L’organizzazione dei consumatori britannica Which? ha effettuato dei test su piatti di carne di agnello in sessanta take away di Londra e Birmingham, scoprendo che in 17 casi, oltre all’agnello, c’erano anche carni più economiche, come manzo e pollo, in quantità superiore al 5%. Sulla base di questi dati, secondo l’organo dei consumatori, l’apparente contaminazione si può considerare un’adulterazione deliberata. In sette casi, la carne d’agnello non c’era per niente. Il DNA di cinque campioni acquistati a Londra non è stato identificato, probabilmente perché la carne era stata cotta troppo o sottoposta a cotture ripetute.
Il giorno dopo la diffusione dei risultati dei test condotti da Which?, l’autorità britannica di controllo degli alimenti, la Food Standards Agency (FSA), ha annunciato che dall’inizio di maggio le autorità locali condurranno, con priorità su altre iniziative, 300 test sulla carne d’agnello venduta dai take away di tutta la Gran Bretagna.
Una precedente campagna di analisi, condotta dalle autorità locali tra luglio e dicembre del 2013, aveva rilevato che, su 145 piatti d’asporto di carne d’agnello, 43 contenevano carne di mucca, pollo e tacchino. Anche in quel caso, si scoprì che 25 campioni non contenevano per niente carne d’agnello ma solo bovino. La FSA ricorda che le false dichiarazioni sul contenuto degli alimenti sono punibili con multe sino cinquemila sterline.
Beniamino Bonardi
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