onda è funzionale al programma, si segue di fatto tutto ciò che funziona televisivamente e si elimina ciò che non funziona.

Marco Reverberi
Marco Reverberi
Reply to  Roberto La Pira
23 Marzo 2023 11:56

sono assolutamente concorde con lei, ma questo programma è (concettualmente) esattamente come molti altri, ad esempio “Forum” che non è una aula di giustizia, “Amici” che non è una scuola e via dicendo. In questo tipo di programmi sottolineo che si vede e si parla solo di ciò che è funzionale al programma stesso. Sarebbe interessante leggere con attenzione i titoli di coda, che spesso riportano informazioni in merito. Il copricapo non è funzionale al set e quindi non se ne parla e non sono tenuti a farlo in quella specifica occasione . La tv “media” per eccellenza e questo si nota molto in questa tipologia di programmi. Sempre complimenti a voi per gli interessanti articoli. Saluti

Eugenia
Eugenia
23 Marzo 2023 10:29

Invece dei cappelli ingombranti potrebbero usare le cuffiette , tipo quelle che usano anche il personale degli ospedali

Davide
Davide
23 Marzo 2023 10:44

Tolto che l’ispezione fa decisamente ridere dato che i ristoratori possono prepararsi prima considerando che ne sono al corrente.

antonio
antonio
23 Marzo 2023 11:18

Vi invito a notare come sia tutto posticcio, se fate attenzione i commensali negli altri tavoli raramente “masticano” qualche cosa: chiaccherano quasi sempre. Inoltre quando ci fanno vedere le cucine potete notare che non stanno cucinando per tutti i commensali del ristorante ma solo i cibi del programma.

Valentina
Valentina
23 Marzo 2023 12:16

Mi stupisco piuttosto di tutti quelli che ancora credono a quello che viene trasmesso dalla televisione

L. Ferraro
L. Ferraro
23 Marzo 2023 13:23

Concordo sull’aspetto riguardante l’obbligatorietà del copricapo per questioni di igiene. Succede purtroppo- e mi è successo personalmente- di trovare capelli nel piatto servito, infatti. Oltre alla sgradevolezza dell’accaduto, questo ha fatto sì che in quel ristorante non ci mettessi più piede …ne vale la pena solo per non mettere un copricapo, mi domando? LF