Scongiurati i tagli agli aiuti alimentari per gli indigenti. Il 15 febbraio il Parlamento europeo ha approvato una soluzione di compromesso per mantenere gli attuali livelli di aiuti alimentari agli indigenti. Si tratta di un progetto biennale che prevede circa 500 milioni di euro per il 2012 e altrettanti per il 2013  (all’Italia ne andranno 95, pari a quasi il 20% del budget).

 

Ilfattoalimentare.it aveva a suo tempo segnalato la minaccia di una drastica riduzione dell’importo (da 500 a 113 milioni di euro l’anno) che per fortuna non c’è stata.

 

La povertà in Europa è un problema attuale e in crescita, dentro e fuori l’area-euro. Il regime di distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti risale al 1987 e tuttora consente a 19 Stati membri di destinare una pur minima parte del ‘budget’ della PAC, all’acquisto di alimenti di base – distribuiti attraverso 240 associazioni caritatevoli – a circa 18 milioni di persone. Non abbastanza: come gli eurodeputati hanno già denunciato il 7 luglio scorso, nel respingere la proposta della Commissione di drastico taglio agli aiuti, sono oltre 43 milioni gli europei con difficoltà di accesso al cibo.

 

La soluzione del Parlamento serve a traghettare gli aiuti dal sistema attuale, legato appunto alla politica agricola, verso un nuovo modello inclusivo di assistenza sociale. «Vi sono persone che vivono nelle condizioni più difficili, i disoccupati, gli anziani, i portatori di handicap, ma anche grandi famiglie e genitori singoli», ha affermato l’Onorevole Czesław Siekierski, relatore del dossier “Food Distribution Programme in the Union”. E quindi? «La Commissione deve ora sfruttare questa fase di transizione, per sviluppare la proposta di un nuovo schema di sostegno dei bisognosi che dovrà meglio rispondere alle loro esigenze», ha aggiunto il portavoce del Gruppo dei Verdi a Strasburgo, Marije Cornelissen.

 

Dario Dongo