L’acqua minerale alcalina o alcalinizzante, caratterizzate da un pH compreso tra 8 e 10 (le altre ne hanno uno attorno a 7,5, neutro), a differenza di quanto lasciano intendere alcune pubblicità, non ha alcun effetto rispetto ai calcoli renali. Con ogni probabilità, non ne prevengono la formazione, e non aiutano a sciogliere quelli già formati.
Un’acqua minerale basica dovrebbe facilitare l’alcalinizzazione delle urine, cioè l’innalzamento del pH delle stesse e questo, a sua volta, dovrebbe favorire lo scioglimento dei cristalli di cistina o di acido urico eventualmente formatisi nei reni. Tuttavia, stando a quanto emerso in uno studio appena pubblicato sul Journal of Urology, di fatto non è possibile che ciò avvenga. E a dirlo è la chimica.
Lo studio
I ricercatori dell’Università della California di Irvine hanno analizzato la composizione di cinque tra i marchi di acqua minerale alcalina più venduti nello Stato e, per confronto, quella di diversi tipi di succhi di frutta e altre bevande, insieme a quella di alcuni prodotti da banco popolari come le pastiglie di sodio citrato o il bicarbonato, consigliati spesso a chi ha avuto calcoli, oppure è a rischio di svilupparne per vari motivi. Il risultato è stato che nessuna delle cinque acque minerali liberava una quantità di basi (con carica negativa) paragonabile a quella delle pastiglie dei prodotti da banco.
Il livello medio riscontrato nelle acque era inoltre molto più basso rispetto a quello che si sviluppa nel corpo umano in seguito a normali processi metabolici, e anche rispetto a quello che si può ottenere da normali spremute di arancia. Per questo, quelle acque non possono modificare il pH delle urine. E lo si vede dai numeri. La quantità di basi si misura in milliequivalenti per litro (mEq/l). Le acque minerali alcaline ne rilasciano in media 0,1 per litro. Ma l’organismo, in un giorno, ne produce da 40 a 100, e il succo d’arancia con la polpa ne contiene 15 per litro.
Le acque sono dunque irrilevanti, mentre anche solo bevendo un paio di spremute, si raggiungono facilmente i 30 mEq al giorno: una quantità che potrebbe contribuire, sia pure in misura non decisiva, a prevenire la formazione dei calcoli. Inoltre, fatti i conti (cioè rapportando la quantità di mEq al volume), sarebbe ben più economica delle acque. Lo stesso vale per il bicarbonato di sodio, anch’esso assai più efficace, e sempre a prezzi più che popolari, e più bassi delle acque minerali alcaline.
Acqua alcalina o spremuta?
Lo studio contiene una tabella che aiuta a capire quanto siano esagerate le spinte del marketing su certe marche di acqua minerale. Le uniche bevande che sviluppano quantità sufficienti di basi sono una spremuta (succo e polpa) e alcuni tipi di succhi tropicali, che restano sopra i dieci mEq/l, mentre un succo di mela e uno di pompelmo si fermano a nove. Tutti gli altri (succhi di mela, limonate, succhi di frutti di bosco, tè kombucha, aceto di mele e acqua di cocco) sono a livelli bassissimi, tra due e meno di uno.
Valori altrettanto minimi sono stati raggiunti da diversi tipi di cola e altre bevande gassate, mentre un terzo dei prodotti da banco fornisce quantità di basi accettabili, visto che sprigiona tra i 12 e i 17 meq/l. Per quanto riguarda questi ultimi è importante prestare attenzione al sodio, che in alcuni casi (per esempio nei composti a base di citrato di sodio) è presente in concentrazioni elevate, e potrebbe non essere consigliato in caso di patologia renale.
I costi
Le acque minerali alcaline sono talvolta proposte come alternativa alle pastiglie, perché queste sono voluminose, e bisogna assumerle più volte al giorno. Tuttavia, in base alla loro composizione, è quasi impossibile che producano effetti degni di nota, e oltretutto sono care. Piuttosto, se si vuole integrare l’assunzione dei sali alcalinizzanti, la scelta migliore è quella di bere spremute fresche, che costano poco e apportano anche diversi altri benefici.
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Giornalista scientifica
Avreste dovuto pubblicare il nome delle acque esaminate. Se si tratta di acque in bottiglia o di acqua prodotta con elettrolisi fresca. Avreste dovuto specificare in base a quale tabella le arance sono più efficaci. Ci sono studi che dimostrano che le arance odierne sono dieci volte inferiori alle arance di cinquant’anni fa. Per quanto riguarda i prodotti di sintesi andrei a leggere le controindicazioni, in quanto blandi alcalini e non ionizzati.
Per i dettagli si può leggere lo studio che trova linkato https://www.auajournals.org/doi/10.1097/JU.0000000000003767
Grazie comunque di aver pubblicato lo studio, che si basa su acque alcaline in bottiglia
Grazie, utile e “sano” sapere questo per chi ha questa problematica