L’acqua fornita dall’acquedotto, da alcuni etichettata come “l’acqua del sindaco” è di buona qualità al pari di quella in bottiglia. È questa la conclusione della rivista Altroconsumo (luglio2012), dopo aver messo a confronto 40 tra le minerali più vendute in Italia con l’acqua di otto fonti pubbliche di grandi città italiane come: Milano, Roma, Napoli, Cagliari… Il primo risultato emerso dai test condotti in laboratorio è che dal punto di vista qualitativo non ci sono grandi differenze.
Per entrambe le tipologie i parametri rientrano nella norma: varia il contenuto di sodio, calcio e metalli, che comunque sono sempre all’interno dei limiti di legge. Tutte le acque in bottiglia, tranne Sangemini, Boario e la fonte di Napoli, sono state classificate come oligominerali, cioè adatte a essere bevute tutti i giorni per il ridotto contenuto di sali (inferiore ai 500 mg/l). Ai primi posti nella classifica redatta dalla rivista, si piazzano i marchi: Mangiatorella e Monteverde, seguiti da Guizza (consigliato come miglior acquisto), mentre in fondo troviamo Sant’Anna di Vinadio e Levissima, penalizzate dall’etichetta poco chiara, e dai livelli elevati di alcuni metalli (anche se comunque entro i limiti di legge). Le analisi di laboratorio condotte sull’acqua di rubinetto di alcune grandi città mostrano caratteristiche differenti rispetto a quella imbottigliata, ma nessun problema relativa al contenuto di sali minerali e alla purezza.
Sfatato il mito che l’acqua in bottiglia sia più sicura di quella del rubinetto, Altoroconsumo invita a prendere in considerazione altri criteri, al momento della scelta, come per esempio quello economico. Secondo le stime, una famiglia media che sceglie di dissetarsi con quella dell’acquedotto, può risparmiare fino a 500 euro all’anno.
Ma c’è anche la questione ambientale da non sottovalutare. Gli italiani sono i primi consumatori in Europa di minerale, con 200 mila tonnellate di plastica prodotte ogni anno. Al problema degli imballaggi si somma quello dell’anidride carbonica correlata al trasporto, visto che mediamente le bottiglie percorrono 400 km.
Il consiglio è di bere in tutta sicurezza l’acqua del sindaco, anche nei bar e nei ristoranti, forti della consapevolezza di fare una scelta virtuosa. Quando il sapore di cloro risulta troppo pronunciato, basta lasciare riposare l’acqua del rubinetto per qualche minuto in una caraffa di vetro, per notare un miglioramento del gusto.
Valeria Nardi
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non sono assolutamente d’accordo con quanto afferma Altroconsumo.
Basta guardare il residuo fisso a 180° per rendersi conto dei valori pazzeschi che ci sono nell’acqua del rubinetto, senza poi contare che alcuni acquedotti comunali sono ancora in tubature di amianto.
Che se la bevano loro l’acqua del rubinetto!!!
OK per i parametri sotto la norma… Ma quando bevo l’acqua di Milano sembra di fare un pasto completo dalla pesantezza che sento. Per Giannni: l’amianto è pericoloso se inalato, non ingurgutato.
comunque l amianto fa male solo se inalato,non se ingerito.
Il residuo fisso può essere anche bicarbonato…
L’amianto uccide se respirato…
Gianni: ma che vendi acqua imbottigliata per parlare tanto a vanvera?
Altroconsumo non afferma una teoria filosofica, ma da’ i dati bromatologici. L’acqua potabile è ottima per la nutrizione; può essere non gradita a qualcuno per il "sapore" di cloro e basta scaraffarla …….
Per la nutrizione umana l’alto residuo dato dai bicarbonati e dal calcio FA’ BENE lungi dall’essere sfavorevole…….
Cerco di aggiungere qualche spunto di riflessione:
a) Se l’acqua potabile contenesse una lunga serie di sostanze CANCEROGENE, TOSSICHE e/o MUTAGENE "entro i limiti di legge" si potrebbe definire "OTTIMA"? (Anche le sigarette sono "a norma di legge!)
b) Se i prelievi fossero stati eseguiti sui RUBINETTI delle famiglie il risultato sarebbe stato MOLTO DIVERSO…
c) l’amianto fa male solo se inalato? da quando? allora ce ne possiamo fare un panino?? Le sostanze nocive fanno SEMPRE male.. qualche volta a norma di legge…
d) Non tutte le persone hanno la stessa sensibilità al gusto ed alla "consistenza" dell’acqua.. e’ soggettivo e non tutte le acque potabili sono uguali: certi parametri variano anche del 500%…
e) "in bottiglia o del rubinetto?" …e perchè non "filtrata al punto d’uso"?
f) Chiaro che sono "di parte"… Ma chi pensa di non esserlo? Ognuno è convinto delle proprie idee.. che derivano dalle informazioni "assimilate"… L’invito è quello di continuare a informarsi, ed analizzare razionalmente tutto ciò che si legge!
Sono convinta che la scelta di bere acqua di rubinetto piuttosto che di bottiglia sia corretta sopratutto per il business che c’è dietro,io per tagliare la testa al toro ho deciso di mettere un sistema di trattamento che mi permette di bere l’acqua del mio rubinetto con super tranquillità e di usarla anche per cucinare e lavare la verdura… non ho mai visto nessuno usare l’acqua della bottiglia per cucinare. ..se non la bevi perchè la cucini….
Il DL 31 descrive una nutrita serie di esami per l’acqua per definirla potabile. Le aziende erogatrici e le ASL ne eseguono solo una decina (ho le analisi in mano) che a mio parere non sono sufficienti a dare un giudizio di qualità appropriata all’acqua. Ad esempio, visto che l’acqua viene clorata, trovo inammissibile che non si valuti il contenuto di cloro dell’acqua fornita, come pure il contenuto di pesticidi, atrazine, fertilizzanti, mercurio, le analisi che possiedo non hanno preso in considerazione neppure il residuo fisso!
E’ assurdo! Ricordo che è interesse dei vari comuni far sì che la popolazione consumi l’acqua di acquedotto in quanto tutti i comuni sono compartecipi delle SPA erogatrici.