Gaza, (Palestina), 16.05.2022 - MARCIA-NAKBA-GAZA - I palestinesi sventolano le bandiere nazionali mentre marciano per commemorare il 74° anniversario della "Nakba" o "catastrofe", a Gaza City, lunedì 16 maggio 2022. I palestinesi commemorano la "Nakba" ogni anno nel mese di maggio, data ufficiale dello Stato di Israele, e come risultato più di 760.000 palestinesi furono cacciati in esilio o espulsi dalle loro case nel 1948.000 palestinesi furono cacciati in esilio o espulsi dalle loro case nel 1948. (Foto: Yousef Masoud/TheNews2/Deposit Photos)

Affamare un popolo come sta facendo il governo di Netanyahu, non è una strategia militare ma un crimine contro civili inermi che, associato al genocidio in corso verso i palestinesi di Gaza, dà i brividi. La chiusura per mancanza di farina di 25 forni operativi a Gaza e l’annientamento sistematico del personale delle Ong e degli operatori dall’Onu che operano sul territorio, aggiunge solo dolore a una situazione inaccettabile per qualsiasi cittadino. Una situazione tollerata con rassegnazione dai governi occidentali e da quello italiano che osservano da lontano e con un certo distacco una tragedia inimmaginabile.

Alcuni intellettuali italiani con una lettera titolata L’ultimo giorno di Gaza – 9 maggio – L’Europa contro il genocidio, invitano a rompere il silenzio sulla crisi umanitaria a Gaza attraverso una mobilitazione online e offline, utilizzando gli hashtag #UltimogiornodiGaza e #GazaLastDay. Si tratta di un’invito a mobilitarsi oggi in occasione della Giornata dell’Europa, trasforma una celebrazione retorica in un’azione concreta per la pace e la giustizia, richiamando i valori fondanti del progetto europeo. Questo appello ci ricorda che ognuno di noi può scegliere di non essere complice rompendo la narrazione dominante che oscura le responsabilità.ultimogiornodigaza-logo-gaza-last day 20252-706x999

L’ultimo giorno di Gaza – 9 maggio – L’Europa contro il genocidio

Il 9 maggio è la Giornata dell’Europa: ma è anche l’ultimo giorno di Gaza. Perché il tempo sta finendo, per questa terra nostra. Questa terra del Mediterraneo, il mare che ci unisce.

Per questo, in quella giornata in cui ci chiediamo chi siamo, vi chiediamo di parlare di Gaza, di farlo ovunque vorrete. E di farlo, tutte e tutti, sulla rete: su siti, canali video, social. E sempre con l’hashtag #GazaLastDay, #UltimogiornodiGaza. Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.

Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza. Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza. Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.

Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.

Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza #gazalastday. Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome. Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme. Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.

Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo

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Tonino Riccardi
Tonino Riccardi
9 Maggio 2025 15:26

Soltanto D’ACCORDO !

Armando
Armando
12 Maggio 2025 15:20

È veramente sconcertante il silenzio che c’è su Gaza e suoi suoi disperati abitanti. Non capisco l’atteggiamento servile dei governi occidentali nei confronti della politica Netanyahu; forse hanno paura di essere tacciati per antisemiti, visto che questa è la scusa ogni volta sollevata per far morire sul nascere ogni dialogo o discussione. Se continua così, rifacendomi ad un recente e bellissimo libro di Anna Foa, il governo Netanyahu sta portando Israele al suicidio!

Azul98
Reply to  Armando
13 Maggio 2025 12:22

Bellissimo? Se è bellissimo leggere una catastrofe umanitaria…è come leggere Apocalisse Criminale, il diario di un marines che ha visto i più grandi orrori della guerra (schifato e inorridito) dello Yemen e Iraq, prova a leggere quel libro….o Sarajevo di Demetrio Volcic …pazzesco!! La belva umana non si ferma davanti a nessuno.

Mauro
Mauro
13 Maggio 2025 08:27

Cosa c’entra Gaza con Il Fatto Alimentare? Per articoli di questo genere vi sono rubriche dedicate, oppure vi state politicizzando e ideologizzando anche voi?

giova
giova
Reply to  Roberto La Pira
13 Maggio 2025 10:09

“…un crimine contro civili inermi che, associato al genocidio in corso verso i palestinesi di Gaza, dà i brividi.”.
Grazie Direttore per questa posizione così chiara, esplicita, e soprattutto UMANA.

grazia ambrosini
grazia ambrosini
13 Maggio 2025 10:31

Ho apprezzato tanto questo vostro intervento. Grazie di cuore per la vostra sensibilità. L’omertà è male peggiore che ci sia.Con stima,
Grazia Ambrosini, Milano

Antonia Capone
Antonia Capone
13 Maggio 2025 10:39

Posso solo aggiungere che mi sento mortificata e profondamente addolorata da questo vergognoso silenzio del governo italiano e dei paesi europei…
Non mi riconosco minimamente in questo “Occidente”,in cui casualmente sono nata,nel doppiopesismo che applica sistematicamente e che è espressione della inconsistenza effettiva del “credo” che professa nei valori democratici e di civiltà e giustizia di cui si professa portatore.
Condivido ogni contenuto di questo articolo che trovo estremamente appropriato nel contesto di cui si parla.
Grazie !

Osvaldo F
Osvaldo F
Reply to  Antonia Capone
20 Maggio 2025 21:14

Condivido il contenuto dell’articolo, ma questa storia del “nessuno dice niente” non mi torna del tutto. Certamente i governi si esprimono sulla questione, attraverso i loro canali. Sicuramente il governo israeliano ha avuto dai paesi europei più e più volte la manifestazione del nostro dissenso verso quello che stanno facendo. Non è che se ogni giorno i governi se ne uscissero con dichiarazioni Israele farebbe una cosa diversa, temo, come non è necessario ribadire il nostro appoggio all’Ucraina, che penso sia chiaro (sebbene gli italiani siano tra i popoli più “pacifisti” e specie nel caso ucraino. Come se chi appoggia l’Ucraina non volesse la pace ma solo guerra guerra guerra… Chi può essere per la guerra?).
Purtroppo ci sono situazioni di difficile soluzioni “facili”, chiedere al popolo Sharawi che ha rinunciato alla guerra ed a cui è stato riconosciuto il diritto a votare sul suo destino, peccato che sono decenni e nulla si è fatto. Ed in Italia quanti parlano ogni giorno del popolo Sharawi?…
Detto per inciso, sulla questione palestinese quelli che più dovrebbero farsi sentire sono i paesi arabi, essendo lì vicini

Maridina
Maridina
13 Maggio 2025 13:10

Manifestare contro il SILENZIO !!

Angela De Cesare
Angela De Cesare
13 Maggio 2025 18:09

Che stupenda iniziativa! Meno male che qualcuno parla di questo disastro umanitario visto che i poteri non solo tacciono ma foraggiano Israele . Ho partecipato ad una conferenza di Moni Ovadia, un grande, ebreo ma anti sionista. Ho voluto stringergli la mano e abbracciarlo.

Alex
Alex
15 Maggio 2025 12:19

Secondo me non siete molto indipendenti ma di parte… Se proprio dovete, spiegate bene come stanno le cose! Questa guerra è stata scatenata da HAMAS, organizzazione politica/terroristica palestinese, il 7 ottobre 2023 che con circa 3.000 miliziani, ha lanciato il più grande attacco in territorio israeliano dopo la guerra arabo-israeliana del 1948, uccidendo circa 1.200 persone, di cui 859 civili e prendendone in ostaggio 254. Vediamo se avete il coraggio di pubblicare questo commento…

luigiR
luigiR
21 Maggio 2025 14:20

condivido l’accusa di questo articolo ed aggiungo che gli estremismi ai vertici delle rispettive rappresentanze sono la causa di questo orrore: da una parte hamas e dall’altra netanyahu in coalizione con partiti estremisti di destra. finché costoro rimarranno a rappresentare le parti in causa, non vedremo mai un giorno di pace in quelle terre. soffro terribilmente all’ascolto delle crude notizie provenienti dalla palestina (come pure dall’ucraina) e dalla totale, o quasi, assenza di iniziative politiche occidentali tendenti a fermare il massacro.